smondinata

  • Questo topic ha 57 risposte, 7 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 15 anni fa da aleph.
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  • #7715
    alberto
    Partecipante

    non credo di aver fatto confusione. Ho fatto un’altro esempio di perversione, di fanatismo. Ma ce ne sono molte altre: religiose, politiche, ect. ect.
    Tutte forme che hanno conseguenze dirette sul protagonista ma anche sugli altri. Dalle persone pi? care agli estranei.
    Sul fatto che gli alpinisti estremi e no siano delle persone complicate e tormentate, sono d’accordo con te. Senza dubbio fare dell’alpinismo ? complicarsi la vita, ? cercarsi delle rogne. Per? non tutti siamo fatti per vivere nella tranquillit? quotidiana. Molte persone hanno bisogno di andare oltre, vedi gli artisti, gli scenziati, gli esploratori, gli alpinisti….

    Quanto all’alpinismo classico credo tu faccia un p? di confusione perch? classico non vuol dire facile e tranquillo.
    Classico ? nella concezione nel fatto di non essere tecnologico. con mezzi leali.
    Quindi classico pu? essere decisamente estremo e pericoloso.
    La Oppio in solitaria invernale, magari senza assicurarsi…? alpinismo classico ma non proprio tranquillo.

    ciao

    #7716
    Tronc
    Partecipante

    bonatti scritto:

    Quanto all’alpinismo classico credo tu faccia un p? di confusione perch? classico non vuol dire facile e tranquillo.
    Classico ? nella concezione nel fatto di non essere tecnologico. con mezzi leali.
    Quindi classico pu? essere decisamente estremo e pericoloso.
    La Oppio in solitaria invernale, magari senza assicurarsi…? alpinismo classico ma non proprio tranquillo.

    ciao

    Ahahahahah bonatti, mi par di giocare a tennis con te: io dico che tu fai confusione e tu mi restituisci la palla. Ma credimi se ti dico che non ci tengo neanche un po’ ad aver ragione, o meglio a dimostrare di averla. Anche Chi vuol essere lieto sia se la sali senza corda comporta dei rischi, allora diciamo che ? una classica pericolosa per questo? Credo che la tua sia una forzatura. Ma va bene, probabilmente diciamo spesso le stesse cose. Sai? se guardi una ruota da due lati diversi la vedi girare in versi opposti: ma avanza lo stesso nella stessa direzione ;-)

    #7719
    alberto
    Partecipante

    TroncFeuillu scritto:

    bonatti scritto:
    [quote]
    Quanto all’alpinismo classico credo tu faccia un p? di confusione perch? classico non vuol dire facile e tranquillo.
    Classico ? nella concezione nel fatto di non essere tecnologico. con mezzi leali.
    Quindi classico pu? essere decisamente estremo e pericoloso.
    La Oppio in solitaria invernale, magari senza assicurarsi…? alpinismo classico ma non proprio tranquillo.

    ciao

    Ahahahahah bonatti, mi par di giocare a tennis con te: io dico che tu fai confusione e tu mi restituisci la palla. Ma credimi se ti dico che non ci tengo neanche un po’ ad aver ragione, o meglio a dimostrare di averla. Anche Chi vuol essere lieto sia se la sali senza corda comporta dei rischi, allora diciamo che ? una classica pericolosa per questo? Credo che la tua sia una forzatura. Ma va bene, probabilmente diciamo spesso le stesse cose. Sai? se guardi una ruota da due lati diversi la vedi girare in versi opposti: ma avanza lo stesso nella stessa direzione ;-)[/quote]

    Il tennis ? uno sport che mi piace. Mi ricordo i lunghissimi e potenti scambi da fondo campo di Bjon Borg e il gioco acrobatico sotto rete di John Mcenroe.

