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2 Settembre 2017 alle 21:48 #26343albertoPartecipante
a 91 anni si è spento il grande Armando Aste uno di più grandi alpinisti italiani.
Questa notizia mi rattrista molto. Ho avuto la fortuna di ripetere diverse tue vie, tutte dei capolavori. La prima volta nel 1985 sulla via Rovereto al Campanile Basso di Brenta. Poi son venute la Canna d’Organo e la via dell’Ideale in Marmolada, lo spigolo N.O dello Spiz D’Agner Nord, la Aste-Susatti alla fessura della Punta Civetta, il Diedro del Crozzon di Brenta, il diedro della Cima di Prato Fiorito, la Aste-Salice alla Cima d’ Ambiez Quella dei manici di scopa la Ezio Polo all’Antecima del Serauta invece mi ha respinto. Qui ci dovrò tornare per renderti omaggio. Insomma un vero appassionato delle tuoi capolavori. Poi ci siamo anche conosciuti quando, parecchi anni fa sei venuto a Pietrasanta a fare una serata. Da li ci siamo tenuti in contatto , ci siamo rivisti e una volta abbiamo anche pranzato insieme. Mi portasti a vedere la palestra di Castel Corno sopra Rovereto dove da ragazzotto di nascosto osservavi i più esperti per imparare.
Ricordo anche quella volta che di ritorno dalla tua via al Crozzon assieme a Giancarlo passammo a trovarti a casa tua e ti portammo un vecchio cuneo di legno recuperato sulla via. Ci facesti una bella spaghettata.Ciao Armando e grazie
4 Settembre 2017 alle 09:55 #26345albertoPartecipantequello che ho sempre ammirato in Armando Aste, oltre alla grandezza, alla bellezza dei sui itinerari e alla sua bravura, è la senerità del suo stare in montagna del vivere la parete.
“si sono un alpinista lento ” ha dichiarato. Sono un alpinista lento nel senso che non capisco questa fretta di andarse, di uscire in fretta dalla parete, dopo aver tanto desiderato di essere in montagna. Infatti tanti sono stati i suoi bivacchi in parete. Ecco questo modo sereno e tranquillo di vivere e godersi la scalata, la parete, la montagna, è da prendere ad esempio.Attachments:4 Settembre 2017 alle 12:18 #26346AnonimoOspiteun altro grande Alpinista che se ne va…un esempio per tutti noi i suoi capolavori resteranno pietre miliari…
Un grande saluto ad Aste e fortunato chi ha avuto modo di conoscerlo…
4 Settembre 2017 alle 13:03 #26347albertoPartecipantevi consiglio di andare a ripetere le vie di Armando Aste. Ne rimarrete sicuramente soddisfatti. Aveva buon occhio l’Armando per i problemi da risolvere.
Tra le vie di Aste che ho tentato quella che non mi è riuscita è la via Ezio Polo all’Antecima del Serauta nel gruppo della Marmolada.
Con Gianluca Benedetti ci ruzzammo assai ma non ce la sentimmo di proseguire oltre per superare la fessura dei manici di scopa con quella scarsa protezione.
La fessura, che Aste superò incastrandoci dei pezzi di manico di scopa tagliati a misura sul momento, era troppo stretta per entrarci e troppo larga per il materiale che noi avevamo e chiodi non se ne mettevano. La relazione di Mariacher la dava solo VI… Boh…??
Dopo diversi metri dalla sosta l’unica protezione era data da un misero chiodino a lama mezzo di fuori e messo a testa in giù.
Cercammo di aggirare la fessura sulla sinistra , ma dopo un bel volo che feci direttamente sulla sosta. Con Gianluca ci guardammo e decidemmo che per oggi era stato assai e che non era il caso di sfidare ulteriormente la sorte.
Con diverse corde doppie, anche su un solo chiodo….cagandoci addosso scendemmo alla base.
Peccato perchè anche solo arrivare all’attacco era stato faticoso. E i tiri che avevamo fatto per arrivare sotto la fessura erano stati tosti.4 Settembre 2017 alle 16:29 #26349albertoPartecipantequesto è il cartoncino dell’invito alla serata che Armando Aste tenne a Pietrasanta il 26 maggio del 1989 su iniziativa della Scuola di Alpinismo Monteforato.
Attachments:4 Settembre 2017 alle 16:35 #26352albertoPartecipante4 Settembre 2017 alle 17:09 #26353adriPartecipante” Sono un alpinista lento nel senso che non capisco questa fretta di andarse, di uscire in fretta dalla parete, dopo aver tanto desiderato di essere in montagna. Infatti tanti sono stati i suoi bivacchi in parete. Ecco questo modo sereno e tranquillo di vivere e godersi la scalata, la parete, la montagna, è da prendere ad esempio.”
Aste sicuramente grande alpinista.
Ma su questa filosofia della lentezza non mi trova daccordo. Poteva andar bene per l’ alpinismo dei suoi tempi , poca gente in parete e cosciente su quello che faceva, ma quanti inteventi di soccorso sono stati fatti su cordate lente o bivaccanti ? Io sono piu che conviinto che velocità=maggior sicurezza. Ricordiamoci sempre che le montagne si lasciano salire quando le condizioni lo permettono, e possono cambiare rapidamente.
