Etica della Montagna

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  • Questo topic ha 87 risposte, 9 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 12 anni fa da fabrizio.
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  • #11005
    guido
    Partecipante

    ? una cosa orrenda, di segni rossi cos? in quel tratto ? da un p? che ci sono…ma vedo che qui hanno fatto un’opera di ripasso…
    mah…

    per l’appunto oggi mi ? arrivata tramite la sezione CAI di Lucca questo ennesimo comunicato..ve lo espongo per conoscenza e ripasso:

    Visto il continuo ripetersi che persone non autorizzate segnano i percorsi cosiddetti di vetta in modo
    da invitare ad una maggiore frequentazione di alcune cime difficili e pericolose come il Monte
    Pisanino, il Pizzo d’Uccello, il Monte Freddone ed il Monte Corchia. Questi itinerari Alpinistici non
    possono essere frequentati da tutti coloro che fanno trekking, se non sono accompagnati da Guide o
    Istruttori.

    Oltre 10 anni fa la Commissione Escursionismo Toscana del CAI ed il suo Gruppo Lavoro Sentieri
    decise di non segnalare piu i sentieri di vetta segnalando di bianco/rosso solo alcuni itinerari piu
    facili che attraversano la montagna, assegnandoli un numero; tutto questo avvenne per ragioni di
    sicurezza e per adeguarsi alle regole CAI Nazionali che in nessun Gruppo Montuoso segna i
    percorsi che portano sulle cime delle montagne.

    Altre segnalazioni riguardano dei non amanti della montagna che imbrattano con vernici spray le
    cime minori, come il Monte Croce che, anche per ragioni di Tutela Ambientale, non hanno alcun
    bisogno di essere segnalate. Altrettanto vale per coloro che si permettono di deviare sentieri ufficiali
    CAI cancellando i segni bianco/rossi e togliendo i paletti indicatori, come accaduto sul sentiero 101
    sulle Apuane Meridionali.

    Ci sembra doveroso segnalare da parte nostra che la Legge Regionale 17/98 sulla viabilita minore
    stabilisce regole precise per 1’eventuale segnalatura di nuovi percorsi oltre a quelli inseriti nella Rete
    Escursionistica Toscana; dette regole si riferiscono ad autorizzazioni, tipologia dei segni, colore che
    puo essere solo bianco e rosso. Inoltre la Legge prevede delle cospicue sanzioni per chi danneggia i
    sentieri CAI inseriti nella R.E.T. .

    Tutto questo ? altresi ribadito nel Regolamento del Parco Regionale della Alpi Apuane.

    La Commissione Sentieri Toscana del C.A.I.

    #11009
    fabrizio
    Amministratore del forum

    Una semplice domanda che vorrei leggessero gli autori dei "dipinti su piante" …ma veramente pensate di far bene???:blink:

    #11021
    Anonimo
    Ospite

    Ieri siamo saliti sul Freddone, scendendo dalla normale da segnalare il delirio di segni blu (praticamente uno ogni metro) presente ovunque… il sentiero ? evidentissimo, perch? marchiarlo in quel modo?? :blink:

    #11023
    alberto
    Partecipante

    ekhnaton scritto:

    Ieri siamo saliti sul Freddone, scendendo dalla normale da segnalare il delirio di segni blu (praticamente uno ogni metro) presente ovunque… il sentiero ? evidentissimo, perch? marchiarlo in quel modo?? :blink:

    Perch? non bisogna "PENSARE"

    #11027
    Anonimo
    Ospite

    Altro caso di scempio segnalatorio che mi viene in mente (forse non lo avevamo citato finora): quest’inverno salendo il Prana da Casoli avevamo trovato degli orribili e come al solito frequentissimi segni FOSFORESCENTI per un lungo tratto dalla foce verso la cima. Ovviamente con sentiero gi? segnalato ufficialmente dal CAI e comunque ben evidente.

    La cosa che mi d? da pensare ? che questi obbrobri, mi sembra, si sono diffusi enormemente negli ultimi 2-3 anni (solo in questo topic ne sono stati citati una decina almeno). Prima io non ricordo casi del genere, e le Apuane le giro regolarmente da una decina d’anni: anzi i problemi erano legati semmai alla segnalazione insufficiente dei sentieri CAI.
    Che succede?
    Io ho sempre pi? l’impressione che tutto ci?, almeno in qualche caso, sia fatto con dolo, come fosse una specie di sabotaggio. Perch? alcune situazioni non riesco a spiegarmele in altro modo. Fare tutti quei segni, oltre che essere completamente inutile, porta via temo e denaro agli autori di queste "opere". Non ci guadagna nessuno quindi.

