Indietro Tutta! al Corchia in Solitaria

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  • #53082
    Treva
    Partecipante

    Non so cosa spinga la gente alle solitarie, probabilmente è una predisposizione. A volte ci si vuole isolare, capire o seppellire un qualche dolore (Bonatti al Dru). A me semplicemente piace, é un’altra sfaccettatura dell’alpinismo, che voglio vivere a 360 gradi. Probabilmente è anche per sentirmi capace di qualcosa, come un complesso di inferiorità. Ciò che “fortunatamente” mi evita di fare solitarie e una mia prematura morte sono i miei genitori in casa e la mia incapacità di dirgli bugie. Se solo mia madre sapesse cosa ho fatto probabilmente sverrebbe.
    Di questo periodo di Luglio sono sempre in vacanza. Infatti, dopo precisamente un anno e un giorno dalla Malerba slegato (Il famoso Free Solo), sono ritornato a fare una via in solitaria. Mi piacerebbe salire slegato, cosa nettamente più comoda, impiegherei meno tempo ed eviterei di fare il doppio dei tiri, ma ho paura. La roccia non so come sia e non vorrei mai far star male mia madre. Questa volta decido quindi di autoassicurarmi.

    La settimana prima avevo portato due ragazzi a fare la loro prima classica sul secondo torrione del Corchia. Tra l’invidia di aver lasciato alcuni tiri belli ai ragazzi e il colpo di fulmine che ho avuto per le torri, decido di ripetere Indietro Tutta. 5 tiri, max VI. Direi perfetta.
    Per chi fosse curioso: ho utilizzato come assicuratore il Reverso della Petzl. Avverto che il Reverso non è omologato per questo tipo di uso, quindi usatelo a vostro rischio e pericolo! Comunque mi ci sono trovato bene.
    Attacco tardi: alle 14 circa, una cosa da folli a Luglio, ma la mattina avevo bisogno di dormire. La fortuna è stata però dalla mia parte, regalandomi una giornata un po’ nuvolosa. Facendo con relativa calma sono uscito alle 17:11. Quindi in totale circa tre ore.

    La leggera ansia che avevo termina improvvisamente appena attacco la corda al primo spit della via. Scalo leggero, con la stessa tranquillità di essere in cordata. Mi godo tutti i tiri, soprattutto il terzo tiro, che trovo magnifico, e il quarto tiro che  risulta il più difficile della via, con un passaggio in strapiombo che supero agilmente.
    Se qualcuno volesse cercare il completo isolamento direi di non andare al Corchia!  Non è ciò che cercavo io. E anzi ho avuto un bel incontro inaspettato. Mentre mi preparavo per il terzo tiro, vedo scendere verso il Pirosetto i due ragazzi che avevo intravisto sulla classica. Una voce mi è familiare, accento spezzino. Tento:” Biffignardi?”, Si! è proprio lui! L’Apuanista per eccellenza. é stato un onore conoscerlo in queste circostanze, avendo letto quasi tutti i suoi scritti su questo sito. Mi chiede se sono da solo e che assicuratore uso. Dopo i complimenti, come un miraggio sparisce insieme alla compagna nel Pirosetto. Avrò sognato?
    Per il resto della via passano altri due ragazzi, prima strabuzzano a vedermi da solo, poi chiedono informazioni sul Pirosetto, e anche loro spariscono. Dopodiché rimango da solo. Solo. Uscito mi sento felice, soddisfatto, urlo per scherzare:” Cumbreee!” come gli alpinisti spagnoli. Dopo aver smontato l’ultimo facile tiro, mi spoglio dal materiale e mi godo tutto: L’isolamento, l’essere in alto, Il verde dorato del paleo, le cicale nascoste nei cardi e i giochi delle amiche nuvole, che per quasi tutta la via mi hanno protetto dal sole e alla fine, quasi come un regalo, mi lasciano la vista sulla costa e l’Alta Versilia. Forse è anche questo che cerco.

    Adesso però mi tocca scendere. sono stanco, dopo praticamente 10 tiri. E devo andare a salutare mio nonno a Pietrasanta. Poi correrò a casa, con tutte le sensazioni ancora addosso, progettando già la prossima salita.

    #53083
    Treva
    Partecipante

    Aggiungo un paio di info tecniche: Il primo tiro è difficile da sbagliare, si sta a destra del pilastro bianco triangolare, si rinvia un cordone in clessidra e poi si punta verso  in alto a destra destra, lungo una placca che accenna a essere diedro, fix nuovi con piastrine artigianali. Probabilmente si tende a sbagliare e andare sulla via a sinistra, con il primo spit da 8mm in alluminio. La prima sosta è in comune con la classica poi si punta sempre in alto a destra verso uno spit con fettuccia rossa appena sopra un tettino. Terzo tiro magnifico, impossibile sbagliarsi. Al quarto tiro allungare bene le protezioni sennò bestemmiate. Io ho sostato appena uscito dallo strapiombo sulla prima cengia, per problemi di peso delle corde, su uno spit e un totem rosso piazzato in una fessura a sx dello spit. Il breve muretto poi l’ho superato più a sinistra. Quinto tiro in libera lettura per bella placca con chiodi qua e là.

    #53084
    alberto
    Partecipante

    Caro S………, metto solo l’iniziale così la mamma, anche se legge qui,  non ti scopre :yahoo:   COMPLIMENTI per la passione che dimostri.

