Etica della Montagna

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  • Questo topic ha 87 risposte, 9 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 12 anni fa da fabrizio.
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  • #11048
    alberto
    Partecipante

    si la "montagna se ne frega di noi" ma la montagna non ha armi ne parole per difendersi dall’aggressione di noi uomini. Quindi siamo noi uomini che la dobbiamo difendere e preservare.

    E per le Apuane non ? nemmeno vero il detto che quando noi uomini non ci saremo pi? loro saranno sempre li.
    Perch? ogni giorno che passa ne sparisce un pezzo sempre pi? grande. Ogni giorno scendono a valle dalla sola strada del Cipollaio decine di camion ed ognuno porta da 40a 50 tonellate di materiale . Percorro questa strada tutte le mattine e lo so bene!

    Quindi ? giusto che nelle cose, nelle parole e nelle iniziative ci vuole equilibrio e non si pu? e non si deve imporre la democrazia con la guerra perch? ugnuno ha la sua cultura e senso della vita ma non si pu? nemmeno sempre porre l’altra guancia a chi certi principi di rispetto verso la montagna e verso gli uomini non se li pone affatto, prima agisce poi trova mille scuse per giustificarsi sotto il tacito silenzio di chi invece dovrebbe impedire certe azioni. Prima si lasciano fare facendo finta di non vedere poi si interviene ma oramai il danno ? fatto.

    Passi il David o il Mos? di Michelangelo ma che i nostri monti finiscano in un tubetto di dentifricio o in un sacco della Bortolo Fassa ? veramente triste.

    Il fatto che adesso siamo qui a parlarne ? senza dubbio una buona cosa, con la speranza che la discussione si allarghi sempre di pi?.

    #11050
    Anonimo
    Ospite

    penso tu abbia detto la cosa pi? giusta,stiamo a guardare la pagliuzza quando quagli stron.. tolgono tronchi dalle apuane,in riferimento poi alle nuove scritte minacciose contro il parco.

    #11051
    Anonimo
    Ospite

    bonatti scritto:


    ma non si pu? nemmeno sempre porre l’altra guancia a chi certi principi di rispetto verso la montagna e verso gli uomini non se li pone affatto, prima agisce poi trova mille scuse per giustificarsi sotto il tacito silenzio di chi invece dovrebbe impedire certe azioni. Prima si lasciano fare facendo finta di non vedere poi si interviene ma oramai il danno ? fatto.

    Passi il David o il Mos? di Michelangelo ma che i nostri monti finiscano in un tubetto di dentifricio o in un sacco della Bortolo Fassa ? veramente triste.

    E’ pi? che giusto ci? che dici, io mi riferivo alle questioni etiche che interessano solo l’aspetto verticale della montagna.
    Discussioni che regolarmente si ripropongono e portano a disquisire di qualche chiodo a pressione (neanche spit) che una volta non c’era e poi ? venuto fuori ad occhieggiare rassicurante sul passaggio.
    E gi? fiumi di parole.
    E poi con le nostre macchine su per le strade, con gli sci e gli impianti che costruiamo, con la quotidiana distruzione dell’ambiente che pi? o meno indirettamente facciamo diveniamo ad un tratto integralisti della purezza per quell’unico aspetto che ? l’arrampicata.
    Mi pare un p? contraddittorio.

    #11052
    alberto
    Partecipante

    nuott scritto:

    bonatti scritto:
    [quote]

    ma non si pu? nemmeno sempre porre l’altra guancia a chi certi principi di rispetto verso la montagna e verso gli uomini non se li pone affatto, prima agisce poi trova mille scuse per giustificarsi sotto il tacito silenzio di chi invece dovrebbe impedire certe azioni. Prima si lasciano fare facendo finta di non vedere poi si interviene ma oramai il danno ? fatto.

    Passi il David o il Mos? di Michelangelo ma che i nostri monti finiscano in un tubetto di dentifricio o in un sacco della Bortolo Fassa ? veramente triste.

