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- Questo topic ha 952 risposte, 14 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 3 mesi, 1 settimana fa da GiovanniTecchia.
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23 Aprile 2012 alle 01:37 #14710EnzoPartecipante
bergame scritto:
Oh Enzo :) non cominciamo a spingere, rispettiamo la fila :P
O Bergame!;) faccio un po’ il furbo!:whistle: cerco di approfittare! ? un po’ che provo a rincorrervi (dopo che avete appitonato anche me), te Dok Marco Pisanino e gli altri, mi metto a studiare i vari post, e quando mi sembra di essermi messo quasi in pari, con un altro post o due chilometrici mi scappate in avanti e mi cambiate di nuovo le carte in tavola! bisognerebbe che facessi come Guido, ma ormai invece di un pomeriggio servirebbe un weekend o un ponte!
Enzo23 Aprile 2012 alle 02:49 #14711AnonimoOspiteEnzo scritto:
E’un po’ che provo a rincorrervi (dopo che avete appitonato anche me), te Dok Marco Pisanino e gli altri, mi metto a studiare i vari post, e quando mi sembra di essermi messo quasi in pari, con un altro post o due chilometrici mi scappate in avanti e mi cambiate di nuovo le carte in tavola! bisognerebbe che facessi come Guido, ma ormai invece di un pomeriggio servirebbe un weekend o un ponte!
EnzoIo lo dissi subito che questo topic sarebbe diventato un tormentone :ohmy: Adesso stiamo andando oltre: sta raggiungendo il tonnellaggio di una telenovela, e come in ogni serie che si rispetti, ogni tanto un colpo di scena è d’obbligo … Siamo tutti ansiosi di sapere cosa ci riservano le prossime puntate (qui come emoticon ci vorrebbe un Vespone che si frega le mani)
Ne approfitto per lanciare una proposta all’admin (ammesso che abbia lo stomaco di leggerci): la navigazione nell?ormai chilometrico topic sta divento laboriosa a causa della difficoltà di raggiungere le pagine più vecchie. Propongo di mettere una finestrella dove inserire il numero di pagina a cui si vuol saltare, oppure, nella barra dei numeri delle pagine (in alto in basso) far si che i tasti PREC-PROSS non facciano scorrere di una pagina avanti o indietro (che tanto ci sono già i numeri in evidenza e ci si può spostare con quelli) ma che facciano avanzare di 10 pagine in avanti o indietro (es. dalla lista 15 … 24 alla lista 5 … 14).
A questo punto mi immagino l’ira funesta dell’admin che starà gorgogliando: “oltre a scodellare tutti i giorni il polpettone adesso lo devo anche affettare e impiattare a dovere per i comodi dei Sigg. forumisti” :laugh:
23 Aprile 2012 alle 06:52 #14713dokPartecipanteRe: Per tutte le altre cose che dici non posso risponderti nel dettaglio causa … Ignoranza per? ho una perplessit? di base: perch? cercare sentieri in basso ? Le descrizioni che ho letto parlano sempre di Campiglia (alcune indicano anche la quota di 860mt) . La Armanini parla del sentiero che da Antona porta a ?Campareccia ed a Porneta attraversava a mezza costa lo sperone della Tecchia ed entrava nel castagneto di Campiglia?. Se si confronta questa descrizione con la IGM25000 del 1928 (a pag. 13 ) si possono vedere chiaramente i sentieri che collegavano Pruneta (cio? Porneta) con Campiglia. Si notano anche le tracce basse delle case di quota 750 di cui parli te, per? perch? scendere per poi risalire ? Per ragioni di sicurezza ? per? anche il percorso pi? alto da Campiglia non sembrerebbe tanto diverso per quanto riguarda la possibilit? di rimaner nascosti.
mi astengo dal commentare <la possibilit? di rimanere nascosti>, credo di avere gi? dato…
o Bergame, mi pare che avevo gi? fatto notare che quella alternativa ? (e poteva essere) interessante per il fatto che permette di evitare il tratto pi? scabroso del 188bis-casa del prete-casina dei cacciatori, che ? l’attraversamento del ventaglio di canali confluenti nel Fosso, che si concentrano tutti l?, nel tratto dopo la casina dei cacciatori. ? evidente che non ci sei ancora stato, perch? basta una pioggia per rendere dimolto problematico il passaggio, figuriamoci neve-ghiaccio. Quel breve tratto verrebbe bypassato risalendo con facilit? anche in invernale quella dorsaletta che si trova attraversando il canale nel punto che ho indicato fino a incontrare il tratto marcato e ben intagliato nel monte del 188bis (dove ricompaiono i segni vecchi sbiaditi). tra l’altro questa pu? essere considerata anche una semplice variante del 188bis a partire appunto dalla casina dei cacciatori, senza riaprire una via pi? bassa nella selve di Campliglia dal punto di discesa dallo sperone di Tecchia. altre varianti potrebbero essere quelle pi? basse della IGM direzione Caprara, una delle quali mi pare di avere inteso sia quella recentemente testata da Fabri e Pisanino, ma non le conosco ancora del tutto. Quella volta percorremmo la traccia pi? alta fino sul fianco ripidissimo di quella cascata sotto la Caprara, e, seppure ben intagliata, la stretta cengia di passaggio in quel punto ? davvero poco raccomandabile in condizioni di terreno bagnato.
