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- Questo topic ha 97 risposte, 6 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 8 anni, 1 mese fa da alberto.
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14 Ottobre 2016 alle 20:55 #25176dokPartecipante
bonatti ha scritto:
…dok ha scritto:
… …GiovanniTecchia ha scritto: …???
ma: chi ha scritto cosa?!? :blink:
allora non era per me il libro, bonatti? :woohoo:
sic! :(:laugh: :silly: :laugh:
14 Ottobre 2016 alle 21:10 #25177GiovanniTecchiaAmministratore del forumCredo che abbiamo mandato in tilt il forum! Io ho il libro e ho avuto modo di leggerlo.
Vediamo se il forum si riprende!
14 Ottobre 2016 alle 21:25 #25178dokPartecipante15 Ottobre 2016 alle 03:14 #25179alebiffi86Partecipante[quote=”dok” post=26937]
[quote=”GiovanniTecchia”]…Adesso chi vuole può farsi un’idea più precisa di che cosa sono i piani di bacino, i beni comuni e gli usi civici (oltre a un’interessante serie di articoli su seggiovie e altro)…[/quote] scusa Giovanni se t’ho temporaneamente infestato il tòpicche: ora restituisco la palla e mi levo dalle palle.
ma invito chi ci segue a leggersi quegli articoli, che tra l’altro sono di rapida lettura.
e a informarsi sulla storia del Comunello di Levigliani: LAVORARE LIBERI. c’è da levarsi tanto di cappello.
ciao
Luca[/quote]Lavorare liberi???forse dovevano intitolarlo liberi di predare,di distruggere,di devastare!!!e ti voglio prevenire subito: no, non l’ho letto il libro e non me ne frega una mazza di leggerlo!! non c’è bisogno della tua beneamata informazione per rendersi conto di quello che hanno fatto..mi basta vedere quella porcata criminale della cava dei tavolini dal casello della Versilia per avere un idea più che chiara!! io di cappelli non me ne levo per questa gente..al massimo posso tirare fuori le piccozze dal fodero, quello sì!! te e la tua difesa di questi “grandi lavoratori”(nobili uomini che un paio di anni fà hanno persino messo le mani addosso ad una signora solo perchè si è permessa di manifestare il suo dissenso in modo pacifico per i danni che stanno facendo)..ma perchè non te ne torni in trentino e vai a promuovere là l’apertura di qualche bella cava o qualche nuova maxi funivia con un bel parcheggio,eh? cosa ci fai qui????non credo che la “eroica” coperativa condomini abbia bisogno del tuo supporto morale..le loro porcate le fanno bene già da soli!! mi sono rotto i coglioni di sto belin di ricatto occupazionale..devono “portare il pane a casa” i leviglianesi? che vadano a fare i muratori!! è l’ora di finirla che quattro villici con la terza elementare debbano decidere del futuro di un territorio intero..puoi citare tutti gli articoli,i codici e i codicilli che vuoi ma non è roba loro!!![b]; la montagna non ha proprietari ne padroni è un bene comune e come tale va conservato e questa gente non ha il diritto di demolire giorno dopo giorno qualcosa che è anche mio!!! [b]hai capito???
15 Ottobre 2016 alle 08:58 #25180dokPartecipante[quote=”alebiffi86″]…i primi viaggi in giro per il mondo con il mio vecchio non furono a eurodisney o new york ma nelle foreste del sud america,nei deserti del maghreb,alle Azzorre e tanti altri paradisi; con l’educazione che ho ricevuto è ovvio quale sia la mia opinione…[/quote] …buon per te… :dry:
16 Ottobre 2016 alle 10:41 #25181dokPartecipantetornando al punto, Giovanni, se ho ben capito le cose starebbero così: il rifugio Del Freo è proprietà del CAI Viareggio e sorge su terre di proprietà del Comunello (Cooperativa Condomini) di Levigliani: è corretto?
e che quella di giugno dei Leviglianesi ha tutta l’aria non essere affatto una pulizia dei sentieri, ma: la manutenzione di terre di proprietà. e segnatamente la riaffermazione, di fatto e in via ufficiale, di questo diritto di proprietà. ti torna?
sei d’accordo, bonatti?16 Ottobre 2016 alle 21:38 #25182GiovanniTecchiaAmministratore del forum1) Il topic è sui piani di bacino a Seravezza: se qualcuno volesse aiutarmi può fornirmi tramite email foto o altro;
2) Non so perché stiamo parlando del rifugio Del Freo ora;
3) Sì, quella di giugno era una manutenzione di terre di proprietà, anche secondo me. Infatti noi da Pruno ci siamo limitati a pulire il 122 non a mettere cartelli. Che non sarebbero neppure un problema, visto che se non ricordo male non rappresentano altro che cartelli informativi;
4) Io sono preoccupato, circa il retro Corchia, soprattutto dal documento tra comune di Stazzema e Consorzio forestale sulla pulizia del bosco. Documento nel quale sono segnalate solo particelle catastali del retro Corchia sulle quali non mi risulta ci siano castagni sdradicati o situazioni rischiose dal punto di vista idrogeologico.