    E’ pi? che giusto ci? che dici, io mi riferivo alle questioni etiche che interessano solo l’aspetto verticale della montagna.
    Discussioni che regolarmente si ripropongono e portano a disquisire di qualche chiodo a pressione (neanche spit) che una volta non c’era e poi ? venuto fuori ad occhieggiare rassicurante sul passaggio.
    E gi? fiumi di parole.
    E poi con le nostre macchine su per le strade, con gli sci e gli impianti che costruiamo, con la quotidiana distruzione dell’ambiente che pi? o meno indirettamente facciamo diveniamo ad un tratto integralisti della purezza per quell’unico aspetto che ? l’arrampicata.
    Mi pare un p? contraddittorio.[/quote]

    si forse ? contraddittorio discutere di "spit si, spit no" (chiodi a pressione non credo proprio forse li usa pi? solo Rabanser…e per giunta spessorati con zeppette di legno….:S ) non ? certo uno spit che distrugge l’ambiente su questo non ci piove, ma alpinisticamente, se usato male o di troppo pu? essere distruttivo.

    Quindi credo siano due problematiche diverse che portano a discussioni diverse.
    Una riguarda l’aspetto alpinistico.
    L’altro ambientale di salvaguardia di un territorio.

    A me interessano tutti e due.
    Uno perch? mi sento pi? alpinista che arrampicatore con una maggiore predilizione per l’aspetto avventuroso di questa attivit? e l’altro perch? amo queste montagne e ci vivo .

    #11054
    Anonimo
    Ospite

    Si, essere qui a parlarne ? proprio una buona cosa, anzi, forse ? la migliore che ci sia.

    Mi sembra che a molti utenti di questo forum non manchi la voglia di mettersi in gioco e anche di animarsi su questioni del genere. Direi che questo ? un ottimo inizio!

    Come ho esordito nel primo intervento secondo me in montagna avviene semplicemente quello che avviene anche altrove: una fruizione utilitaristica.
    Per utilitaristica intendo che io prendo quello che voglio, e non semplicemente quello che c’?. Per esempio, io come alpinista, voglio andare a fare una via, e VOGLIO una via: poco camminare, io voglio scalare, poca erba, io faccio roccia, pochi sfasciumi, che le difficolt? devono essere omogenee, poco rientro, che sono stanco e voglio la birra.
    Se questo ? l’atteggiamento non mi sento in diritto di sostentere che l’alpinismo sia migliore dell’industria del marmo. Si tratta in ogni caso di un approccio violento ed egoistico.
    C’? chi in un blocco di marmo ci vede il David, chi una via, chi un soggetto per una foto, chi "solo" un mucchio di soldi. l’imporre la propria visione ? sempre una violenza. E’ una violenza chiodare una via, ? una violenza schiodarla, ? una violenza mettere una madonnina sul Sagro, ? una violenza decapitarla. E allora? Non fare nulla? Immagino che chi come Bonatti "…amo(a) queste montagne e ci vivo(e)." non pu? certo permettersi/accontentarsi di non partecipare/contrastare ci? che sta avvenendo. E ha ragione.

    Io penso che dobbiamo salvaguardare quei valori di cui la montagna pu? pi? di altri luoghi essere Maestra. Credo che sia finalmente giunto il tempo in cui il CAI possa riprendere con maggior vigore la propria missione primaria: "promuovere l?alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale."
    Penso che noi come forum possiamo contribuire nella discussione e nel confronto a creare quella coscienza comune che ? indispensabile per testimoniare e salvaguardare questi valori.
    Se questo ? poco… andiamo a dare fuoco alle ruspe, a decapitare madonne (che tanto poi, se Ges? ? risorto, figurati se non pu? ricomparire una madonnina, nessun intento blasfemo e se ho offeso la sensibilit? di qualcuno mi scuso), facciamoci portavoce di un estremismo che ci estromette dalla societ? e appanna i nostri valori.

    #11055
    Marco di AS
    Partecipante

    STR, ? poco che scrivi sul forum ma mi sa che abbiamo fatto proprio un ottimo acquisto! :) :) :)

    Sarebbe bello e utile trovarsi a parlare assieme di tutto questo anche di persona, se vi va. In un raduno una volta tanto meno mangereccio e pi? di sostanza (non che in quelli mangerecci la sostanza mancasse…). Che ne dite, admin?

    Marco

    #11059
    fabrizio
    Amministratore del forum

    La cosa ? molto interessante e quindi consideratemi disponibile!!!;) Bella discussione…

    #11062
    alberto
    Partecipante

    STR scritto:

    Si, essere qui a parlarne ? proprio una buona cosa, anzi, forse ? la migliore che ci sia.

