Homepage › Forum › Alpi Apuane › Escursioni e itinerari Apuani › Altissimo – Sentiero della libertà ?
- Questo topic ha 952 risposte, 14 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 3 mesi, 1 settimana fa da GiovanniTecchia.
-
AutorePost
-
6 Aprile 2012 alle 10:31 #14527Marco di ASPartecipante
Questa invece ? la foto del passo della Greppia riportata nell’opuscolo che dicevo con sotto la didascalia "Passo del Pitone"
Questa la cartina del raduno del 1975
E questa infine un’altra cartina, piuttosto brutta ma che colloca anch’essa il passo del Pitone in corrispondenza di quello della Greppia
Ho recuperato anche l’antica catastale che si pu? trovare in rete sul sito del Servizio Cartografico della Regione Toscana sotto la sezione Castore (Catasto storico regionale). Domani la posto, ora vado a letto… :blink:
Marco
6 Aprile 2012 alle 21:59 #14532AnonimoOspiteRAGAZZI A QUESTO PUNTO BISOGNA PRENDERE UNA DECISIONE.B) Collocare una volta x tutte la posizione del passo del Pitone,perch? avendolo come riferimento sia dal Lato Massese…sia dal lato lucchese….si puo’ ricostruire la sentieristica partendo anche da li.Lo so che i passi sono piu’ di uno durante la guerra……….:woohoo:ma se non ne scegliamo uno quello giusto non ne veniamo mai a capo.Dal lato Massese poi bisogna comfermare sia il tratto nel bosco (tra il colle della Binchina e il fosso Campiglia)poi se il passo si sposterebbe dove dice probabilmente Bergame allora…..il sentiero che dal fosso/campiglia arriva al cippo dei partigiani (p.so Focoraccia)bisognerebbe deviarlo sulla sx a circa meta del sentiero.Non sarebbe ancora meglio completare la ricerca con le imformazioni ancora esistenti ?(vecchi partigiani/sfollati ) sia dal lato Azzanese e di qua’Massese…?Nel forum abbiamo anche qualche partigiano giovane (scherzo)che ? molto aggiornato sulla sentieristica lato la polla (Guido Barbieri)e qualcuno (preparato…molto…)che ha fatto l’intervento in merito esponendosi solo con le punta del naso……dai giovane dacci qualche dritta…..
Ricordo che la pizza ? sempre li ad aspettare….
vi saluto Pisanino7 Aprile 2012 alle 00:08 #14535AnonimoOspiteGli ultimi contributi di Marco hanno di nuovo rivoltato la frittata. :silly: La confusione a questo punto regna sovrana. ::S
Per collocare il passo del pitone si renderà necessario l?intervento di un novello Gordio che con un bel colpo di sciabola (anzi già che ci siamo di machete ) dia un taglio all’inghippo. Sempre che sia lecito dare al passo del Pitone una collocazione stabile,
Infatti potrebbe essere che dopo la chimera, il basilisco e l?araba fenice, il repertorio del bestiario mitologico si debba arricchire con l?inafferabile e ondivago “pitone massese” :P .
In alternativa propongo di ricorrere al “Chi l’ha visto?” apuano con la preghiera che chi sa … Parli !
7 Aprile 2012 alle 00:28 #14536Marco di ASPartecipanteVedo che ci troviamo sul forum in contemporanea, Bergame. Gi? che ci sono preciso che ho corretto i miei post precedenti eliminando la dizione Focoraccia Nord e lasciando solo Focoraccia per intendere con questo il valico con croce e lapide, altrimenti erano in contraddizione con la terminologia che hai usato tu e non era proprio il caso, visto che di confusione ce n’? gi? da dare e da serbare. Per? avendo percorso l’ultima volta per intero il 33 ben dieci anni fa (ho ricontrollato) non ho ancora chiaro dove sia il "tuo" Focoraccia Nord, dato che allora il cavo metallico non c’era (o se c’era io dormivo, ma credo proprio di no). Me lo puoi indicare con un punto rosso su una base CTR?