ne approfitto per chiedere ai massesi in ascolto: ma quel costone roccioso che sovrasta il Fosso del Pozzone ha un nome (tipo: lo sperone di Tecchia)? e quella notevole guglia dirimpetto al viottolo che scende nel Fosso all’altezza delle casette dei pastori (a quota 750)? e ancora: si pu? tranquillamente chiamare Fosso di Campiglia quello che sulle mappe viene chiamato Fosso del Pozzone?
bentornato Enzo! s?s? la lista datemi il tempo di prepararla
ciao
Luca23 Aprile 2012 alle 19:00 #14719AnonimoOspiteLuca, posso seguirti fino ad un certo punto perché non conosco la zona, quindi mi rimetto al tuo giudizio per quanto riguarda la percorribilità di certi tratti in condizioni meteo sfavorevoli. Sicuramente questo era un fattore decisivo nella scelta del percorso anche perché mi pare che la maggior parte dei passaggi organizzati siano avvenuti in inverno. Però non bisogna nemmeno sottovalutare la capacità delle guide e della gente dell’epoca che forse era un più abituata di oggi a muoversi su viottoli e sentieri. Che comunque non fosse un percorso facile lo confermano le ultime testimonianze riportate da te. Sicuramente chi conosceva bene la zona poteva scegliere il percorso migliore a seconda delle condizioni del terreno, però d’altra parte non poteva nemmeno avventurarsi fuori traccia (come farebbe uno in condizioni avverse) causa la presenza di mine.
In linea di massima mi pare di capire che una ricostruzione precisa dei percorsi è impossibile, però credo che si possa affermare che nella via intermedia (quella del pitone di mezzo utilizzata abbastanza intensamente prima di optare per il passo della greppia) ci siano alcuni punti/passaggi più o meno definiti: Porneta, bosco di Campiglia, fosso di Campiglia/fosso del Pozzone, gli stretti tornanti, la salita diretta al passo, il passo del pitone. Per quanto riguarda fosso di Campiglia/fosso del Pozzone c’è da capire a quale dei due si riferisce la Armanini perché potrebbe esser che le carte riportano nomi diversi da quelli in uso tra la gente, come accade nel caso del fosso del prato della greppia sul lato versiliese,
L’itinerario che sale al passo della greppia è abbastanza chiaro come andamento (anche se qui poi vi potrebbero essere varianti di discesa sul lato versiliese) e anche l’itinerario Campiglia-Passo della Focoraccia è abbastanza definito (anche se mi pare di capire che secondo te andrebbe rivisto nella parte iniziale dove ci sono passaggi ostici in condizioni invernali). Invece l’itinerario intermedio ha una zona oscura che è il collegamento Campiglia-Passo del Pitone di mezzo. Al momento attuale, l’unico itinerario di collegamento verificato è la mia traccia blu, però (come ho spiegato nei post a pag. 26 e 27) ci sono elementi che mi fanno pensare che non sia quello il percorso giusto o perlomeno che non sia totalmente giusto.
A questo punto bisognerebbe perlustrare meglio il terreno in tutte le direzioni. Una volta fatta una esauriente ricognizione (varianti in alto e in basso, e prima e dopo Campiglia) si tratterà di stabilire gli itinerari che, rispettando i pochi punti fermi, corrispondano più fedelmente alle testimonianze e descrizioni verbali e siano compatibili con il passaggio di numerose persone in condizioni invernali notturne.
A questo proposito se Marco fosse disponibile sarebbe utile un estratto della CTR5000 della zona (dalla cresta dei pitoni alla Tecchia/pian della Fioba) in modo da permettere, a chi vuole descrivere una traccia trovata o a chi vuole formulare un’ipotesi, di esprimersi in maniera più chiara e univoca.