    Mi sembra che a molti utenti di questo forum non manchi la voglia di mettersi in gioco e anche di animarsi su questioni del genere. Direi che questo ? un ottimo inizio!

    Come ho esordito nel primo intervento secondo me in montagna avviene semplicemente quello che avviene anche altrove: una fruizione utilitaristica.
    Per utilitaristica intendo che io prendo quello che voglio, e non semplicemente quello che c’?. Per esempio, io come alpinista, voglio andare a fare una via, e VOGLIO una via: poco camminare, io voglio scalare, poca erba, io faccio roccia, pochi sfasciumi, che le difficolt? devono essere omogenee, poco rientro, che sono stanco e voglio la birra.
    Se questo ? l’atteggiamento non mi sento in diritto di sostentere che l’alpinismo sia migliore dell’industria del marmo. Si tratta in ogni caso di un approccio violento ed egoistico.
    C’? chi in un blocco di marmo ci vede il David, chi una via, chi un soggetto per una foto, chi "solo" un mucchio di soldi. l’imporre la propria visione ? sempre una violenza. E’ una violenza chiodare una via, ? una violenza schiodarla, ? una violenza mettere una madonnina sul Sagro, ? una violenza decapitarla. E allora? Non fare nulla? Immagino che chi come Bonatti "…amo(a) queste montagne e ci vivo(e)." non pu? certo permettersi/accontentarsi di non partecipare/contrastare ci? che sta avvenendo. E ha ragione.

    Io penso che dobbiamo salvaguardare quei valori di cui la montagna pu? pi? di altri luoghi essere Maestra. Credo che sia finalmente giunto il tempo in cui il CAI possa riprendere con maggior vigore la propria missione primaria: "promuovere l?alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale."
    Penso che noi come forum possiamo contribuire nella discussione e nel confronto a creare quella coscienza comune che ? indispensabile per testimoniare e salvaguardare questi valori.
    Se questo ? poco… andiamo a dare fuoco alle ruspe, a decapitare madonne (che tanto poi, se Ges? ? risorto, figurati se non pu? ricomparire una madonnina, nessun intento blasfemo e se ho offeso la sensibilit? di qualcuno mi scuso), facciamoci portavoce di un estremismo che ci estromette dalla societ? e appanna i nostri valori.

    "….fruizione utilitaristica…" ecco perch? spesso nei miei pallosi interventi ripeto , che non bisogna trasformare la montagna in un LUNA PARK VERTICALE, dove la montagna viene sempre pi? consumata e sempre meno vissuta.

    E il CAI deve farsi portavoce di meno rifugi, oggi diventati alberghi/ristoranti, e pi? alpinismo e cultura alpina.
    Questo anche nelle scuole di alpinismo e arrampicata del CAI che dovrebbero trasmettere meno tecnologia e pi? senso della montagna.

    #11064
    Anonimo
    Ospite

    bonatti scritto:

    "….fruizione utilitaristica…" ecco perch? spesso nei miei pallosi interventi ripeto , che non bisogna trasformare la montagna in un LUNA PARK VERTICALE, dove la montagna viene sempre pi? consumata e sempre meno vissuta.

    E il CAI deve farsi portavoce di meno rifugi, oggi diventati alberghi/ristoranti, e pi? alpinismo e cultura alpina.
    Questo anche nelle scuole di alpinismo e arrampicata del CAI che dovrebbero trasmettere meno tecnologia e pi? senso della montagna.

    Basta prendere una guida d’arrampicata "moderna"… schizzi super schematici e tecnici; avvicinamento 2 righe, discesa anche meno. Non parliamo poi della storia della via e degli apritori…
    O come dovrebbe nascere il rispetto per le vie??? (e tutto il resto).

    Se ? questo che offriamo e proponiamo delle nostre montagne… ben vengano i camion che pi? veloci della normale erosione le possano portare al mare!

    Un giorno in un libro di escursionismo Apuano ho visto una foto. Mi ha colpito talmente tanto che ho desiderato poter andare a vedere con i miei occhi quel posto e toccare con le mie mani quelle rocce. E’ stata la prima volta che ho arrampicato e usato la corda.
    Tutte le pi? belle escursioni/arrampicate sono nate da una foto, un racconto, una relazione. Sono nate da un desiderio.
    A mio avviso la cosa migliore che possa fare il CAI ? proprio far nascere e poi coltivare questo desiderio, questa curiosit?. Per educare non si deve spegnere la sete di conoscenza portando la montagna alla gente (ovvero vie plaisir, ferrate sportive rifugi carrozzabili) ma piuttosto rendere questa sete insopportabile facendo "annusare" la montagna alla gente!