Sono d’accordo nel setacciare la memoria dei superstiti e di chi ne sa di pi?, ma suggerirei anche di andarsi a rivedere i giornali d’epoca (La Nazione e Il Telegrafo, poi Il Tirreno) per quanto riguarda quantomeno il raduno del 1975 e l’inaugurazione del sacrario nel 1988. Chiss? che non emerga qualche indicazione significativa. Io posso sentire qui a Firenze per La Nazione, ovviamente cronache di Massa e Viareggio/Versilia.
Pi? tardi poster? l’antica catastale che vi dicevo (1828) e appena pronta inserir? anche una trasposizione della sua sentieristica sulla base della vecchia CTR 1:5000, che uso per i rilievi, assieme alla trasposizione dei sentieri riportati nella vecchia IGMI.
Quanto al colpo di machete, non ne ho ma in compenso a casa ho una bella collezione di roncole e pennati, mi ci sono appassionato, quindi sono comunque piuttosto attrezzato! ;)
Marco
7 Aprile 2012 alle 03:37 #14540AnonimoOspiteX MARCO: Ho preso una foto da internet dall’album di Emanuele Lotti (spero che non me ne voglia visto che non lo faccio a fin di lucro) dove si vede il passo della focoraccia/pitone. Per chiarezza ho indicato la lapide. Appena più a nord , al di là di uno spuntone (un possibile candidato al titolo di “piton” ?) c’è un intaglio minore (nella foto è nascosto dalla vegetazione) dove passa il 33 . Al di là dell’intaglio, per scendere un breve salto roccioso, è stato messo un cavetto di acciaio. La CTR non è sufficientemente precisa e non evidenzia lo spuntone, per cui ho preferito postare la foto di Lotti.
Quando hai parlato del passo Focoraccia Nord pensavo ti riferissi a quel piccolo intaglio (che come quota è simile al passo vero e proprio). Ma , come avevo scritto, al di là dell’intaglio non si può più scendere verso la Polla ma si è costretti a proseguire lungo il 33 verso la greppia.
Nel cercare una foto del passo focoraccia/pitone ho trovato l’ennesima incongruità (spuntano come funghi). Questa volta in “Escursioni Apuane”, uno dei siti più completi e più ricchi di informazioni sulle apuane. Quasi in fondo a questa pagina
http://www.escursioniapuane.com/SDF/MonteCarchio.html
c’è un paragrafo dedicato al passo del Pitone dove si legge:
[b](Il passo del Pitone) Si trova a 1151 metri lungo il sentiero 33 tra il passo Focoraccia e quello della Greppia. Presso il passo si trova uno spuntone di roccia che dovrebbe giustificare il nome, infatti nel dialetto locale pit?n significa spuntone di roccia . Nella seconda guerra mondiale fu uno dei principali punti che permetteva di passare il fronte andando da Antona ad Azzano. Infatti il fronte si fermò per diverso tempo sulla linea gotica: Antona e la zona di Massa, Montignoso e Carrara erano ancora sotto i tedeschi ed i fascisti loro alleati, mentre Azzano era già liberata. Al passo è presente una croce marmorea ed una lapide, posta nel 1977, in memoria di Andrea Marchini (medaglia d’oro al valor militare) e di Giuseppe Antolini. Così recita: Caddero/ combattendo perchè tu potessi/ vivere/ in libertà/ Marchini Andrea MOVM 15 2 1944/ Antolini Giuseppe 15 2 1944/ memori gruppo patriotti apuani/ Passo del Pitone Linea Gotica 25 4 1977. Un gruppo di partigiani stava tornando da Azzano e poco dopo aver superato il passo furono sorpresi dal fuoco nemico: morirono oltre a Marchini anche Flavio Cortesini ed Ireneo Mignani.
Il giorno dopo morì anche Antolini nel tentativo di recuperare il corpo di Marchini. La lapide ha due errori: la data di morte di Marchini è in realtà il 15 dicembre e quella di Antolini il giorno dopo.[/b]Qui, analogamente alla pagina del comune di Massa dedicata alla Via della Libertà, si dice che il passo del pitone è quello della lapide ma si dà una quota non congruente: il passo con la lapide è quotato 1059, ma nel testo si dice che è 1151 mt, quota che corrisponderebbe a un punto non meglio definito circa a metà tra il passo Focoraccia e il passo della greppia.