Ne approfitto per pubblicare un estratto di un saggio storico che ho trovato in rete (e che Luca sicuramente conosce)
http://www.anpiginolombardiversilia.it/documenti/il%20settore%20apuoversiliese%20della%20Linea%20Gotca.pdf
Giovanni Cipollini “La Linea Gotica in territorio apuoversiliese”
saggio pubblicato in La Linea Gotica – Settore Occidentale 1943-45, atti del Covegno di studi svoltosi a Borgo a Mozzano il 9 maggio 2004, a cura dell?Istituto Storico Lucchese – sezione di Borgo a Mozzano
Il passaggio del fronte
Un altro aspetto dell’attività dei “Patrioti Apuani”, che nell’inverno ’44-’45
assunse un’importanza notevole, fu la regolamentazione del passaggio del fronte, il
quale, se fosse stato lasciato all’iniziativa spontanea della gente, avrebbe prodotto
disastrose conseguenze. Infatti, la speranza di poter raggiungere il territorio liberato
animava gran parte della popolazione e, dal mese di settembre, dopo l?avanzata degli
Americani in Versilia, diversi abitanti della provincia apuana avevano raggiunto le
zone liberate, passando dalle colline di Strettoia, poi, con la dislocazione sul territorio
dei capisaldi difensivi tedeschi, lungo un sentiero più a monte: In un primo tempo il
passaggio si effettuava nelle parti di Palatina – scrive in una relazione il sacerdote
montignosino don Giuseppe Vagli – ma quel sentiero fu minato dai tedeschi. Allora si
scelse un altro sentiero dietro il Carchio, ma anche questo alla fine, anzi alla metà di
dicembre, fu minato. Si aprì allora un passaggio vicino al monte Altissimo e questo
fu usato fino alla Liberazione. Il passaggio del fronte era una cosa diventata comune
non soltanto per noi, ma anche per altri che venivano dall’Alta Italia ed erano
accompagnati oltre la linea del fronte dalle nostre guide al momento opportuno. In
un primo tempo si fermavano da noi poi, quando il passaggio si spostò verso il monte
Altissimo, si riunivano nelle frazioni di Antona, Pariana ed Altagnana 24.
La necessità di controllare l’attraversamento del fronte derivò anche dal fatto che si
erano verificati casi di abbandono di profughi da parte di alcune guide improvvisate,
spaventate dagli spari delle pattuglie tedesche, ed abusi nei loro confronti, commessi
da persone prive di scrupoli. Venne così messa in piedi un’organizzazione che si
mostrò efficace, sia per la sicurezza e la guida dei gruppi di profughi, sia per la
repressione dell’ operato dei malviventi. L’aspetto amministrativo fu affidato ad un
magistrato di Carrara, il dottor Roberto Mariani, al signor Stefanini ed alla maestra
Altea Battistini, mentre il comando militare fu assegnato a Vinci Nicodemi, ristabilitosi dalle
ferite, che così relaziona su questo importante compito svolto dalla sua compagnia: “20
gennaio: comincia ad Antona l’affluenza di civili che arrivano da ogni parte d?Italia
per attraversare le linee. A questi si aggiungono i militari disertori che fanno capo ai
Comandi Partigiani. Fino ad ora il passaggio del fronte è condotto da guide
montane, la maggioranza delle quali lo fa per lucro e quindi per passare occorrono
cifre favolose. Come logica conseguenza la gente povera non passa. Si verificano poi
spiacevoli episodi, come sparizione di bagagli, abbandono di bambini, falsi allarmi,
in punti scabrosi con panico generale, aggressioni a mano armata, tutti episodi che
arrivano per via diretta o indiretta al comando della IV Compagnia. Il comandante
Vinci per eliminare ciò decide (naturalmente su incarico del comando dei “Patrioti
Apuani” nda) di intervenire direttamente assumendosi l’onere del passaggio. Ottiene
dal CLN a Carrara un fondo di lire trentamila per iniziare ed un quantitativo di
farina che viene mandato con un carro ogni dieci giorni ad Antona. Ora tutti
possono attraversare le linee e lasciare questo inferno, anzi coloro che arrivano
affamati e laceri vengono assistiti dalle suore dell’asilo di Antona che sono
incaricate dal comandante Vinci di accogliere i poveretti , prima donne e bambini, e
somministrare loro una minestra calda e pane. Chi ha disponibilità di denaro versa
al comando lire 500 per passare, lire 1300 per un portatore di bambino, lire 1000 per
un portatore di zaino.( Naturalmente, nulla era chiesto a chi non aveva denaro e le
somme raccolte servivano per procurare cibo e materiale per assistere i profughi nda).