    Io penso che questa sia una missione in cui il forum potrebbe avere (e ha gi?, indipendentemente dai miei desideri e scarsi contributi) un ruolo non indifferente.

    E scusate per la raffica di interventi! :P

    #11065
    Marco di AS
    Partecipante

    Macch? scusate, ben vengano! :woohoo:

    Marco

    #11066
    Anonimo
    Ospite

    Una sola nota. Quando si parla di CAI si parla di un’associazione con circa 315000 soci e sedi in tutta italia. Tutti volontari, tutti appassionati e tutti con una grande voglia di andare in montagna. Purtroppo per? andando in montagna non si fa quello che dite, non si fa educazione, non si rende la sete insopportabile. Per fare questo bisogna regalare un po’ del proprio tempo a questa attivit?. Non esiste un signor CAI, esistono tanti soci e tanti appassionati, esistono persone che, rubano del tempo al lavoro, alla famiglia e alla passione per la montagna per accompagnare adulti o ragazzi per monti, per insegnare tecniche, ma soprattutto per trasmettere passione, amore e rispetto per la montagna in particolare, ma per tutta la natura in generale.
    Questo credo che tenti di fare il CAI, o meglio i suoi soci, commettendo errori a volte grossolani, sbagliando qualcosa ogni volta, rischiando sempre di persona.
    Detto questo sono d’accordo con tutto quello che dite, anche se quando guardo la Piet? di Michelangelo piango per l’emozione, quando guardo un tubetto di dentifricio per la rabbia.
    E se si organizza qualcosa cercher? di esserci
    Franco

    #11067
    guido
    Partecipante

    ho letto molti spunti interessanti e di rilevo in questa discussione, con considerazioni giuste.

    Innanzitutto tengo a sottolineare che negli ultimi 10 anni il CAI delle apuane (le 9 sezioni intendo), ha fatto davvero tanto. Dal 2000 quando ho iniziato ad oggi ho visto grandi cambiamenti e migliorie ma la strada ? molto lunga ed impervia. Io mi sono sacrificato in primis tentando di dare una mano ma il problema ? sempre lo stesso: siamo pochi.

    Faccio un es. parlando della sezione di Pietrasanta perch? ne faccio parte e quindi posso parlare. La sezione consta di c. 400 soci, di attivi per la sezione c.15 e sul territorio anche meno di 10. Non ? un caso isolato, tutte le sezioni sono pi? o meno cos?. Lavoreranno sul territorio 60 persone x 800 km di sentieri, poco direi.

    Ci si mettono i vandali, quelli che segnano di blu, quelli che fan saltare i cartelli, le moto da trial, le intemperie, l’incuria del territorio e soprattutto una forte tendenza delle persone a NON proporsi in prima persona a dare una mano. Discorsi tanti tanti, ma poi al ritrovo alle 7 pochi, sempre gli stessi.

    Faccio questa domanda: la domenica dopo una settimana di lavoro ? meglio il girettino al mare tranquillo con na bella magnata o mettersi a vangare 400 m di zolle di palero sotto una pioggia a 3 gradi in Arni (l’ho fatto poco tempo fa, la sera non stavo in piedi…).

    Vedo ormai poca cultura andando in montagna (anche sabato al termine 4 moto da trial sulla mulattiera), l’unica cosa che posso fare ? aiutare la sezione quando/come posso e scrivere la mia guida da 12 anni a questa parte dando importanza ad ogni singolo metro di queste montagne con notizie storiche, toponomastica, storie, nomi, localit?, cronaca alpinistica e comprando libri sulle apuane (ho da poco toccato quota 665 libri), e ringrazio anche oggi quelli che mi hanno aiutato, supportato e passato relazioni.

    Dobbiamo metterci tutti insieme e fare, ma anche in questo caso non siamo tanti. Ma con questo non voglio dire che in pochi i risultati non si ottengono, si ottengono eccome invece ma con pi? tempo e pi? sacrificio dei pochi interessati.