7 Aprile 2012 alle 06:31 #14547Marco di ASPartecipanteHo capito Bergame, adesso ? chiaro. No, io non facevo distinzione tra i due valichi ravvicinati, ho usato di Focoraccia Nord per distinguerlo da quello, come dicevo, al piede del monte Focoraccia in direzione del Carchio.
Per quanto riguarda il pezzo citato da Escursioni Apuane, suggerisce se non altro un’altra data di ricerca sui quotidiani, quella del 25 aprile 1977. Quanto alla quota di 1151 metri, si avvicina a quella del valico intermedio da te raggiunto (il cui "pitone", situato appena a sud-ovest, ? quotato nella vecchia CTR 1149,7) ma anche a un valico sottostante il passo della Greppia, che sembra avere proprio quella quota.
Di seguito posto la vecchia catastale, con i sentieri che scendono dal Colle Perletti e dal passo della Greppia. Presto inserir? anche la vecchia CTR.
Marco
7 Aprile 2012 alle 06:31 #14548Marco di ASPartecipanteDa cancellare
7 Aprile 2012 alle 06:31 #14549Marco di ASPartecipanteDa cancellare
7 Aprile 2012 alle 06:32 #14550Marco di ASPartecipanteDa cancellare
7 Aprile 2012 alle 07:10 #14552EnzoPartecipante[b]bergame scritto:
L?altra cosa interessante che si rileva dalla mappa del 1922 sono i due sentieri che dalla polla salgono all?altissimo: uno sembra che coincidere in basso col sentiero dei cavatori e in alto col sentiero per il passo del vaso tondo.
L?altro ? particolarmente sorprendente: sembrerebbe che segua inizialmente il sentiero dei cavatori, poi in alto si divide e prosegue in direzione nord attraversando il bacino sotto cava colonnoni, fino a intercettare il canale ovest che sbuca proprio sotto la vetta dell?altissimo. Mi piacerebbe ripetere anche questo percorso. Probabilmente ? di difficile individuazione perch? abbandonato e devastato dai ravaneti e dalla marmifera per? credo di aver capito dove si prende: poco prima che la prima parte del sentiero dei cavatori sbuchi sulla strada, in corrispondenza di una focetta la lizza (che accompagna il sentiero fin dall?inizio) fa una deviazione a sx verso nord.
[/quote]
Un paio di osservazioni spicciole.
Primo: sulle carte della guida del 1922 gli itinerari segnati in rosso non sono propriamente sentieri, ma appunto itinerari, anche alpinistici!, descritti nel testo: se si prova a confrontare un poco testi e carte ci si rende conto che ? cos?. Lo stesso canale OSO, segnato di rosso, non lo definirei escursionistico, e comunque l? dentro non ci sono sentieri. Questo ? importante ai fini della valutazione della percorribilit? di un itinerario segnato in rosso sulla guida, cio? per non avere brutte sorprese.
Secondo: credo di aver capito, Bergame, cosa intendi per la focetta dove la lizza svolta a sn verso nord sotto la strada. Da l? io ho seguito la lizza, ma dopo poche decine di metri rotti e esposti la lizza termina sulla strada. Dopodich?, pi? su, sopra la strada, brevi pezzi di lizza verso il canale OSO capita di vederne, ma tutto ? interrotto e reso inservibile dalla marmifera.
Ho in mente un intervento pi? organico sull’argomento, ma se non ce la fo prima di Pasqua, auguri a tutti anche da parte mia!
Enzo7 Aprile 2012 alle 07:22 #14553EnzoPartecipantepaologsx scritto:
…grazie per questo prezioso documento,dal 22 sono veramente cambiate le cose,probabilmente per causa estrazione e per "convenienza" di escursione.? impressionante il sentiero che doveva andare al passo del Vaso Tondo,che probabilmente non esiste pi? o poche tracce,a vedere doveva essere verticale parecchio o mi sbaglio?Se ? lecito,poi,ma dove hai reperito questa guida che vale oro??