Ogni due ore, durante la notte, partono da Antona squadre di 30-35 uomini con tre
guide: una in testa, una a metà ed una in coda. Al capo guida vengono consegnate
due note dei passanti firmate dal comandante Vinci, come da accordi presi col
comando alleato di Seravezza; una di queste resta al comando avanzato Alleato –
compagnia “Falco” – e l’altra viene riportata al comando di Antona firmata dal
caposquadra del posto avanzato il quale ha il compito di segnalare incidenti se vi
sono stati e di controllare tutti i nominativi della lista. Una pattuglia di otto uomini
staziona tutta la notte in cima al passo sorvegliando e le mosse del nemico,
controllando e proteggendo le squadre passanti. Ogni tanto qualche civile, sordo alle
parole delle guide, esce dalla file ed inciampa nelle mine che giornalmente vengono
messe dai Tedeschi; la pattuglia allora accorre e quando è possibile lo porta a spalla
ad Antona da dove viene mandato al pronto soccorso di Massa. Spesso i Tedeschi,
attirati dal rumore dei passanti, fra cui vi sono molti passanti, attaccano la nostra
pattuglia ed i passanti. In questi scontri muore il comandante di plotone Mosti
Guglielmo e molti altri partigiani; muore il tenente inglese Patrich che ritornava da
una missione di guerra. Dal 20 gennaio al 25 di marzo passano così 3500 25 civili e
militari disertori 26″
Nei pressi di Azzano i profughi venivano presi in consegna dai partigiani della “F3” e condotti nel Palazzo Mediceo di Seravezza, dove venivano rifocillati e
sostavano per l?intera giornata. Col buio una pattuglia mista di partigiani e soldati
americani li conduceva a Pietrasanta, dove erano smistati nei centri di raccolta o
sistemati nel territorio circostante. Attraverso quella che è stata definita la “Via della
Libertà” , dal gennaio al marzo 1945 passarono anche diverse missioni partigiane,
inviate dal CPLNA, come quelle di “Vannino” (Giovanni Giannotti), “Naldo”,
?Vico?, Enzo Lorenzetti e Piero Gianfranceschi,?Memo? e di altri esponenti della
“Menconi”. Nonostante l?organizzazione approntata dai “Patrioti Apuani”
l’attraversamento delle linee continuò a presentare grossi rischi e serie difficoltà,
tanto che una quindicina di partigiani e alcune decine di civili vi persero la vita.
Il servizio informazioni, in vista dell’attacco alla Gotica da parte degli Alleati,
assunse un ruolo fondamentale e così, oltre al servizio radio ed all’invio di staffette
ogni due giorni, fu organizzato un servizio di piccioni viaggiatori con il comando
americano a Viareggio.[i]24 -In Istituto Storico della Resistenza in Toscana, fondo ?Il Clero nella Resistenza?, b. 4
25 – Si calcola che furono circa 8.000 le persone che passarono il fronte, tra civili, partigiani, ex-prigionieri alleati,
disertori della RSI.26 – Relazione dell’attività svolta dalla 4^ compagnia “Mario Paolini” del Gruppo Patrioti Apuani, in Archivio ANPI di Massa . [/i]
23 Aprile 2012 alle 20:43 #14727Marco di ASPartecipanteCazzarola, sono stato via tre giorni (da venerd?), ho provato a seguirvi un po’ con lo smartphone ma poi ho… desistito. C’era un po’ troppo da leggere… :S
Spero di recuperare quanto prima ma oggi, causa lavoro, la vedo dura… :(
Marco
24 Aprile 2012 alle 06:07 #14734dokPartecipanteEcco qui una lista di riferimenti biblio e non. mi pare di averli ricordati tutti, se me ne viene in mente o ne trovo qualcun altro ve lo faccio risap?. la maggior parte li ho trovati nella biblioteca civica di Massa.
ESERCITI POPOLAZIONE E RESISTENZA SULLE ALPI APUANE, Atti del Convegno Internazionale di Studi Storici sul Settore Occidentale della Linea Gotica, a cura di Gino Briglia, Pietro del Giudice, Massimo Michelucci, Massa 1995
Fabrizio Federigi, Versilia linea gotica
Emilio Palla, Popolo e partigiani sulla linea gotica
Giorgio Giannelli, Versilia kaputt
Giorgio Giannelli, Versilia la trappola del ’44Giovanni Cipollini, La Linea Gotica in territorio apuoversiliese (pdf in rete)
Giovanni Cipollini, Liberazione.pdf (in rete)ANPI MASSA, Sul sentiero della libert?, Ed. Amministrazione Provinciale di MS, 1988
I luoghi della Resistenza dal mare alle Alpi Apuane, a cura di Gian Carlo Bertuccelli, Gruppo Partigiani di Antona, 1993
Quel dicembre 1944, dal baluardo di Tecchia un monito per la pace, 1989
Nardo Dunchi, Memorie partigiane
Oscar Lalli, Lotta partigiana intorno alle Alpi Apuane e sull’Appennino Ligure-Tosco-Emiliano (Memorie)
Lido Galletto, A coloro che…perch? conoscano
Ezio Miniati, Massa sulla Linea Gotica
e il filmato: La Via della Libert?, lotta partigiana sulle Alpi Apuane nella testimonianza del comandante Pietro, a cura di Giovanni Cipollini e Paolo Capovani
24 Aprile 2012 alle 09:36 #14738dokPartecipanteRe: Luca, posso seguirti fino ad un certo punto perch? non conosco la zona, quindi mi rimetto al tuo giudizio per quanto riguarda la percorribilit? di certi tratti in condizioni meteo sfavorevoli. Sicuramente questo era un fattore decisivo nella scelta del percorso anche perch? mi pare che la maggior parte dei passaggi organizzati siano avvenuti in inverno. Per? non bisogna nemmeno sottovalutare la capacit? delle guide e della gente dell?epoca che forse era un pi? abituata di oggi a muoversi su viottoli e sentieri. Che comunque non fosse un percorso facile lo confermano le ultime testimonianze riportate da te. Sicuramente chi conosceva bene la zona poteva scegliere il percorso migliore a seconda delle condizioni del terreno, per? d?altra parte non poteva nemmeno avventurarsi fuori traccia (come farebbe uno in condizioni avverse) causa la presenza di mine.