    Se vogliamo vederci per parlare di questo e altro va bene, per? sarebbe auspicabile anche la presenza di persone che non abbiamo mai visto ai nostri raduni per inserire anche nuovi pareri e nuove considerazioni.

    ciao a tutti

    #11070
    fabrizio
    Amministratore del forum

    Potremmo fare in un rifugio…cos? ci facciamo una passeggiata e poi ci troviamo a discutere. Magari stimola la curiosit? anche a qualcuno nuovo… Che ne dite?

    #11076
    alberto
    Partecipante

    voglio chiarire che non faccio il processo al CAI anche perch? ne faccio parte dal 1979 come socio e dal 1984 come istruttore e so benissimo che tutti noi siamo dei volontari che sacrificano il proprio tempo libero e la famiglia per lavorare nel CAI che certo non ci retribuisce.
    Ma visto che il CAI ? una grossa associazione ramificata su tutto il territorio e che ha per scopo la promozione dell’ALPINISMO e della CULTURA ALPINA credo dovrebbe fare un p? di ripensamento. Pensare un p? meno ad ingrandire sempre di pi? i rifugi e a fare meno ferrate. Anche nella scelta a chi affidare la gestione del rifugio ci dovrebbe essere una maggiore attenzione. Spesso i rifugisti non sanno nulla (e non gli frega di saperlo) della storia alpinistica dei monti e delle pareti che circondano il rifugio, non si preoccupano di sapere al mattino la gente su che vie va, non si preoccupano di sapere alla sera se la gente ? rientrata da quella salita e alle 16 gi? chiudono tutto e se ne vanno.
    Eppure il rifugio ? posto di chiamata di soccorso.
    Quanto alle scuole CAI, di cui faccio parte, per come la vedo io nei corsi si pensa troppo al grado tecnico , la gente vuole subito partire dal 6a, oggi sembra diventato il grado base, una volta c’era il III grado. Per fare questo si portano gli allievi su vie preconfezionate, completamente attrezzate a fix e catene e gli si insegna il metodo Caruso ma di prendere il martelo in mano e piantare chiodi? quando mai visto che basta andare dietro ai fix.
    Queste vie didatticamente possono essere utili da un punto di vista arrampicatorio ma per l’aspetto alpinistico hanno decisamente poco da insegnare e trasmettere.
    Certamente c’? l’aspetto della responsablit? che non va sottovalutato, se succede un’incidente e siamo su una via schiodata e di roccia friabile, qualcuno ci potrebbe contestare il perch? siamo li con l’allievo.
    I corsi oltre ad insegnare la monovre di corda che certamente devono essere fatte bene per prevenire incidenti, dovrebbero trasmettere la cultura, la curiosit? di andare altre il solo grado tecnico, trasmettere il valore della vetta, ed invece si pensa al solo aspetto arrampicatorio e quindi quando la via ci sembra meno interessante gi? doppie.
    Eppure anche la roccia friabile regala itinerari bellissimi su pareti bellissime. basta pensare alle pareti nord delle Tre Cime di Lavaredo dove certamente la roccia non ? marmorea. Ma vuoi rinunciare a salire una di quelle pareti solo perch? la roccia ? gialla?

    Oggi quanti di quelli che vanno a fare la GAMMA al Procinto vanno oltre la cengia ed escono in vetta?
    Eppure i 2 tiri sopra la cengia sono bellissimi, aerei e tecnici. Ma 3 miseri…. passaggi su staffe spaventano pi? di un passo di 6b. Per poi sentire dire: ho fatto la GAMMA…. ma la via finisce in cima!
    Oppure ho fatto il Supercouloir del Tacul ma in effetti al termine della parte pi? tecnica si scende in doppia mentre Gabarrou e Boiven 30 anni fa!! con piccozze dritte e 3 viti della minchia sono usciti in vetta.

    #11079
    guido
    Partecipante

    Molto bene direi, propongo il Rifugio Puliti in Arni. Da anni luogo abbandonato e poco frequentato ma che dall’anno scorso ha nuova vita con il nuovo gestore Marco Frati (che di montagne e di gestione di rifugi se ne intende…). Direi che non c’? posto migliore, un p? a met? strada per tutti…Quando facciamo? Diciamo che la presenza di quelli che sono intervenuti di pi? in questo topic ? d’obbligo…

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