    #11028
    alberto
    Partecipante

    senza dubbio c’? del dolo come dice te e del puro vandalismo, purtroppo oggi non si sa come divertirsi.

    Per? tutti segnano, ogni associazione segna: il CAI segna a dismisura , i boy scout segnano, le gradi traversate hanno i lori simboli, chi organizza corse in montagna segna e mette strisce di plastica per chiudere sentieri senza poi porsi il problema di ripulire.
    Senza poi considerare cartelli vari , paline, ect., ect.

    Il Cai dovrebbe farsi promotore di una controtendenza: SEGNARE MENO

    #11035
    Marco di AS
    Partecipante

    La questione non ? nuova, purtroppo, e non ? di facile soluzione. Non credo per? si possa ipotizzare un vero e proprio vandalismo, certamente una mancanza di educazione al rispetto ambientale della montagna.
    Credo che buona parte della responsabilit? sia da addebitare alle corse in montagna: per queste il percorso dovrebbe essere segnalato solo con cartelli che poi si possano rimuovere, come ho visto da qualche parte.
    Penso che di questi argomenti debba farsi carico inizialmente la commissione paritetica Parco-Cai per giungere alla istituzione di una commissione permanente congiunta per la sentieristica nelle Apuane, che tiri dentro altri soggetti competenti o interessati (comunit? montane e associazioni) e riesca ad attivare forme di gestione e di controllo. ? un’idea che ho da tempo e che potrebbe essere attuata a prescindere dalla evanescenza del Parco, anzi proprio per questo motivo.
    Quanto al fatto che il Cai segni troppo, parliamone pure. Comunque, come ricordava Guido, la segnaletica sui sentieri di vetta ? stata abolita. La rete sentieristica attuale ? certamente nutrita ma non mi sembra esagerata e i criteri di segnalazione da parte di tutte le sezioni mi sembrano complessivamente rispettosi. Del resto, il Cai ha un compito cui credo non possa sottrarsi: favorire la pratica dell’escursionismo nelle maggiori condizioni di sicurezza possibili.
    Per quanto riguarda i percorsi non Cai che qualcuno volesse segnare, ne abbiamo parlato altre volte: c’? l’ecologico sistema degli ometti, dato che sulle Apuane i sassi non mancano di certo. ;)

    Marco

    #11037
    alberto
    Partecipante

    segnalare, dare indicazioni sulle localit? va bene ma non esageriamo. Le Apuane non sono mica la Patagonia o la terra di Baffin, da qualunque parti ti giri vedi costruzioni, cave , strade e paesi. Quindi ci si potr? anche perdere ma non per molto.