o Bergame, quello del tratto messo male ? un dettaglio semmai da discutere in sede tecnica, e forse anche irrilevante, perch? pu? essere che una volta, quando era pi? utilizzato, era in ottime condizioni. quello che non ? un dettaglio ? invece il fatto che l? stretti tornanti non se ne vede, e quindi vanno cercati altrove.
Non mi sembra poi che le testimonianze da me riportate parlino di un percorso alpinisticamente difficile (a quel che ho inteso la corda veniva usata per i passaggi tra le mine) e tieni comunque presente che occorre bilanciare capacit? tecnico e difficolt? oggettive con difficolt? soggettive, dovute al fatto che non erano certo tutti montagnini e che venivano magari, con alterne vivende, dai campi di concentramento in Germania, o nel migliore dei casi da una traversata estenuante da Vinca, con gravi carenze alimentari ed equipaggiamento ridicolo e con l’angoscia permanente (e quotidianamente confermata) del rischio della vita, propria e dei propri cari: donne, anziani, bambini…
infine, le mine venivano messe proprio sui passi e sentieri noti, quindi il fuori-traccia poteva essere in alcuni casi un fattore risolutivo, come dice Sciamino: <dovetti aprire un nuovo sentiero>. non ? solo una questione linguistica preferire la dizione pi? generica di <Via della Libert?> a quella di <Sentiero della Libert?>, perch? nessuno ha detto che si doveva passare per forza per un sentiero nel senso convenzionale, escursionistico del termine e che in pratica quello che ora si deve cercare (ricerca storica) ? per forza un sentiero.Re: anche l?itinerario Campiglia?Passo della Focoraccia ? abbastanza definito (anche se mi pare di capire che secondo te andrebbe rivisto nella parte iniziale dove ci sono passaggi ostici in condizioni invernali). Invece l?itinerario intermedio ha una zona oscura che ? il collegamento Campiglia-Passo del Pitone di mezzo…
se ti vai a rileggere il mio post a pag.15 vedi che per me il <passo del Pitone> ? uno solo, uno e trino, e da Campiglia gli pu? andar bene qualsiasi attacco (anche il 188bis), mi sembra un inutile accanimento distinguere due o pi? itinerari, poi pu? essere che mi sbagli. per quel poco che conosco la zona, al momento il pi? plausibile perch? pi? aderente alla descrizione della Armanini, e anche se vogliamo per ragioni logistiche, mi pare quello dalle case dei pastori che ho descritto. poi arrivati al bivio tra Pitone e Focoraccia si poteva fare un ultima sosta, prima della rampa finale al passo (come suggerisce qualche testimonianza), al riparo, pu? anche essere, di quella grotta sottovia che a quanto pare nessuno ha ancora notato.
ciao
Luca24 Aprile 2012 alle 20:45 #14741AnonimoOspitedok , ti ringrazio per la corposa lista biblio/filmo-grafica, mi toccherà rimettermi a studiare :S Vabbè tanto non posso andare in giro, anche se ti confesso preferisco i banchi di stipa a quelli di scuola :silly: a Massa non riesco ad andare , a maggio andrò a vedere a Pietrasanta, ma dato che è tanta roba e magari di non facile reperibilità se tu dovessi consigliarne due o tre per cominciare … ? e il filme dove si trova ?