    Che dire delle solitarie, qualcuna ne ho fatta, sia su roccia che d’inverno su ghiaccio e misto. E’ una bella sensazione, sei solo te e la montagna, solo te a decidere. Le solitarie possono essere veloci o possono essere lente, possono essere pulite o possono essere tecniche, possono essere azzardate o possono essere molto prudenti. Ad ognuno la propria scelta.

    Che bello vedere che ci sono giovani che fanno queste cose e le raccontano con tanto sentimento ed emozione.

    BRAVO!!

    #53085
    alebiffi86
    Partecipante

    Ciao Treva! scusami, ti rispondo solo adesso perchè nei giorni scorsi non ho avuto molto tempo per entrare sul forum; allora, andiamo per ordine: innanzitutto ti faccio i miei più sinceri complimenti per le tue imprese.. scalare in solitaria non è da tutti, per non parlare poi di farlo slegati.. chapeau! il free solo per me rimarrà sempre un “wet dream”, per cui tutta la mia ammirazione per te; mi sento solo di fare un banale e scontato invito alla prudenza.. tieni conto che l’arrampicata in auto sicura sta evolvendo ed esistono tecniche e sistemi di back up che oggi garantiscono un margine di sicurezza maggiore del passato ( ad esempio c’è un ingeniere messicano che ha brevettato e prodotto un sistema dedicato al lead rope solo che a mio avviso è piuttosto affidabile.. si chiama “el mudo”, cercalo! ); fatta questa inutile premessa (inutile in quanto ti sarà già ovvio quello che ho detto), sono contento che ci siano giovani come te che ancora sentono la necessità di misurarsi con se stessi e di fare un alpinismo con la A maiuscola.. di nuovo bravo! per quanto riguarda la seconda parte del tuo post ti dico questo: sono stato veramente lusingato dai complimenti che mi hai fatto e dall’apprezzamento dimostratomi e ti ringrazio di cuore ma sinceramente non sento di meritarlo; hai parlato di “onore” per avermi incontrato e francamente mi pare davvero troppo.. la mia attività può avere avuto un modesto valore dal punto di vista della riscoperta storica, dell’avventura, forse della fantasia ma su queste montagne ci sono decine e decine di persone che al sottoscritto mangiano la pappa in testa in quanto a capacità, livello tecnico e numero di aperture/ripetizioni effettuate; direi che in primis il signore che ti ha commentato il post prima di me (che è amico di entrambi) ha alle spalle un’attività che vale dieci, cento, mille volte più della mia! tenendo conto inoltre che si parla sempre di una piccola realtà locale (sicuramente meravigliosa eh!) e che come usciamo dalla regione non sanno neppure chi siamo.. almeno, parlo per me; quindi ripeto, ho avuto un gran piacere nel ricevere i tuoi complimenti ma ho il dovere di riportare tutto ad una dimensione più realistica; pensa che la bella figliola che era con me mi ha chiesto se ti avessi pagato in anticipo per stare lassù e fare quel commento al fine d’impressionarla :yahoo: .. ammetto che ci si siamo fatti un sacco di risate!! insomma concludendo, ti faccio tanti cari auguri per il tuo alpinismo, continua così ma cerca sempre di riportare la pelle a casa.. e quello lo puoi fare solo curando sempre più la parte tecnica, fisica e direi anche.. spirituale!

    • Questa risposta è stata modificata 1 mese, 1 settimana fa da .
    #53087
    GiovanniTecchia
    Amministratore del forum

    Oh Ale, ti hanno già fatto il monumento, mica male. Strano che ti abbiano riconosciuto per l’accento spezzino, belin!

    #53088
    alebiffi86
    Partecipante

    Belin Gio!! è inconfondibile :yahoo: :yahoo: :yahoo: :yahoo:

    #53089
    Treva
    Partecipante

    Ale, scusa il ritardo nella risposta ma ero in ferie e mi sono staccato da tutto. Non credo di aver esagerato con il termine onore. Magari si, ma di sicuro provo stima nei tuoi confronti. Una persona può essere forte quanto vuole, ma se non ci mette anche l’anima e la testa rimane una persona vuota secondo me. Ho conosciuto tanta gente che arrampica, e anche forte, ma la maggior parte vive il tutto come una bellissima attività fisica, con una leggerezza che mi sta bene in falesia ma non in montagna. Dai tuoi scritti si legge bene il tuo modo di vivere la montagna, e mi piace! Ci sarà sempre gente più forte, con un curriculum più ampio, ma ahimè non li conosco. Se li conoscessi mi piacerebbe aver l’onore di incontrare pure loro!
    La cosa che mi ha fatto impazzire  del nostro incontro è stata appunto la casualità nel beccarsi in quella situazione. una probabilità molto bassa. Poi dopo tutti gli scritti che ho letto su di te, tutto ambientato in Apuane, era nata una specie di mitizzazione nei tuoi confronti.

    Conosco la tua voce e l’accento spezzino dal video su youtube dove parli dei chiodi da roccia!
    Grazie per i complimenti :heart:   e infine viva la nostra piccola realtà: le Apuane!

    #53090
    alebiffi86
    Partecipante

    Va bene dai, allora mi tengo i complimenti e me li godo :yahoo: e viva le Apuane!! :yahoo: :yahoo: :yahoo:

    #53091
    alberto
    Partecipante

    era nata una specie di mitizzazione nei tuoi confronti.

    come scriveva  Gian Piero Motti nelle “Antiche Sere”:

    “[…]. Ed è per questo che mi sono preso l’arbitrio di usare tanto MITO nel battezzare le pareti:  Lo si voglia o no, è nel MITO che possiamo trovare il senso del nostro esistere e la risposta ai grandi perchè della vita”.

     

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