Via di Sinistra del ’66

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  • #53036
    Treva
    Partecipante

    Ieri 15/06 insieme a Fede di Bagni di Lucca, abbiamo ripetuto, o almeno provato a seguire questa via. L’unica relazione in nostro possesso erano le 15 righe della guida CAI-TCI, rivelatasi estremamente povera di informazioni e obsoleta per una via di 600 metri di sviluppo.  Gradazioni da rivedere al netto rialzo come la relazione. L’ambiente della nord è unico del complesso apuano e su questa via, sempre in aperta parete, lo si gode a pieno. Seguire una linea su questa parete senza una vera relazione si è rivelata una bellissima avventura; alpinismo con la A maiuscola.

    In totale sono usciti 20 tiri (compresi i primi 4 in comune con la Oppio), 13 ore in parete. difficoltà molto spesso sul III ma con passaggi, a mio parere fino al VI. Utilizzato un set di Friend BD (o.75-3.00), un gioco di nut e di chiodi. Lungo la via abbiamo trovato solo 8 chiodi, di cui due coppie come sosta. Consiglio di doppiare qualche numero di friend, o portarsi dietro tanti chiodi per attrezzare le soste. Su 20 tiri ne abbiamo attrezzate ben 15, e lasciato due chiodi per due soste. La proteggibilità si aggira secondo me su R3/R4, e anche alcune soste attrezzate da noi erano al limite della tenuta.

    Dalla quarta sosta della oppio, si risale il canale (sempre in comune con la oppio) per andare poi a seguire l’evidente rampa/trincea (1 ch sulla destra), varie possibilità di attrezzare sosta. Si prosegue la rampa vincendo un facile diedro che porta su una cengia erbosa, da seguire sempre verso sinistra, fino all’inizio dell’evidente canale con il gigantesco masso incastrato. qua si abbandona la rampa, che proseguirebbe portando sulla Cantini, e si sale a sinistra del masso incastrato, incontrando due chiodi, utilizzati da noi come sosta. Qui la guida parla di salire un'”erta costa con passaggi delicati”. Noi, ragionando come gli antichi, ci siamo probabilmente sbagliati e , invece di seguire il canale, che a occhio sembrava ben più difficile, siamo usciti rimanendo a destra di questo su una struttura definibile quindi come costa. con tre tiri estremamente delicati e un passaggio di V si arriva alla grande sella (1 ch con fettuccia viola). Già da qua si nota, verso destra, il camino di salita. Lo si raggiunge passando da un terrazzo erboso e un breve canalino. Salito il camino (IV) si sale ancora verso destra fino a poco prima dell’inizio di una lunga cengia. Se si seguisse questa si raggiungerebbe la via Ratti-Guadagni. qua ci si trova davanti a varie scelte. ci sono ben due linee di salita, una è un verticale diedro marcio, l’altra è un diedro appoggiato invaso da un poco di erba, seguito da noi (V+). appena superato questo si arriva su un terreno estremamente rotto e delicato, con passaggi mai inferiori al IV. obliquando a sinistra, si giunge su un terrazzino proprio sopra al verticale diedro marcio (quello di prima, evitato da noi). Si sale l’evidente canaletto con un masso incastrato che si supera a sinistra, traversando poi a destra per prendere un altro canalino di roccia ottima che risale a sinistra (V+), arrivando in cima a una specie di pilastrino dove abbiamo fatto sosta su uno spuntone. Tiro molto arzigogolato ma quasi sicuramente la linea di salita. Si punta adesso a un evidente pilastro demarcato a destra da un canale. varie possibilità di salita ma fatta da noi così: rimanendo a destra del canale si prende breve diedro (V) che permette di superare il risalto, qui riportarsi di nuovo alla destra del canale ( e magari sostare) per poi infilarcisi dentro, su roccia un po’ rotta e con difficoltà continue (V+ sostenuto, se non VI). si arriva quindi alla cima del pilastro. Passaggio in placca sprotetto (IV) per infilarsi in un’altro canale a sinistra. Lo si risale fino a un evidentissimo diedro con alla base l’unica sosta su due chiodi già trovata in loco. Superato il bel diedro (V) si sale oramai con libertà di lettura. Noi abbiamo sempre provato dove possibile a tendere verso la destra. Con altri tre tiri dalla sosta del diedro, siamo usciti a 20 metri dalla vetta. Quelle “facili rocce” descritte dalla guida si sono rivelati in passaggi sul V grado.

    Se cercate una bella via di arrampicata andate da un’altra parte. Questa è, nonostante i gradi “facili”, una via estremamente pericolosa. I miei tranquilli pensieri, da quelli classici introspettivi e “isolamento da sosta” come li chiamo io, si sono trasformati in dubbi sulla mia sopravvivenza.

    Non ho relazionato tiro per tiro perché non ci sono soste attrezzate (solo due) ma soprattutto perché vorrei lasciare anche agli altri la stessa esperienza vissuta da me e Fede, evitando di ucciderli! Stupenda giornata, che tra mille giochi delle nuvole, mi ha regalato fortissime emozioni, dalla paura alla gioia, ma soprattutto mi ha permesso di assistere alla prima volta sulla Nord del Fede e di vedere le sue lacrime di felicità arrivato in vetta.