    Molto diversi ma due grandi;)

    #7724
    Marco di AS
    Partecipante

    Scusate, ragazzi, ero fuori e vedo solo ora questo ritorno di fiamma della discussione. Ora sono di passaggio dal computer da cui scrivo, domani dico qualcosa di pi?…

    Marco

    #7731
    Marco di AS
    Partecipante

    Eccomi qui, allora. Ho letto con interesse la vostra discussione e anche quanto scritto da Lugli. Alla smondinata, Tronc, abbiamo parlato un sacco, non solo ?sgranato?, ma la lunghezza della tavolata non ha consentito una discussione condivisa sull?argomento all?ordine del giorno. Una smondinata vera e propria l?avrebbe certamente favorita, ma viste le condizioni meteo quella del pranzo al Citt? di Massa ? stata senza dubbio la soluzione migliore, anche perch? altre occasioni non mancheranno.
    Gran parte del mio parere l?ho espresso nell?articolo successivo all?incidente mortale sul Macina, non so se l?avete letto e cosa ne pensate, comunque lo trovate qui.

    http://docs.google.com/Doc?docid=0AYo0foWyZ8CAZGhxbXBtc2dfMWR3NHpycWNz&hl=en

    A muoverci ? certo il desiderio di libert?, come dice Lugli, o di infinito, come ha scritto don Paolo per il funerale di Stefano Tombelli, ma sono essenzialmente la stessa cosa. La montagna, con la sua bellezza, ci chiama a qualcosa di pi? grande, ma ? la vita stessa in fondo a farlo: ? desiderio di conoscenza, pienezza, appagamento, pace, chiamatelo come volete o tutte queste cose messe assieme, ? quello che spinge Ulisse a varcare le Colonne d?Ercole, ? qualcosa che fa parte della nostra natura umana e che ognuno, se ? sincero con s? stesso, deve in qualche modo ammettere. Poi c?? chi cerca una risposta a questo desiderio nell?alpinismo, chi nell?andare in montagna, chi nell?impegno culturale, chi nella dedizione agli altri, chi nell?arte, chi nella musica e via dicendo.

    Da credente dico che ? qualcosa che Dio ci ha messo dentro per cercarlo, ?andando come a tentoni?, come si legge negli Atti degli Apostoli, ma proprio per questo diffido dalle certezze di protezioni divine, che mi sembrano piuttosto posizioni presuntuose, perch? in fondo siamo lasciati alla nostra responsabilit? e, appunto, alla nostra libert?. ? questa che in fondo decide quale sia il limite da non valicare, ma mai e poi mai dobbiamo perdere di vista il fatto che questo limite esiste, che anche questo fa parte della nostra natura e che sfidarlo non ? la stessa cosa che sfidare la montagna. Perch? alla ?lotta contro l?Alpe? non si sostituisca quella contro s? stessi.

    Marco

    #7733
    alberto
    Partecipante

    Si, Marco. Ma qual? questo limite da non superare???

    Come si fa a capire qual? il limite?
    Come si fa a capire che siamo vicinissimi al limite?

    Parecchi anni fa quando ancora non era famoso Humar ha salito la ovest del Nupste con Janez Jeglic altro alpinista sloveno fortissimo, molto pi? esperto di Humar. La via ? durissima, arrivano in cresta il vento ? fortissimo. Janez ? davanti e prosegue per la vetta. Quando arriva Humar, vede la tracce di Janez nella neve ma lui non c’? pi?. Sicuramente il vento l’ha portato via.
    Da solo Humar riesce a scendere arrivando al campo base sfinito, ma salvo.

    Chi dei due ha passato il limite?.
    Tutti e due e forse Janez ? stato solamente pi? sfortunato?

    Marco , ho letto il tuo articolo, non credo proprio che tutte le persone che hai citato che purtroppo hanno avuto un tragico incidente, l’ abbiano avuto perch? cercavano di superare questo famoso "limite". Se non ricordo male, la maggioranza di queste persone non erano impegnate in cose al limite, anche se poi ? tutto molto soggettivo. Spesso questi incidenti sono causati da piccole o grandi imprudenze che purtroppo si traformano in fatti tragici ma non certo perch? si cerca il "limite"

    Io credo che le nostre scelte, la nostra preparazione, esperienza , prudenza, fiuto del pericolo, possano impedirci di norma di fare dei passi falsi. Per? c’? sempre un qualcosa di inspiegabile che ? sopra di noi e questo non solo in alpinismo ma nella vita di tutti i giorni.