17 Ottobre 2016 alle 10:07 #25185albertoPartecipante[quote=”dok” post=26945]tornando al punto, Giovanni, se ho ben capito le cose starebbero così: il rifugio Del Freo è proprietà del CAI Viareggio e sorge su terre di proprietà del Comunello (Cooperativa Condomini) di Levigliani: è corretto?
e che quella di giugno dei Leviglianesi ha tutta l’aria non essere affatto una pulizia dei sentieri, ma: la manutenzione di terre di proprietà. e segnatamente la riaffermazione, di fatto e in via ufficiale, di questo diritto di proprietà. ti torna?
sei d’accordo, bonatti?[/quote]su cosa dovrei essere d’accordo? su cose che si sanno da sempre?
17 Ottobre 2016 alle 12:08 #25186dokPartecipante[quote=”bonatti”]…su cosa dovrei essere d’accordo? su cose che si sanno da sempre?…[/quote] cos’è che si sa da sempre?
che per fare una pulizia del bosco o del sentiero ci vogliono cerimonie ufficiali e cartelli?
di quel che è successo diperinsù a giugno mi pare un si sappia ancora nulla di certo. NESSUNO SA NULLA, si direbbe. altroché.
e per me rimane un bell’interrogativo.17 Ottobre 2016 alle 13:07 #25187alebiffi86Partecipante[quote=”dok” post=26949]
[quote=”bonatti”]…su cosa dovrei essere d’accordo? su cose che si sanno da sempre?…[/quote] cos’è che si sa da sempre?
che per fare una pulizia del bosco o del sentiero ci vogliono cerimonie ufficiali e cartelli?
di quel che è successo diperinsù a giugno mi pare un si sappia ancora nulla di certo. NESSUNO SA NULLA, si direbbe. altroché.
e per me rimane un bell’interrogativo.[/quote]…Puoi togliermi una curiosità? tu da che parte stai? vedi qui le posizioni di tutti sono abbastanza chiare..tranne la tua; ognuno a suo modo,chi più diplomaticamente chi con più pathos ha da tempo preso una posizione ben definita sul tema cave; potresti per cortesia tirare giù la maschera e avere l’onesta di dire se a te tutto questo stà bene oppure no? senza tanti giri di parole..sei daccordo che l’escavazione continui? se la risposta è sì puoi anche circoscrivere le modalità? (a che quota,in che modo, con vincoli,senza vincoli, nuove aperture,ecc..); credo proprio che dovresti essere un po’ più esplicito a riguardo..
17 Ottobre 2016 alle 14:07 #25188albertoPartecipante[quote=”dok” post=26949]
[quote=”bonatti”]…su cosa dovrei essere d’accordo? su cose che si sanno da sempre?…[/quote] cos’è che si sa da sempre?
che per fare una pulizia del bosco o del sentiero ci vogliono cerimonie ufficiali e cartelli?
di quel che è successo diperinsù a giugno mi pare un si sappia ancora nulla di certo. NESSUNO SA NULLA, si direbbe. altroché.
e per me rimane un bell’interrogativo.[/quote]Luca.
Che il rifugio è del Cai di Viareggio e che il terreno dove sorge il rifugio e dei Leviglianesi, lo si è sempre saputo. Almeno io lo so da tanto tempo!
Infatti fino a poco tempo fa credo che ci fosse anche una specie di accordo, di vincolo, tra il Cai di Viareggio e i Leviglianesi per quanto riguarda la gestione del rifugio. La prima propostra per il rifugista doveva essere fatta ad un Leviglianese. Insomma i Leviglianese avevano un diritto di precedenza. Diversi leviglianesi hanno infatti nel tempo gestito il rifugio Del Freo.
Adesso non so se questo, chiamamolo accordo, c’è ancora.Per quanto riguarda pulizie bosco, cartelli, ect. ect, non ne so nulla.
Tanto di cappello per la pulizia del bosco e dei sentieri.
L’importante è che non ci siano secondi fini, intenzioni nascoste che potrebbero portare a conseguenze distruttive per l’ambiente naturale della foce di Mosceta.
Mosceta è bella così come mamma natura l’ha fatta. Non ha visogno di interventi dell’uomo di valorizzazione.