    #11038
    Anonimo
    Ospite

    I segni per le corse in montagna sono un esempio di una fruizione sempre pi? opportunistica della montagna. Cos? come le reti delle piste da sci che rimangono in piena estate, le tracce dei pic-nic, i rifugi a portata d’auto o, perch? no, le vie di arrampicata plaisir (poco avvicinamento, difficolt? omogenee, protezioni pi? che sufficienti… cos? si pu? portare solo i rinvii ;) ).
    Per chi non condivide questa visione pare che sia naturale ergersi a giudice, condannare e scagliare anatemi etichettando i ?colpevoli? come vandali ed invocando un maggiore rispetto in nome di una non meglio definita sacralit? della montagna e di tutto ci? che la riguarda.
    Io credo che il rispetto non nasca spontaneo ma sia la conseguenza di un percorso si scoperta, educazione e conoscenza che deve nascere (o essere seminato) nell’individuo e che si sviluppa pi? o meno rigogliosamente secondo la sensibilit? di ognuno.
    Per contro penso che commissioni, regole ed organi di controllo non siano altro che la materializzazione del proprio desiderio di imporre agli altri la propria visione della montagna (o del mondo intero). Non ci vogliono pi? regole e controlli, ma pi? cultura e formazione.
    Quanti arrampicatori discutono per ore dell’eticit? di chiodatura, protezione e progressione e poi fregarsene a cuor leggero delle piante rupestri che vengono bellamente sbarbate dalle fessure perch? ?sciupano? la via. E’ questa maleducazione? O piuttosto semplice ignoranza?
    Io stesso, per pura ignoranza ho fatto cose che con la sensibilit? di oggi giudico ?vandaliche?… eppure nel mentre non ero in grado di valutarle come tali. Sono certo che ancora oggi purtroppo continuo ad avere atteggiamenti e comportamenti che danneggiano quello che mi circonda e sono irrispettosi verso qualcosa e qualcuno.
    D’altra parte azzardando, giusto per provocazione, come si decide che andare a giro per monti per svago sia pi? nobile che cavare il marmo? E chi ha il coraggio di sostenere che il David di Michelangiolo o la Torre di Pisa non sia valso il taglio di una cava?
    Tante volte si contrappone i ?montanari? ai ?cittadini?. Le esigenze di chi la montagna la vive, (anche suo malgrado), con quelle di chi la sfrutta (magari perfino con piacere)… e spesso tra questi due termini si fa grossissima confusione! Alcuni ?capitalisti idealisti? teorizzano che basterebbe che i civilissimi cittadini ?insegnassero? ai bifolchi indigeni che il parco ? una risorsa… concetto che trovo agghiacciante nelle sue implicazioni di etica sociale, un po’ come esportare la democrazia con la guerra.
    Invece di invocare arbitri e giudici, perch? non farsi promotori di quella conoscenza da cui inevitabilmente nasce il rispetto?

    #11039
    Tula82
    Partecipante

    bonatti scritto:

    ci si potr? anche perdere

    Che secondo me tanto male non fa… stimola il senso dell’orientamento B)

    Sai quante volte mi ? capitato :whistle:

    #11040
    Anonimo
    Ospite

    Io propendo anche per la follia…. sul Freddone hanno segnato di blu anche la croce :blink: (vedere per credere!!!)

    #11043
    Marco di AS
    Partecipante

    Beh, certo, se hanno segnato anche la croce… forse volevano suggerire di salire anche quella! :S

    STR, in merito al fattore educativo sono pienamente d’accordo, e anche sul fatto che il rispetto nasca dalla conoscenza. Ho sembre cercato, soprattutto delle Apuane, di sapere tutto il possibile non solo dei monti ma anche della loro gente e della loro storia. Ma proprio per questo so quanto era diversa la montagna in tempi neppure troppo lontani, che ? inutule rimpiangere ma che non possono essere dimenticati se si vuole ripartire col piede giusto. Sul discorso del marmo utilizzato per la Torre di Pisa o il David, ad esempio, niente da dire, ma sul marmo che finisce nei dentifrici? Eppure oggi si sa che il disastro ambientale ? soprattutto da imputare al business dei carbonati.

    Per quanto riguarda commissioni e controlli, dico solo che non si tratta di imporre niente, ma di cercare di affrontare assieme il problema per superare l’anarchia attuale che non fa bene n? alle montagne n? a chi ci va.

    Marco

    #11045
    alberto
    Partecipante

    STR scritto:

    I segni per le corse in montagna sono un esempio di una fruizione sempre pi? opportunistica della montagna. Cos? come le reti delle piste da sci che rimangono in piena estate, le tracce dei pic-nic, i rifugi a portata d’auto o, perch? no, le vie di arrampicata plaisir (poco avvicinamento, difficolt? omogenee, protezioni pi? che sufficienti… cos? si pu? portare solo i rinvii ;) ).
    Per chi non condivide questa visione pare che sia naturale ergersi a giudice, condannare e scagliare anatemi etichettando i ?colpevoli? come vandali ed invocando un maggiore rispetto in nome di una non meglio definita sacralit? della montagna e di tutto ci? che la riguarda.
    Io credo che il rispetto non nasca spontaneo ma sia la conseguenza di un percorso si scoperta, educazione e conoscenza che deve nascere (o essere seminato) nell’individuo e che si sviluppa pi? o meno rigogliosamente secondo la sensibilit? di ognuno.
    Per contro penso che commissioni, regole ed organi di controllo non siano altro che la materializzazione del proprio desiderio di imporre agli altri la propria visione della montagna (o del mondo intero). Non ci vogliono pi? regole e controlli, ma pi? cultura e formazione.
    Quanti arrampicatori discutono per ore dell’eticit? di chiodatura, protezione e progressione e poi fregarsene a cuor leggero delle piante rupestri che vengono bellamente sbarbate dalle fessure perch? ?sciupano? la via. E’ questa maleducazione? O piuttosto semplice ignoranza?
    Io stesso, per pura ignoranza ho fatto cose che con la sensibilit? di oggi giudico ?vandaliche?… eppure nel mentre non ero in grado di valutarle come tali. Sono certo che ancora oggi purtroppo continuo ad avere atteggiamenti e comportamenti che danneggiano quello che mi circonda e sono irrispettosi verso qualcosa e qualcuno.
    D’altra parte azzardando, giusto per provocazione, come si decide che andare a giro per monti per svago sia pi? nobile che cavare il marmo? E chi ha il coraggio di sostenere che il David di Michelangiolo o la Torre di Pisa non sia valso il taglio di una cava?
    Tante volte si contrappone i ?montanari? ai ?cittadini?. Le esigenze di chi la montagna la vive, (anche suo malgrado), con quelle di chi la sfrutta (magari perfino con piacere)… e spesso tra questi due termini si fa grossissima confusione! Alcuni ?capitalisti idealisti? teorizzano che basterebbe che i civilissimi cittadini ?insegnassero? ai bifolchi indigeni che il parco ? una risorsa… concetto che trovo agghiacciante nelle sue implicazioni di etica sociale, un po’ come esportare la democrazia con la guerra.
    Invece di invocare arbitri e giudici, perch? non farsi promotori di quella conoscenza da cui inevitabilmente nasce il rispetto?

    molto di quello che dici lo trovo giusto.

    Senza dubbio un p? di marmo apuano per il David di Michelangelo ? male da poco anzi!! le nostre montagne manco se ne sono accorte e il David ? un capolavoro.

    Ma ne vale sempre la pena distruggere le Apuane per farci dentifricio oppure inerti per cementificare sempre pi? la nostra Italia? Od ancora farci mega palazzi agli sceicchi?

    Cavare il Marmo ? stato per decenni un duro e nobile lavoro, dove gli uomini si sono guadagnati un misero salario con tanta fatica e grande rischio. Ma oggi ? puro sfruttamento e devastazione basta vedere in che stato vengono lasciate le cave anche dopo che ? terminata l’estrazione: PATTUME DOVUNQUE, ROTTAMI, BIDONI, ECT., ECT.

    Sono d’accordo ci vuole pi? cultura, amore e rispetto per la montagna che ci da da vivere!!!

    #11046
    Anonimo
    Ospite

    Caro Marco, pienamente daccordo su tutto quello che dici.

    La montagna ? sempre la stessa, come il marmo che ne viene cavato… sono le persone che la frequentano che cambiano. C’? chi ne trae il David e chi il dentifricio.

    Per quanto rigurda la mia critica al controllo in favore dell’auto-controllo ? solo perch? penso che il fine ultimo non possa essere la Montagna (che se ne frega di noi, questo ? veramente bene saperlo, pi? che altro per non darsi troppa importanza!) ma piuttosto il coltivare il nostro modo di viverla nel rispetto di quei valori che non le sono innati (e pertato assoluti), ma di cui decidiamo di eleggerla a maestra.
    Sembra un concetto stupido ma se decidessimo come altrove ?, che essa ? dimora degli dei, beh allora tutto l’alpinismo come noi lo concepiamo potrebbe diventare improvvisamente eticamente sbagliato…
    I controlli e le autorit? servono a difendere dei valori che sono stati PRECEDENTEMENTE STABILITI e che sono CONDIVISI da una comunit?. Pertanto prima di pensare ai controlli bisogna a mio avviso formare una coscienza di questi valori comuni… altrimenti si corre il rischio di fare, come dicevo, una guerra per imporre la democrazia!

    #11047
    Anonimo
    Ospite

    Bravo STR !
    La semplicit? (e l’equilibrio) delle tue parole ? una delle cose pi? difficili a leggersi oggi.
    Siamo venuti al mondo per caso ed ognuno pensa d’averci un senso da imporre agli altri.

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