Il sentiero che sulla guida del 1922 ? segnato in rosso verso il Vaso Tondo ? n? pi? n? meno quello che facciamo oggi. Cos? infatti lo descrive la stessa guida (pag. 283): ‘Si pu? raggiungere il colletto ad ovest della quota 1460, salendo direttamente dalla rotabile di Val Serra, per ripide lizze alla Cava della Tacca Bianca, e seguendo un aereo viottolo scavato nella viva roccia, che taglia la dirupata parete meridionale dell’Altissimo’.
Enzo7 Aprile 2012 alle 07:43 #14554ponticelliPartecipante<<poi in alto si divide e prosegue in direzione nord attraversando il bacino sotto cava colonnoni, fino a intercettare il canale ovest che sbuca proprio sotto la vetta dell?altissimo. Mi piacerebbe ripetere anche questo percorso>>
Sabato scorso ero alla "finestra" della cava Tela, ed ho provato ad immaginare di dove potesse passare per arrivare sotto la vetta dell’altissimo: in quella direzione si vedono due piccole cave (o saggi), in qualche modo sicuramente raggiungibili, ma pensando al proseguo, se non di tipo alpinistico, l’unica possibilit? potrebbe essere, direi, solo un altro percorso realizzato dai cavatori come quello per il vaso tondo!!!!7 Aprile 2012 alle 09:17 #14555AnonimoOspiteIn effetti l’ itinerario della guida del 1922 che arriva in vetta seguendo il canale OSO coincide in alto con l’itinerario 119ea della guida del del 1979. Questo canale ? stato percorso dai genovesi Breviglieri e Frisoni nell’aprile del 1908 e probabilmente per questo ? stato inserito nella guida ligure del 1922. E’ vero quello che dice Enzo: gli itinerari in rosso della guida del ’22 possono essere anche alpinistici e quindi non vanno presi sottogamba. Il canale OSO diventa interessante d’inverno perch? la neve vi rimane a lungo. In condizioni non invernali non sembra presentare difficolt? alpinistiche vere e proprie ma nella guida del ’79 ? definito "molto ripido e quasi completamente erboso". Tenendo nel debito conto di questo aspetto, l’idea di partire dalla Polla e arrivare direttamente in vetta incrociando solo sporadicamente la marmifera la trovo piuttosto stimolante
x Ponticelli: dalla finestra di Cava Tela non puoi vedere il canale OSO. L’uscita del canale la vedi dalla vetta spostandoti di pochi metri lungo il costone SO. Oppure il canale nel suo intero sviluppo si vede dal passo degli uncini/greppia
7 Aprile 2012 alle 21:37 #14557dokPartecipantemi conforta vedere che siete arrivati anche voi al problema dei tre pitoni, che avevo gi? posto in quell’incontro al Mediceo del 2010: infatti quando ne parlavo alle persone da me interpellate, non ultima la Maura Del Giudice, poteva sembrare s?, di primo acchito, che mi fossi fatto una canna di troppo, come direbbe Bonatti. ma le argomentazioni e la documentazione in proposito non lasciano dubbi: il problema c’?, quantomeno quello di una definizione univoca, <scientifica> diciamo.
per le cartine dei raduni e anniversari partigiani, come quella che hai trovato, c’hai da sentire Giancarlo Bertuccelli. io ne trovai una sua, con i tracciati del ventaglio di strade vicinali che partono da Antona, in un fascicolo del ’93 nella biblioteca di Massa. io ci parlai qualche anno fa, e mi sembr? pi? propenso a ritenere che il Pitone fosse quello di mezzo, il cosiddetto <Piton da Mezzo>, come risult? da una breve ricerca d’archivio (antiche relazioni descrittive dei termini di confine, come quello di passo Focoraccia sud secondo guida CAI 1921 ).
comunque non sarebbe male riparlarci.
