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Ieri (27.08.19) ho raggiunto le vette del Pizzo dell’Acqua e del monte Tallino.
Anzitutto, due parole di “presentazione”. Questi due rilievi decisamente poco noti appartengono alla lunga cresta ovest del Castagnolo (foto 1), che scende dalla vetta inizialmente molto ripida (mi chiedo a questo proposito se esistano vie alpinistiche o semi-escursionistiche) , per poi formare un’ampia sella (forse la “Piazza dell’Acqua” riportata nella cartina “4Land”?) e rialzarsi nei rilievi suddetti. In particolare il monte Tallino si può ammirare dallo spiazzo asfaltato sopra il paese di Forno (in corrispondenza del bivio tra Vergheto e Biforco), con la sua spettacolare parete ovest strapiombante (foto 2, vetta non visibile). In rete non si trova nulla a riguardo, soltanto qualche relazione tecnica con alcuni cenni alla presenza di cave abbandonate (non di marmo bianco bensì di una varietà ornamentale nota come “breccia di Seravezza”).
Veniamo all’itinerario.
Dalla Filanda di Forno si imbocca il sentiero 154. Dopo circa 10-15 minuti di cammino, in corrispondenza di una svolta a 180° verso destra, si lascia il sentiero proseguendo a diritto e intercettando, dopo pochi metri, una bella traccia che sale pure sulla destra, scalinata e segnata con vernice color fuxia. Si tratta in effetti di un vero e proprio sentiero, comodo e piacevole, che conduce in circa 15-20 minuti in una zona panoramica con alcune vecchie case in pietra e ampi terrazzamenti alla base del versante ovest del Castagnolo (foto 3, il luogo sembra ancora frequentato e curato).
Da notare che il sentiero in questione è chiaramente riportato sulla cartina “4Land” (volendo, è possibile immettersi su tale sentiero anche prima del punto suindicato, con una svolta a U verso sinistra segnalata in fuxia dopo pochi minuti dall’inizio del 154).
Una volta raggiunte le case, si guadagna al meglio la cresta soprastante salendo qualche decina di metri tra erba e roccette (terreno facile e non molto ripido). Ci si trova così sulla sella di cui sopra. La cresta in questo punto è larga ed elementare, con molti alberi e arbusti disseminati qua e là. Procedendo verso ovest (sinistra) la cresta si impenna (e si restringe) progressivamente, fino a un punto in cui diventa difficile (almeno per me! – passaggi di II grado), a pochi metri dalla vetta del Pizzo dell’Acqua. Fortunatamente è possibile aggirarla sulla sinistra, guadagnando la vetta senza difficoltà. Panorama splendido sulle Apuane da una prospettiva certamente insolita (foto 4).
A questo punto si può proseguire lungo la cresta senza difficoltà (soltanto qualche disagio per la presenza di arbusti e di rami bassi che ostacolano il cammino), scendendo a una selletta e poi risalendo brevemente sulla vetta del monte Tallino (attenzione allo strapiombo!). Qui abbiamo costruito un ometto: vista eccellente, soltanto parzialmente coperta da alcuni alberi (foto 5). Da notare la presenza di qualche metro di fil di ferro arrugginito (forse un residuo delle cave).
Dalla vetta si può scendere qualche metro in direzione SO sino ad affacciarsi sullo strapiombo della foto 1 (foto 6: si riconoscono il campo da calcio del paese di Forno, il bivio stradale Vergheto e Biforco e il Canal Secco dove inizia il sentiero 161; foto 7: vista sul paese di Forno).
Fra andata e ritorno, la gita richiede meno di 3 ore… Non c’è esposizione (a meno di andarsela a cercare) e non ci sono passaggi tecnici (richiesto solo un po’ di orientamento). La consiglio decisamente a tutti gli amanti delle “Apuane segrete”.
Gabriele