19 giugno 1996 – 19 giugno 2009

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  • Questo topic ha 2 risposte, 1 partecipante ed è stato aggiornato l'ultima volta 15 anni, 6 mesi fa da Anonimo.
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  • #6178
    Anonimo
    Ospite

    Son gi? passati 13 anni da quel lontano 19 giugno del 1996, quando l’Alta Versilia e la Valle della Turrite di Gallicano furono sconvolte da un evento con tempi di ritorno centenari.
    Metto questo messaggio per ricordare quel giorno e soprattutto le vittime (se non sbaglio 14, di cui 13 a Cardoso e una a Fornovolasco) di quel terribile evento.

    Ricordo come fosse ora che le notizie iniziarono ad arrivare nel pomeriggio, e mi lasciarono incredulo, visto che a Lucca (cos? come nella fascia costiera versiliese)non aveva quasi piovuto per niente.

    Fu un’alluvione in cui secondo me non gioc? un ruolo decisivo l’incuria, perch? la quantit? di pioggia caduta (a Pomezzana e Fornovolasco sui 480-500 mm in 12 ore) e le caratteristiche orografiche dei luoghi non potevano non innescare una tragedia del genere.
    Inoltre quello fu un classico "temporale autorigenerante" che stazion? sulla stessa area (e solo l?) per ore e ore, lasciando le aree circostanti quasi a secco (a Lucca ad esempio caddero nemmeno 5 mm!).
    E questi sono fenomeni davvero difficilmente prevedibili.

    Molto, tantissimo ? stato fatto: i paesi sono stati messi in sicurezza e ricostruiti rispettando l’ambiente circostante, gli alvei dei torrenti sono pi? ampi, ? stato previsto un sistema di monitoraggio costante della zona. Si pu? davvero parlare di "modello Versilia".

    Per approfondire l’evento consiglio questo bellissimo reportage di Giovanni Staiano, grande appassionato di meteorologia ma anche di Apuane: http://www.meteogiornale.it/reportages/read.php?id=397
    Altro interessante link: http://www.neteservice.it/ilfiumeversilia/alluvione_Versilia96.htm
    Qui sono presenti foto di Cardoso prima e dopo l’alluvione: http://www.il-cardoso.it/index-01.htm
    Video girato dall’elicottero dai Vigili del Fuoco dopo l’alluvione: http://www.vigilfuoco.it/attivita/multimedia/archivio_video/default.asp?cboC=6&index=1&v=36
    Ne approfitto anche per segnalare che molto bello ? il capitolo del libro "Apuane tra memoria e sogno" di Marco (e Lorenzo Ramacciotti) dedicato all’alluvione dell’Alta Versilia…mi ? sempre rimasto impresso soprattutto un disegno di un bimbo delle medie in cui si "intravede" la rinascita di queste zone…e a distanza di 13 anni possiamo dire che ha avuto ragione!

    ciao, Nicola

    Inquietante ? l’immagine dal satellite di quel giorno…

    #6184
    Marco di AS
    Partecipante

    Grazie per la citazione, Nicola. Solo una correzione doverosa: non si tratta di Lorenzo ma di Fiorenzo Ramacciotti, viareggino doc, coautore anche di Apuane Segrete e mio usuale compagno di esplorazioni (anzi, data la sua vicinanza ai monti, rispetto a me, spesso va in avanscoperta, ma qualche volta lo faccio anch’io! ;) ). Proprio per via dell’alluvione decidemmo di fare quel libro, che non ha avuto il successo dell’altro e che lasciava un po’ a desiderare come qualit? di stampa; comunque siamo rimasti contenti lo stesso, lo abbiamo vissuto un po’ come qualcosa di "dovuto".
    Ho vissuto anch’io con grande partecipazione i giorni successivi all’alluvione; nemmeno una settimana dopo raggiunsi Cardoso per un servizio per il mio giornale con un amico geologo, marito di una mia collega e anche lui buon camminatore. Decidemmo di salire da Cardoso a Pruno facendo una sorta di semicerchio lungo la canaletta dell’acquedotto, a partire dal segnavia 8: un percorso relativamente breve, ma che coprimmo in oltre quattro ore, a causa delle innumerevoli e spesso larghe frane che ci trovammo ad attraversare. A Pruno trovammo la gente ancora sgomenta, in particolare ricordo il parroco don Mario Mencaraglia che tornava su da Cardoso seduto sul cassone di un Ape. Eppure non ci misero molto a riprendersi, e se quello versiliese divenne un modello lo si deve s? alle istituzioni ma, credo, soprattutto alla loro tenacia e voglia di ricominciare, che presto si concretizz? proprio nella festa del solstizio. Quanto ai danni, sono d’accordo che comunque non sarebbero mancati, ma secondo me lo stato dei boschi almeno un poco li aggrav?.

    Marco

    #6185
    Anonimo
    Ospite

    giusto, Fiorenzo non Lorenzo!

    Sicuramente lo stato dei boschi aggrav? la situazione, non c’? dubbio.
    Come sicuramente i danni furono amplificati dallo lo stato in cui versava il Vezza, sia nella parte a monte di Seravezza che – soprattutto – nella parte a valle, quando corre arginato.
    Franco Barberi fece notare che la A12 fungeva da diga, con il suo terrapieno costruito senza minimamente tener conto del reticolo preesistente (un po’ come la bretella "Lucca-Viareggio" nel tratto in cui attraversa l’Oltreserchio…il suo terrapieno divent? una terribile diga in occasione dell’alluvione che colp? la mia zona il 9 giugno 1992).

    Per? credo che in eventi come quello del giugno 96, la responsabilit? dell’uomo ricopra una esigua percentuale. Ricordo che mi fecero molto arrabbiare le dichiarazioni dell’allora ministro Ronchi, che – senza tener conto della portata dell’evento – parl? genericamente di incuria e di abbandono.
    Ricordiamoci che quell’evento rappresenta uno dei pi? violenti eventi meteo mai registrati in Italia, superati solo dai 917 mm caduti in 24 a Bolzaneto (Genova) nel 1970 se non sbaglio.
    Comunque sono convinto che se qull’evento si ripetesse oggi (facciamo le corna), i danni sarebbero abbattuti almeno del 40%, perch? davvero ? stato fatto tantissimo (mi vengono in mente anche le briglie a monte di Cardoso).

    Riguardo alla ricostruzione non posso che essere d’accordo con te: importantissime furono le istituzioni ma forse ancora pi? importante fu lo spirito "indomabile" della gente del posto a cui – giustamente – dedicasti il libro.

    ciao, Nicola

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