Semmai ha solo bisogno di essere fatta conoscere . Di fargli pubblicità.E questo lo dovrebbe fare ad esempio il PARCO. Dovrebbe essere un suo compito. Altrimenti a cosa serve il Parco??
18 Ottobre 2016 alle 02:29 #25189dokPartecipante[quote=”GiovanniTecchia”]…4) Io sono preoccupato, circa il retro Corchia, soprattutto dal documento tra comune di Stazzema e Consorzio forestale sulla pulizia del bosco. Documento nel quale sono segnalate solo particelle catastali del retro Corchia sulle quali non mi risulta ci siano castagni sdradicati o situazioni rischiose dal punto di vista idrogeologico…[/quote] non so se c’entra ma ho trovato qualcosa su un contenzioso tra Terrinchesi e Leviglianesi circa le proprietà nel retro Corchia, che i Terrinchesi rivendicano e per cui hanno chiesto a suo tempo (ignoro a che punto siano le cose) il riconoscimento dell’ASBUC (Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico).
e beni comuni di Levigliani non avrebbero nulla a che vedere con gli usi civici…
ecco gli articoli:VICENDA RETRO CORCHIA, DOVE STIAMO ANDANDO?
PROPRIETÀ COLLETTIVA È UNA GESTIONE DIVERSA DELL’USO CIVICO
piesse: attualmente il riconoscimento dell’ASBUC dovrebbero averlo ottenuto solo i beni del… Comunello della Cappella, per intendersi.
…
alebiffi86: impara a dialogare che magari le persone le conosci… se t’importa veramente.
gli schemini e i questionari lasciamoli pure a scuola.18 Ottobre 2016 alle 11:09 #25190albertoPartecipantei Leviglianesi e i Terrinchesi litigano da sempre.
E’ strano come i primi siamo decisamente intraprendenti e i secondi invece più tranquilli.Forse più rispettosi, meno commercianti…??
Eppure sono ad un tiro di schioppo.
Intanto il conteso Corchia perde pezzi.18 Ottobre 2016 alle 13:26 #25191albertoPartecipanteTERRINCA il più antico paese della Versilia
L’alpeggio.
La consuetudine di portare “in alpes” gli armenti sulle terre comuni, era il cardine della struttura demoterritoriale ligure e gli storici classici ne fanno menzione fin dall’antichità. Lucano ad esempio, pur essendo minutamente informato su quanto concerneva la catena degli Appennini, riferisce alle Alpi le sorgenti del Rubicone Anche nelle carte medievali, come nelle parlate romanze, “alpe” continua ad essere riferito al “luogo del compascuo estivo”.
II prof. Ambrosi ne stigmatizza l’antichità nell’uso in un suo celebre lavoro (Appunti per servire allo studio dell’oronimo “Pania” e del demotico “Aprano”, p. 73), mentre E. Sereni, nell’opera sopracitata, approfondisce in modo pregevole tale consuetudine, rilevandone la continuità dalla Provenza sino alle Alpi Apuane ed alla provincia di Bologna all’interno delle comunità più conservative.
Il nome deriva da una base “alp/alb”, di matrice preindoeuropea e dobbiamo evincere, dalle ricerche dei vari studiosi, che il suo valore di oronimo fosse, in un certo senso, secondario rispetto a quello di “compascuo/terra comune”, indicando piuttosto il “monte del compascuo”, su cui si esercitava pastorizia e coltura ad uso capione, in territori gestiti in modo comunistico (per la vastissima bibliografia vi rimando allo studio citato del Sereni, p. 316, 522, 523, 530, 541 e sgg., 544, 560).
In Alta Versilia si ha menzione di questa arcaica consuetudine già nel XIII secolo. Nello “Strumento di unione e concordia tra i nobili di Corvaia, di Vallecchia, di castello Aghinolfi e loro consorti” (R. Archivio di Stato in Lucca. Diplomatico, Tarpea, tratto da G. Sforza, I nobili di castello Aghinolfi a Montignoso ed alla Verrucola Bosi, p. 58) del 1219, infatti, tra le pertinenze dei suddetti nobili, relative a Farnocchia, Pomezzana, Argentiera (S. Anna), Montebello, Pedona e varie altre comunità, troviamo “et omnes alpes et agros sive terras agrestes, et pascua et nemora ecc…”.