    #53037
    alberto
    Partecipante

    Bravi, complimenti!!

    Via che ho fatto una volta tanti anni fa, con qualche variante. Nonostante le non grandi difficoltà la ricondo un bell’impegno.

    #53040
    SimonePaternostro
    Partecipante

    WoW!!!! Un’Avventura e un Alpinismo entrambi con la A maiuscola. Complimenti!! :good:

    #53041
    Treva
    Partecipante

    Mi sono scordato informazioni importantissime! Via aperta nel 1966 da Elso Biagi, Marco De Bertoldi, Angelo Nerli e Franco Zucconi. Tre di loro sono gli stessi che nel 1965 aprirono la Via diretta dei Pisani.

    Aggiungo un paio di informazioni ancora sulla via in topic: Sulla cima del pilastro conquistato da sinistra (quello alto, quasi sotto la vetta), la via si incrocia con la più ripetuta Ratti-Guadagni, proveniente dalla destra del pilastro. il tiro seguente ha alcuni metri in comune fino alla sosta alla base del diedro. da qui la Ratti-Guadagni se ne va a sinistra mentre la nostra inizia a proseguire in alto a destra, verso quota 1781 del Pizzo d’Uccello.

    Toccherà ripetere la Ratti-Guadagni per confermare  :-)

    #53042
    alberto
    Partecipante

    Confermo, Ratti-Guadagni va a sx.

    Ratti-Guadagni altra via da non prendere sotto gamba, più sostenuta della Biagi di Sx.

    #53043
    alberto
    Partecipante

    Giusto per la cronaca alpinistica, tra la Ratti-Guadagni a sx. e la Oppio a dx, c’è un altro itinerario, non relazionato sulla guida CAI. Si tratta della via “Toni Heibeler”

    #53044
    alberto
    Partecipante

    Le vie di questo settore di parete a sx della Oppio compresa: Ratti-Guadagni, via di Sinistra del 66, via di Sinistra del 69 (Cantini-De Bertoldi), via dei Genovesi, si prestano ottimamente per essere salite d’inverno. La morfologia  della parete abbastanza appoggiata, la roccia assai articolata con terrazzini, canalini, diedri, fessure e camini, trattiene bene la neve favorendo la sua trasformazione, regalandoci dei  bellissimi ed impegnativi itinerari di arrampicata invernale su misto. A seconda delle condizioni che si creano, diverse da anno ad anno, sono possibili diverse combinazioni creando diversi itinerari.

    #53049
    greg.ped
    Partecipante

    Grande Seba e Fede, queste sono emozioni da Nord del Pizzo, poco da fare!

    Quest’anno la Nord è ben trafficata, nelle scorse settimane hanno salito anche la Ratti-Guadagni, la diretta dei Pisani e almeno  3 cordate hanno salito il gran diedro (penso son uscita classica).

    Della via Toni Hiebeler ho recuperato proprio stamani, tramite Riccardo, la relazione di Marchetti.

    #53050
    alberto
    Partecipante

    la Diretta dei Pisani l’hanno salita Dino e Franco.  La Ratti-Guadagni da Lorenzo Toscani e compagno/i a cui ho chiesto di scrivere qualcosa. Vediamo se mi accontenta. :-)

    #53051
    Treva
    Partecipante

    Si confermo, il giorno che eravamo sulla Biagi di sinistra vi era cordata di tre genovesi sulla GDN. Bene! Vedete che le nostre montagne “di serie B” non sono poi così tanto di serie B B-)

     

    #53053
    greg.ped
    Partecipante

    un commento fatto su gulliver riguardo il gran diedro nord, lo riporto perché esilerante:

    “Solo se sei un toscano puoi dire che questa via é bella. Forse la via più brutta che abbia mai fatto. Rischio morte praticamente ad ogni tiro, si stacca tutto, soprattutto dal traverso in poi dove la tua vita é appesa alla sorte e non a quanto ti tieni.
    Inoltre le soste sono su singolo spit zincato arrugginito + chiodi, scelta alquanto discutibile.
    Usciti poi dalla via la relazione dice di andare sulla cresta di nattapiana, peccato che non é per niente chiaro dove andare, meno male che avevo chiodi e martello. Assolutamente via sconsigliabile, da fare cadere nel dimenticatoio. Oppio e diretta dei pisani molto più carine e con roccia più solida”

    Questo pensava di andare a fare il pic-nic

    #53054
    lasco
    Partecipante

     

    “Meno male che avevo chiodi e martello” Meno male ,speriamo che al mio amico Francesco Cantini non gli arrivi una lettera da qualche avvocato ,ora è di moda………

    #53055
    alberto
    Partecipante

    “solo se sei un toscano” ahhhh bellissimo   :yahoo:

    ho fatto 4 volte il gran diedro nord e sono sempre uscito in cresta. Dopo la fine del traverso , raggiunta la via del costone alberato si esce per questa è di certo non è il massimo dell’arrampicata . Ma lo sai, lo vedi, il terreno e quello che è, quindi di che ti lamenti….???

    “meno male che avevo i chiodi e martello”

    e perché non li vorresti portare su una via del genere?

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