sono tornato a nominare quell’incontro al Mediceo, non per dar noia a Bergame (a proposito era cambiato il nick per problemi con la vecchia email, ma sono sempre io, fidati), ma per dare qualche chiarimento ai suoi epidermici appunti: quelle quattro citazioni, il discorso della Fanfani, ecc. non le ho buttate l? per seppellire l’entusiasmo di qualcuno sotto un bilico di libri, convegni, testimonianze, ecc., ma perch? ingenuamente credevo che questo fosse gi? patrimonio comune di chi si mette alla ricerca delle vie del fronte, indispensabile per sapere che cosa cercare. lo credevo anche perch?, se uno non c’? arrivato da solo per le sue vie, ne avevo parlato pubblicamente (ed ero disponibile per ulteriori domande) in quell’incontro cui doveva partecipare anche Guido come co-relatore (altri relatori erano Torre dell’ANPI di Massa, Lenzetti autore di Guerra sulle Apuane la biografia di Vinci Nicodemi e Capovani della Sirio Giannini, coordinatore Cipollini dell’ANPI di Pietrasanta, gli ultimi due autori tra l’altro del video La Via della Libert?). Guido doveva occuparsi del versante massese, io di quello lucchese, poi Guido non venne e mi tocc? fare tutto da solo.
evidentemente c’? stato un problema di comunicazione, forse qualcuno non ha <sganciato> certe informazioni (mi garba questa espressione, mi pare anche ad hoc perch? ricorda gli <sganciamenti> delle formazioni partigiane durante i rastrellamenti), per cui quello che ritenevo potesse essere un punto di partenza per molti (un lavoro gi? fatto, semmai da verificare) ha invece ancora da essere un punto d’arrivo.
per cui ti sbagli Bergame a dire che non ho dato nulla, anzi: considera che se ora puoi farti una passeggiata domenicale al Pitone o alla Focoraccia, lo devi oltre che alle tue propensioni <cinghialesche> anche al semplice fatto che ? dal 2006 che riapro quelle vie, che hanno poi conosciuto generazioni di segnature, da quando c’erano soltanto i vecchi segni dei cacciatori, di cui a quanto pare nessuno si ? ancora accorto, eppure potevano bastare quelli.
non mi voglio prendere onori e oneri, non saprei che farmene, sto parlando di fatti. spero con questo sia chiusa qui la parentesi personale che forse non interessa nessuno.
Marco, come ti dicevo secondo me il Pitone va lasciato l? dov’?, limitando piuttosto la questione ai due passi della Focoraccia nord e del Pitone (per intenderci quelli in prossimit? rispettivamente delle quote 1059 e 1164). questo perch? ha ragione Pisanino quando dice che per i massesi (io ho sentito in particolare parenti e conoscenti di Pietro Del Giudice nel comune di Montignoso) il passo del Pitone ? quello che la guida CAI chiama passo Focoraccia Nord, mentre i rilievi successivi vengono chiamati, non senza qualche dubbio su quale venga prima e quale dopo, <La Barba del Beppino> e il <Pizzo del Tabarrani>, nomi curiosi, ma che hanno una loro storia. con <Pizzo del Tabarrani> anche i Zanesi identificano il pizzo alle Greppie, mentre il Pitone ? piuttosto in posizione centrale, dato che il passo della Focoraccia viene chiamato Foce Capraia.
avevo letto un vecchio articolo sulla Nazione mi pare del ’75, ce lo devo avere da qualche parte, dove si parla di Passo della Focoraccia o del Pitone, in questo caso per? non conta la precisione topografica, quello che conta ? l’intento commemorativo e la posizione della croce ? estremamente suggestiva e accessibile a tutti, se non altro alla vista, dalla cresta di Granarola, ma non ha le pretese di un GPS. tra l’altro pare che il fatto che la croce documenta sia avvenuto assai pi? in basso, addirittura in prossimit? del fosso di Campiglia, come spiega anche la figlia di Pietro Del Giudice nella sua pubblicazione.
ma la fonte pi? autorevole, se si parla di documenti a memoria fresca, sono proprio gli atti del convegno internazionale di Massa che ho gi? citato per esteso nel mio primo post di qualche anno fa nella sezione linea gotica, con lo stupendo articolo di Maria Grazia Armanini e le illustrazioni e foto che non lasciano dubbi. l? erano presenti quasi tutti quelli che sapevano, cosa vuoi di pi?? anche il cippo di Tecchia parla chiaro e distingue i tre passi della Cardella, del Pitone e della Greppia.