Dopo i ringraziamenti riprendiamo le schermaglie: mi era sembrato che si cominciasse a metter qualche punto fermo e a piantar qualche paletto e invece mi ritrovo spiazzato … o forse non ho capito bene :blush:
per me il “passo del Pitone” è uno solo, uno e trino, e da Campiglia gli può andar bene qualsiasi attacco (anche il 188bis), mi sembra un inutile accanimento distinguere due o pi? itinerari
Come la pensi sul pitone : è uno ? trino ? o tutti e due ? mi era sembrato che l’identificazione del pitone col pitone di mezzo fosse cosa pacifica (almeno per quanto riguarda il passaggio del fronte – come da tav. XXVII ) con l’ultima frase invece sembri rilanciare l’ubiquità del pitone (il che d’altra parte ne confermerebbe il carattere mitologico :P )
Dici che “sentiero della libertà” è fuorviante ed è da preferire “via della libertà”. Mi sembra corretto, anche perché più in linea con la documentazione. Però non ti fermi qui: “mi sembra un inutile accanimento distinguere due o più itinerari” dici questo perché da Campiglia l’itinerario era una solo (quello che saliva al passo del Pitone di mezzo) ? O perchè in pratica di volta in volta si sceglieva il percorso più conveniente per condizioni meteo, mine , pattuglie etc etc e quindi non ha senso “accanirsi” a cercare di tracciarne uno o più di uno in maniera precisa ?
Non credo comunque che sia questo che intendi perché poi alla fine un itinerario lo proponi. Ma allora se ritieni che abbia senso cercare un particolare itinerario e definirlo con (relativa) precisione, perché non accompagni la descrizione con un disegno (ovviamente ipotetico e approssimativo) su una mappa della zona ? oltre a permettere a tutti di capire di cosa si sta parlando, ciò favorirebbe il confronto fra ipotesi diverse e darebbe la possibilità (eventualmente anche ad altri) di effettuare verifiche sul terreno o di apportare utili contributi. Non dico questo con spirito polemico ma realmente, con le descrizioni verbali, ho difficoltà a seguirti e a replicare, per es. quando dici “arrivati al bivio tra Pitone e Focoraccia” a quale bivio ti riferisci ?
25 Aprile 2012 alle 01:44 #14748dokPartecipante…infatti me n’? subito saltato all’occhio qualcuno che avevo tralasciato, li aggiungo qui di seguito:
[size=1]Ecco qui una lista di riferimenti biblio e non. mi pare di averli ricordati tutti, se me ne viene in
mente o ne trovo qualcun altro ve lo faccio risap?. la maggior parte li ho trovati nella biblioteca
civica di Massa.
ESERCITI POPOLAZIONE E RESISTENZA SULLE ALPI APUANE, Atti del Convegno Internazionale di Studi Storici
sul Settore Occidentale della Linea Gotica, a cura di Gino Briglia, Pietro del Giudice, Massimo
Michelucci, Massa 1995
Fabrizio Federigi, Versilia linea gotica
Emilio Palla, Popolo e partigiani sulla linea gotica
Giorgio Giannelli, Versilia kaputt
Giorgio Giannelli, Versilia la trappola del ’44Giovanni Cipollini, La Linea Gotica in territorio apuoversiliese (pdf in rete)
Giovanni Cipollini, Liberazione.pdf (in rete)ANPI MASSA, Sul sentiero della libert?, Ed. Amministrazione Provinciale di MS, 1988
I luoghi della Resistenza dal mare alle Alpi Apuane, a cura di Gian Carlo Bertuccelli, Gruppo Partigiani
di Antona, 1993
Quel dicembre 1944, dal baluardo di Tecchia un monito per la pace, 1989
Nardo Dunchi, Memorie partigiane
Oscar Lalli, Lotta partigiana intorno alle Alpi Apuane e sull’Appennino Ligure-Tosco-Emiliano (Memorie)
Lido Galletto, A coloro che…perch? conoscano
Ezio Miniati, Massa sulla Linea Gotica
e il filmato: La Via della Libert?, lotta partigiana sulle Alpi Apuane nella testimonianza del
comandante Pietro, a cura di Giovanni Cipollini e Paolo Capovani
[/size]
e anche:diario di Sciamino
Giuseppe Lenzetti, Guerra sulle Apuane
Maria Del Giudice, Un uomo di pace in tempo di guerra
video Lido Galletto sul rastrellamento del dicembre ’44, in rete
ANPI di Carrara, trentadue32, rivista di politica e cultura, numero speciale n?8, ottobre-novembre 2009 (testimonianze di Idea Rustighi e di maria Laura Cecchini)
ANPI Massa pubblicazione 2volumi di testimonianze partigiane, non ricordo il titolo
Linea Gotica. La Versilia e l’Apuania nella bufera,a cura del Circolo Culturale Sirio Giannini di
Seravezza.…rileggevo ora, dopo anni, l’opuscolo dell’ANPI Massa, Sul Sentiero della Libert?, e ci ho trovato un indizio per la toponomastica <en masseso>, in relazione all’episodio di Marchini e Antolini (quello per intenderci menzionato sulla lapide al passo della Focoraccia), a pag.17: <…ma poco prima di giungere a Tecchia di Campiglia, nella zona del Fondone si verifico l’esplosione…>. torno perci? a chiedere ai massesi, specie antonesi, dov’? questo <Fondone>, che corrisponderebbe, secondo quanto riportato anche dalla Maria Del Giudice, alla zona in cui il percorso presentava i famosi tornanti in prossimit? del fosso. la nota mi sembra decisiva per chiarire una volta per tutte questo dato.
ciao
Luca25 Aprile 2012 alle 02:01 #14749Marco di ASPartecipantePi? o meno ho recuperato. Prima di tutti auguri, Diego, anche da parte mia. Pochi anni fa c’? passata anche Barbara, mia moglie, poi non ha avuto pi? problemi.