Più avanti, nello stesso documento, scopriamo anche in che modo tali alpeggi venivano sfruttati dalle consorterie feudali dell’epoca: “in quanto alle alpi e alle terre agresti, i signori di Vallecchia pigliavan le decime, se quelle terre erano lavorate dagli uomini loro; lo stesso facevano i signori di Corvaia se i lavoratori erano loro vassalli. Se poi gli uomini che le coltivavano erano stranieri, o appartenenti ad altri padroni, le decime erano a comune con le due consorterie” (oh. cit., p. 25).Nel caso di Terrinca e dei suoi vasti alpeggi, non rientrando nelle pertinenze citate sul documento a favore dei cattani versiliesi, dobbiamo dedurre che appartenesse alla seconda categoria e che quindi i suoi abitanti pagassero delle decime ai nobili, pur mantenendo una dignitosa autonomia. Tale situazione spiega, ad esempio, perchè Terrinca e il suo territorio non compaia mai tra le pertinenze che Guido Da Vallecchia, nei suoi “Libri Memoriales` (seconda metà del XIII secolo), attribuisce al proprio casato, così come non figura mai ili nessun documento dell’epoca tra i possedimenti dei Toparchi versiliesi.
Tale situazione di autonomia, retaggio certamente di situazioni remote e testimonianza di una profonda arcaicità della comunità terrinchese, viene chiaramente messa in evidenza in una sentenza del Conte Ranieri Donoratico della Gherardesca, capitano di Pisa (febbraio 1347), diretta a fissare i confini delle terre soggette ai nobili di Corvaia. In essa si legge: “In territorio Petrae Sanctae et eius Vicariae… de supra sicut descenditur ad confines Terrincae”, dimostrando che quest’ultima delimitava i confini ma ne era fuori, quindi completamente autonoma (I Colombani, “Terrinca paese di antiche tradizioni”, p. 18).
Nei vari estimi del XIV secolo riferiti a Pietrasanta e alle sue vicinìe la posizione di Terrinca continua a mantenere tale distacco, non comparendo mai esplicitamente tra i paesi direttamente sottoposti alla Vicaria, mentre invece si hanno ripetute menzioni di quelle comunità (Stazzema, Farnocchia, Pomezzana, Val di Castello e Pietrasanta) precedentemente sottoposte ai nobili feudatari (Inventario Regio Archivio di Lucca, documenti relativi al 1333. 1376, 1377), facendo intendere come le nuove istituzioni dei demoterritoriali mostrassero continuità con le precedenti, pur essendo mutata la situazione politica in seguito alla conquista da parte del comune lucchese. Sempre nell’Archivio di Stato di Lucca troviamo inaspettatamente Terrinca in un’inedita citazione nell’Estimo di Camaiore del XIV secolo, a far intendere come essa in realtà costituisse un corpo autonomo difficilmente inquadrabile dagli stessi estensori degli estimi.
L’alpe del paese dunque, in tale ottica, era il polmone pulsante della comunità, che portava ossigeno (in questo caso pascoli e terra fertile da poter utilizzare durante i torridi mesi estivi) alla magra ma dignitosa economia di quella popolazione.
Gli alpeggi del retrocorchia, vasti e ricchi di legname e acqua, rappresentavano la vera ricchezza di quella gente, unita in un corpo unico da secoli e secoli di cuItura comunitaristica, cementandone i legami sociali e favorendo quella laboriosità che da sempre contraddistingue i terrinchesi.
Da lassù provenivano le forme di formaggio pecorino più grandi e saporite del Capitanato, di cui il Campana alla fine del Settecento ebbe a dire: “di bontà quasi simile al parmigiano” (“Analisi Storica Politica Economica sulla Versilia Granducale del `700”, vol. ll, p. 131).
Lassù si formarono quegli uomini e quelle, donne che ancora il Campana ebbe, tra le altre cose, a definire: “…piuttosto caparbi anzichè no e rozzi, ma onorati e di una corporatura molto robusta e si legge nei loro volti la purità dell’aria che respirano; si esercitano nel lavorare le proprie terre più che le altrui e nell’esercizio pastorale, essendo questo il villaggio più ricco delle montagne…”. I ricordi di migliaia di paesani, anche una volta trasferitisi al piano, o in paesi stranieri, sarebbero rimasti intrisi di quei profumi, di quelle frescure, di quelle sensazioni scaturite all’ombra del Corchia e del Freddone, come il paiolo della polenta sul fuoco, nelle aie delle caselle, accanto a grandi alberi di noce o secolari faggi.Lorenzo Marcuccetti (“San Giovanni Battista in campanice” pag. 12)
18 Ottobre 2016 alle 15:02 #25192CimaPartecipantehttp://video.gelocal.it/iltirreno/locale/in-volo-sulle-bellezze-apuane-le-immagini-dall-elicottero/69309/70757
Un bel video di qualche giorno fa dove un quotidiano locale immortale le “bellezze apuane” visitate dal nostro presidente della Regione…
oserei definirlo turbante e spaventoso…
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