tornando ai montignosini lo stretto passaggio ora attrezzato che collega Granarola (per intenderci venendo dal Campaccio) al passo Focoraccia nord ? conosciuto come <Zappel de Sforza>, anche questo nome ha la sua storia. penso sia a questo che si riferisca Giancarlo Bertuccelli in quella citata dispensa del ’93, quando nomina il passo del Zappello.
una notazione a questo punto come mio suggerimento per risolvere il dilemma dei due Pitoni, che potrebbe essere una specie di soluzione da paradosso zen: considerare la parola passo non nel senso stretto, alpinistico di valico, ma in quello pi? generico e popolare e pragmatico di passaggio, via, che era questo che interessava ai partigiani, non le disquisizioni storico-topografiche, che interessano noi che ora paradossalmente, dopo appena mezzo secolo, ci troviamo a fare dell’archeologia…in questa accezione infatti la via del Pitone diventa una sola, con la triplice variante arrivati da Campiglia pi? o meno sotto la verticale del Pitone di prendere o dritto per il Pitone o a destra per il passo della Focoraccia oppure verso il Campaccio, in direzione di altri valichi tra la Focoraccia e il Carchio. la scelta dei tragitti era decisa volta per volta in base alle condizioni meteo, alla presenza di mine o pattuglie o sulla base di altre considerazioni, per tutte queste vie, pragmaticamente, il nome era uno solo: il passo del Pitone, cos? attualmente la vedo io, dopo anni che ci tribolo.
a proposito ne approfitto per chiedere ai cercatori massesi se hanno gi? considerato l’idea di cercare altre vie da Campiglia e Antona che non siano quelle istituzionali (188, 188bis), vale a dire sotto Granarola, vedi anche lizze citate da Bradley e Medda, recentemente ho incontrato un gruppo di guide parco della provincia di Lucca che hanno esplorato proprio in quella direzione. quella ricerca mi sembra sia giustificata dalle parole di Emilio Palla in <popolo e partigiani sulla linea gotica> pag.135, e anche le successive indicazioni sembrano spiazzare un po’ tutta la ricerca nel Canal Dal Prato (…se non vi bastava la confusione fino qui).
per ora ? tutto, buoni grattacapi, va meglio cos?, Pisanino?
ciao
Luca7 Aprile 2012 alle 23:07 #14559Marco di ASPartecipanteCiao Luca, grazie per l’intervento. Nei giorni scorsi, tra l’altro, mi ha parlato di te (bene, ovviamente! ;) ) anche Angelo Nerli. Mi d? la possibilit? di esprimere qui un invito che volevo fare da tempo: riconosciamo a ciascuno i suoi meriti ma cerchiamo di marciare uniti verso un unico scopo, il recupero di un percorso tra Antona e Azzano che ricalchi in modo quanto pi? corretto possibile il sentiero (o uno dei sentieri) della Libert?. Inutile, credo, voler cercare una gloria individuale quasi come se ci fosse da arrivare per primi su un ultimo ottomila inviolato. Anzi, secondo me ? anche significativo lavorare insieme per questo scopo, proprio nel ricordo di quei partigiani che insieme fecero la Resistenza e insieme consentirono a tante persone di mettersi al sicuro nella Versilia ormai liberata. Ed ? ancor pi? bello cercare di far questo tramite il forum, che ai suoi tanti meriti potrebbe aggiungere quello di aver facilitato e permesso questo lavoro. In questo senso inviterei anche Guido a farsi vivo, dato che il suo silenzio in questo dibattito comincia secondo me a diventare un po’… rumoroso!
Mi piacerebbe anche che presto potessimo incontrarci assieme per conoscerci e parlarne direttamente, magari anche presso Bergame visti gli impegni di lavoro che lo attendono. Spero sia possibile e che non ci siano le stesse difficolt? trovate per l’incontro sull’ambiente (che resta sempre da fare!). Pensateci e cerchiamo di organizzare. Intanto, una buona Pasqua speciale a tutti i frequentatori di questo topic. :)
Marco
-
AutorePost
- Devi essere connesso per rispondere a questo topic.