Bergame, vedr? di postare quanto prima la base CTR 1:5000 richiesta, poi te ne invio anche una copia in alta definizione.
Luca, grazie per la bibliografia anche da parte mia, ma non dimenticare di rispondere alle ultime domande di Bergame, alle quali mi associo! ;)
Spero proprio di fare in questi giorni anch’io qualche verifica sul campo, compreso il versante massese, magari alla ricerca di quella traccia della vecchia IGM per il Pitone di Mezzo. Comunque concordo con Bergame, a questo punto ? difficile seguire tutto il discorso senza una rappresentazione cartografica delle varie esplorazioni e ipotesi; se proprio non riuscite a produrla magari ci potremmo lavorare assieme quando ci vedremo. Per quanto riguarda la sparizione delle vecchie tracce dalla Multigraphic, non ? certo intenzionale ma solo dovuta alla sovrapposizione di altri elementi.
Guido, noto che non sei pi? intervenuto: non dirmi che non reggi il ritmo! Magari ricordati di rispondere anche alla domanda che t’avevo fatto: dov’? che volevi tornare a vedere? Non farai mica come i fungai (come chiamiamo dalle nostre parti i cercatori professionisti di porcini) che non vogliono far scoprire le fungaie ai fungaioli (cercatori dilettanti)? :laugh:
26 Aprile 2012 alle 02:43 #14751dokPartecipanteRe: a Massa non riesco ad andare , a maggio andr? a vedere a Pietrasanta, ma dato che ? tanta roba e magari di non facile reperibilit? se tu dovessi consigliarne due o tre per cominciare … ? e il filme dove si trova ?
la maggior parte dei libri li trovi in tutte le biblioteche, il filme ch’io sappia lo trovi in quella di Seravezza, che tra l’altro ha un archivio storico ben rifornito e ci trovi parecchio anche l?, se ti torna meglio che ti ? pi? vicina. se avessi problemi a trovare il filme fammi un fischio che ti presto io il VHS, il tuo cell ? sul forum. da dove cominciare? da quelli che trovi, naturalmente: i primi sette, il filme e il diario di Sciamino potrei dire che sono fondamentali, ma non voglio esprimere giudizi di merito, ognuno ? bene che segua la propria via e arrivi alle sue conclusioni.
bon, ora riprendiamo pure le schermaglie: hai fatto bene a chiedermi del bivio, che ? l’unico dato che non avevo specificato, le altre mie indicazioni, diciamolo pure, farebbero rabbrividire un GPS…ma ti rispondo subito e con estremo piacere: il bivio ? alla grotta. dov’? la grotta? ma al bivio, naturalmente! o Bergame, non volermene per queste risposte che possono anche far girare i…gaglini, ma ti assicuro che i miei riferimenti sono semplici e univoci, basta andarci anche solo una volta con gli occhi aperti per trovarli, poi se uno proprio non li trova allora s?, posso anche fare un segno su una mappa. quella grotta comunque (? un grosso pietrone, un bel pitone incavato con alla base un muretto a secco di contenimento, un riparo di pastori) si trova subito sotto il tratto col cordino d’acciaio per salire alla Focoraccia dai pascoli del Pitone, dove finisce il bel tratto pianeggiante.
e poi, lasciamelo dire, stiamo esplorando, si pu? dire come pionieri del nostro tempo, questo straordinario territorio e sinceramente preferisco farlo con gli occhi di un bambino, e vedere e raccontare le cose come me le ha raccontate chi c’? passato e ci ha vissuto prima di me, perch? ? cos? che ne parla la gente che ci ha campato, lavorato, cacciato, ecc., facendo riferimento a quella grotta, a quella pianta, a quella fornace…
la natura ? s? una cosa vivente, ma anche e soprattutto, per il modo in cui possiamo entrarci in relazione, una cosa vissuta, una cosa raccontata, ? storia, narrazione.
e poi permettetemi una battuta, naturalmente senza intenti polemici, che mi pare proprio…grazie Plinio!…a dok: oooh, ragazzi!!! e un siamo mia qui (sul versante massese) a battere il ferro ai…Fabbri, o a ddrizza’ le torri a’…Pisani..ni??? (e sul versante lucchese) a far la barba ai…Barbieri???