    #7737
    Marco di AS
    Partecipante

    Perfettamente d’accordo, bonatti. Sappiamo che il limite c’?, ma non ? facile vedere dove sia, e talvolta neppure se sia dentro o fuori di noi. Penso per? che le ultime cose che hai detto siano vere, l’importante ? non perdere la consapevolezza dell’esistenza di questo limite, che poi ? diverso per ciascuno. Io che non arrampico, per esempio, so di averlo sfiorato in passaggi su roccia o paleo per voi assolutamente banali e proprio per questo mi muovo sempre con cautela, magari a volte rinuncio. Ma un imponderabile rimane sempre, anche su un facile sentiero, come, appunto, nella vita di tutti i giorni. Con questo dobbiamo convivere, c’? poco da fare, ma da qui a essere incoscienti ce ne passa. Come, sulla strada, c’? l’incosciente magari ubriaco che provoca l’incidente perch? va a 200 all’ora e c’? il disgraziato che resta coinvolto suo malgrado, la cui unica colpa era quella di essere l?…

    Marco

    #7743
    alberto
    Partecipante

    Incoscenza…..l’estate passata ripetendo la Hasse-Brandler sulla nord della Cima Grande di Lavaredo, non ho potuto non pensare ad Alex Huber che sale questa via in solitaria sciolto.

    Da un lato un senso di ammirazione dall’altro un p? di sgomento al pensiero di vedere una persona che sale su per quei gialli e friabili strapiombi senza corda.
    La via ? chiodata, ci sono anche degli spit, ma la roccia non ? sempre ottima, Spesso ci sono lame gialle e suonano a vuoto fanno pensare ma ti ci devi attaccare. La parte centrale del diedro strapiomba. Se la fai in libera, credo non sia meno di 7b, sei attaccato alla roccia solamente con le mani, con i piedi nel vuoto tipo scimmia senza poter scaricare il peso, con pochi punti di riposo.

    Un piccolo errore, un appiglio che si rompe, un malore. un piccolo sasso che cade e ti colpisce e anche se aveva il casco, sei gi?. Non ci sono alternative.

    Huber fa l’8c quindi il suo margine ? molto ampio.

    E’ stato consapevole delle sue possibilit?….. oppure…..incoscente?

    #7744
    Tronc
    Partecipante

    bonatti scritto:

    Huber fa l’8c quindi il suo margine ? molto ampio.

    Mamma mia che "oscenit?" mi tocca sentire! :-)
    Huber fa l’8c? Huber fa il 9a+! (anzi ? stato il primo al mondo a farlo dopo essere stato il secondo a fare il 9a dopo il compianto, inarrivabile Gullich)

    Huber ? un fuoriclasse, Huber ? nato per spostare i limiti dell’umanamente possibile in arrampicata.E per fare questo si prende, scientemente, dei rischi diciamo calcolati (ha passato un’estate a provare uno per uno gli appigli della Hasse Brandler per sapere di quali poteva fidarsi), come solo un professionista di quel calibro pu? fare. Ma l’arrampicatore della domenica che vuole imitare Huber (magari facendo il 6a slegato) senza preparazione tecnica e psicologica, ? destinato assai pi? spesso a catastrofe dimostrando una cosa che era palese fin da subito: la sua cogl… finite voi la parola ;-)

    P.S.
    ma la pi? grande performance di Huber (e forse in assoluto) rimane il free solo di Kommunist, 8b+ stretto, anzi dicono strettissimo (video in rete che consiglio di andare a vedere), fatto in un periodo di forma in cui, a dir suo, gli riusciva, legato, 3 volte su 5! Che dire? che pensare soprattutto se fosse caduto?

    2o P.S.
    Complimenti per la ripetizione della H-B

    #7745
    aleph
    Partecipante

    Non so se vado fuori tema, ma ho trovato su PM questo scritto di Mauro Corona a proposito di un incidente in montagna:

    "Antonio Artaud disse: ?Nessuno ha mai scritto, dipinto, scolpito, fatto musica o quant?altro, se non per uscire di fatto dall?inferno?. Aggiungerei altre cose per uscire dall?inferno ma ne basta una: salire montagne. Si va sulla vetta di un monte non per pompare i muscoli bens? per alzarci dal pantano, sollevarci un poco, uscire fuori con la testa come talpe a primavera. E da l? respirare, annusare l?aria, guardare in alto pi? vicini a quell?alto. E poi, proprio come talpe, tornare nelle tenebre.
    Una ragazza prima di partire per scalare uno dei quattordici giganti del pianeta, lascia un biglietto. Nel caso dovesse morire, raccomanda di essere lasciata l?, nel grembo della montagna che l?ha voluta con s?. Chi ha salito e sale vette col cuore e non coi muscoli, pu? solo apprezzare questo desiderio, questo testamento di ultima volont?. Per quel che mi riguarda, anch?io vorrei essere lasciato dentro la montagna, sepolto a cielo aperto. Quale luogo migliore per riposare in pace, lontani da lumini, fiori, lapidi pesanti tonnellate e falsi pianti di amici ? Molti alpinisti, famosi e non, hanno espresso questo desiderio. ?Non lasciarmi morire nella valle, con lo sguardo precluso all?orizzonte, ? in vetta al monte ch?io vorrei restare, quando tramonta il sole sfolgorante? scrisse Victor Von Glanwell, primo salitore del Campanile di Val Montanaia, oggi patrimonio dell?umanit?. Fu esaudito ancor giovane. Si vuol restare sui monti perch? la societ? ci ha stancati, stremati, delusi, avviliti. Del resto, ? il motivo per cui anche si sale. Lass? si trova un po? di serenit?, di pace, si stacca la spina, ci si isola, si scappa finalmente dal giornaliero recitar la parte. Lass? c?? meno ruffiani. La montagna non ? invidiosa n? gelosa, non fa domande, non cerca potere n? vendetta. E? come una mamma sulla quale giocano, si nascondono, cercano calore figli adulti. Ogni tanto la vecchia madre sbadiglia, si stiracchia, tossisce, qualche bambino rotola gi?. Qualche altro soffoca sotto la sua mole come un pulcino sotto la chioccia. Ma di questo le montagne non hanno nessuna colpa. La montagna accoglie, come un grembo. Ecco perch? molti alpinisti vorrebbero sepoltura sui monti. Per restare tra le braccia di qualcuno che ci ha fatto posto senza chiedere niente in cambio. E anche per stare in mezzo al bello. ?Le montagne sono belle ? scriveva Josep Pla ? e se qualcuno non fosse d?accordo peggio per lui. C?? chi non ? mai contento?. Mauro Corona"

    #7746
    Anonimo
    Ospite

    Condivido in pieno queste belle parole. Inoltre aggiungo un altro motivo che mi spinge sui monti, oltre a quel che dice Corona. Per me apuano nato e cresciuto sulle apuane percorrere queste montagne ? camminare con gli antenati a fianco. Ritrovare il loro volto, sentirsi parte di una tradizione, di una cultura. Avere radici in un mondo che ci vuole sradicati, individualisti, globalizzati e pertanto deboli, per meglio confonderci, dirigerci, rubarci l’anima come in un terribile Truman Show (senza lieto fine) gestito da forze oscure nemiche dell’umanit?.
    Essere orgogliosi della propria gente, della propria storia, dei propri vecchi. Riscoprire la nostra IDENTITA’ ? ritrovare quella luce interiore che, sola, pu? disperdere le tenebre e innalzarci verso le vette pi? alte dello spirito dove tutto ? LUCE.

    #7747
    alberto
    Partecipante

    Ciao Tronc

    ti ringrazio per i complimenti la Hasse ? una via che volevo fare da tempo. Se non l’hai fatta te la consiglio , l’ambiente ? spettacolare, Hasse e compagni erano dei forti arrampicatori, non c’? che dire.
    Purtroppo sulla via sono stati aggiunti alcuni fix e addirittura alcuni fittoni resinati evil: che tolgono un p? di poesia alla scalata.
    Ma questo ? un giudizio tutto mio.;)

    Ciao Aleph

    a quando la prossima mangiata di baccal? co porri e acciughe marinate;)

    #7751
    aleph
    Partecipante

    Ciao Aleph

    a quando la prossima mangiata di baccal? co porri e acciughe marinate;)[/quote]

    Ciao U?lter
    si dovr? mettere in moto Tubo come al solito per organizzarne un’altra, basta che non ci pensi Paolo :evil: :laugh: :laugh:

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