Scusate il pippozzo ;)4 Settembre 2017 alle 17:12 #26354adriPartecipantePoi ricordo con gioia anche io le salite di Armando in Civetta e la bellissima Ideale in Marmolada, questa in particolrae un gran capolavoro , innovativo per la scelta di salire per le placche senza cercare come facevano in precedenza i camini e le fessura :)
4 Settembre 2017 alle 17:16 #26357albertoPartecipanteA. Aste a sinistra con Milo Navasa.
qui nella sua casa di Rovereto
4 Settembre 2017 alle 17:26 #26358albertoPartecipante[quote=”adri” post=27698]” Sono un alpinista lento nel senso che non capisco questa fretta di andarse, di uscire in fretta dalla parete, dopo aver tanto desiderato di essere in montagna. Infatti tanti sono stati i suoi bivacchi in parete. Ecco questo modo sereno e tranquillo di vivere e godersi la scalata, la parete, la montagna, è da prendere ad esempio.”
Aste sicuramente grande alpinista.
Ma su questa filosofia della lentezza non mi trova daccordo. Poteva andar bene per l’ alpinismo dei suoi tempi , poca gente in parete e cosciente su quello che faceva, ma quanti inteventi di soccorso sono stati fatti su cordate lente o bivaccanti ? Io sono piu che conviinto che velocità=maggior sicurezza. Ricordiamoci sempre che le montagne si lasciano salire quando le condizioni lo permettono, e possono cambiare rapidamente.
Scusate il pippozzo ;)[/quote]ciao Adriano,
forse hai compreso male le mie parole che non vogliono essere un’invito a non considerare il tempo che passa. E in montagna passa in fretta. A non considerarre le condizioni delle montagna.
Quello che intendo dire e, credo volesse dire anche Aste, è di godersi la montagna intesa anche come ambiente, godersi un bivacco che ti fa entrare nel cuore della montagna, respirarne i silenzi e i rumori. Senza bruciare quello che si fa con la foga della velocità.
Certo tutto questo va affrontato con preparazione e consapevolezza di quello che si va a fare. Oggi poi, a differenza di allora, le informazioni non mancano, sopratutto quelle meteo.
Basta guardarle bene e sapere che sono previsioni, non certezze.A proposito della filosofia della LENTEZZA, credo invece, che in questa nostra società che brucia tutto e va sempre più di corsa, dovrebbe essere ripresa.
Non parlo solo per la montagna.Sul fatto poi che maggiore velocità = sicurezza. Sono d’accordo fino ad un certo punto. Quante volte si è partiti con condizioni meteo non perfette ma contando sulla nostra velocità, tanto si esce prima dell’arrivo del brutto, poi invece il brutto è stato più veloce di noi.
Basta ricordarsi quella guida francese che è morta assiderata assieme alla sua compagna in vetta alle Grandes Jorasses qualche anno fa. Anche loro contavano sulla velocità.4 Settembre 2017 alle 17:42 #26359adriPartecipanteIo ti ho capito Alberto, specificavo per quelli che magari non hanno la tua esperienza e capacità di valutazione e non vorrei che passasse la linea della lentezza come bellezza.
A volte si a volte invece no.Volendo essere romantici ricordo che pure Kugy diceva che una montagna la conosci veramente solo se ci dormi sopra :)
4 Settembre 2017 alle 18:19 #26360albertoPartecipante[quote=”adri” post=27702]Io ti ho capito Alberto, specificavo per quelli che magari non hanno la tua esperienza e capacità di valutazione e non vorrei che passasse la linea della lentezza come bellezza.
A volte si a volte invece no.[b]Volendo essere romantici ricordo che pure Kugy diceva che una montagna la conosci veramente solo se ci dormi sopra :)[/quote]
[/b]
infatti questo pensiero l’ho un pò rubato a lui.Non credo che oggi possa passare la linea della lentezza. Siamo talmente infervorati di fare sempre di più che non vedo questo pericolo.
Ti faccio l’esempio del Procinto. Quanti oggi escono in vetta per poi scendere a piedi dalla ferrata? Pochi, molto pochi, quasi nessuno!
Tutti si calano in doppia. Scendere a piedi è perdere tempo a discapito della produzione arrampicatoria.4 Settembre 2017 alle 21:58 #26362albertoPartecipantesulla Aste-Salice alla Cima d’Ambiez
Attachments:4 Settembre 2017 alle 23:58 #26364derrickPartecipantecazzo, se ne va un pezzo di storia.. anzi no, rimarrà con le sue vie.
e pensare che proprio in questo periodo volevo ripetere una sua via sulle alpi liguri5 Settembre 2017 alle 10:18 #26366albertoPartecipante[quote=”derrick” post=27706]cazzo, se ne va un pezzo di storia.. anzi no, rimarrà con le sue vie.
e pensare che proprio in questo periodo volevo ripetere una sua via sulle alpi liguri[/quote]già Aste è stato anche lì, su invito di un altro Armando: il torinese Armando Biancardi alpinista , giornalista e scrittore, per risolvere il problema della prima salita dello spigolo N.E. della punta Tino Prato nel Marguareis.
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