…e lasciamo che un po’ di lavoro, che quello ? il su’lavoro, lo faccino anche loro, altrimenti a ritrovarsi tutto fatto poi rischiano per davvero di addormentarsi nelle cappelle rispettivamente di Tecchia e di Mortigliani…sisiziocane!per quanto riguarda il Pitone il mio pensiero ? molto semplice: il <passo del Pitone> ovvero non il valico ma la via, il sentiero, il percorso, chiamalo come ti pare, <del Pitone> da Campiglia ? uno solo, con la diramazione in alto per i due valichi, e anche per un terzo. volevo solo dire che non vedo perch? fare una via da Campiglia per il Pitone e un’altra da Campiglia per la Focoraccia, come se non fosse sufficiente una via per tutt’e due i valichi (anzi per tre), che sono a pochi metri di distanza l’uno dall’altro, tutto qui.
ciao
Luca26 Aprile 2012 alle 02:50 #14752dokPartecipanteMarco di AS ha scritto:
Guido, noto che non sei pi? intervenuto: non dirmi che non reggi il ritmo! Magari ricordati di rispondere anche alla domanda che t’avevo fatto: dov’? che volevi tornare a vedere? Non farai mica come i fungai (come chiamiamo dalle nostre parti i cercatori professionisti di porcini) che non vogliono far scoprire le fungaie ai fungaioli (cercatori dilettanti)? :laugh:
Guido, non per romperti i…gaglini, ma ti ricordo anch’io la mia domanda sui Gaglini…
ciao
Luca26 Aprile 2012 alle 04:05 #14753AnonimoOspite25-04-ore 12.30=Massa= Fabbri ed IO abbiamo ascoltato il 92nne…partigiano Mignani…Brigata Garibaldi…..i suoi ricordi in merito alla via della Liberta’….puntano sempre verso il passo della Greppia……e gli Uncini….passando anche dalla Foce del Frate (sentiero cai 41)……solo per ricordarvi di non fossilizzarvi…su un’unico passo……considerando anche..che la via della liberta…cominciava da Antona fino ai passi,ma la vera liberta’..?ra dopo la linea gotica,cioe’ prima del fiume Serra………….in settimana sopraluogo nella parte bassa del bosco di Campiglia……(SOLO PER IMFORMAZIONE….nel caso pensate che stiamo dormendo dentro la maesta’ dei partigiani)
Vi saluto Pisanino26 Aprile 2012 alle 20:41 #14757guidoPartecipanteCiao…
avete ragione, ma avete un ritmo di argomentazioni che non reggo…:silly: :lol: :sick: :pinch: :P ora che i toni si sono ristabiliti volevo rintervenire, ma dalla pagina 23 all’attuale non sono riuscito a leggere tutto bene.si dok hai fatto bene a ricordarmela la domanda…allora, quanto ai gaglini devo aver letto da qualche parte che si tratterebbe o del passo della greppia o del valico poco prima sempre sul 33.
io, personalmente, propendo per la seconda ipotesi perch?:
– greppia ? un toponimo estremamente radicato ed importante nella cultura locale
– per esperienza personale su tutto il territorio vedo che anticamente si dava nomi praticamente ad ogni zona, valico, passo, quota, boschetto, ecc…(proprio in risposta ad una visione a misura d’uomo, non globale come purtroppo abbiamo oggi), quindi secondo me il nome Gaglini ? un toponimo autonomo che merita la dignit? di valico
– del giudice, se non ricordo male, me ne parl? come un passo autonomo e diverso dalla greppia (ma dovrei risentirlo…).Marco di As…non te lo dico!!! ahahahaah!!! :S :evil: :woohoo: :blink: :sick: :P :) B)
26 Aprile 2012 alle 21:01 #14758Marco di ASPartecipante… Allora ho capito, fai come i fungai! Ma io, da buon fungaiolo, ricordo con orgoglio la scoperta delle fungaie di un cugino del mi’ babbo, che era appunto fungaio, e la faccia che fece :ohmy: :blink: :( quando cap? dove eravamo stati quel giorno che non poteva accompagnarci (perch? altrimenti come al solito ci avrebbe tenuti a distanza…).
Funghi a parte, ieri ho rimesso finalmente piede in zona per una ricognizione sulle tracce di Bergame dal versante massese. Riferir? presto assieme alle mie considerazioni, ma ora il… lavoro mi chiama!
Dimenticavo, una precisazione da Luca: quale sarebbe il terzo valico cui ti riferisci? Forse i Gaglini secondo l’ipotesi di Guido (con cui mi sembra di poter concordare)? O quello a SO del Focoraccia?
Marco
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