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- Questo topic ha 9 risposte, 3 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 7 anni, 7 mesi fa da alberto.
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21 Marzo 2017 alle 23:49 #25819alebiffi86Partecipante
Da un po’ di tempo mi frulla un idea per la testa; mi è già successo diverse volte di fare vie di misto dove l’ultimo tiro termina in cima ad un pendio/cresta e la possibilità di fare una sosta decente non è così scontata; ho pensato che in alternativa alla classica ed aleatoria sicura a spalla si potrebbe adottare un altro sistema: ammettendo che il primo abbia la possibilità una volta uscito in cima di abbassarsi di qualche metro sul versante opposto (facendo fare così alla corda un bell’attrito) e magari sedersi in terra, non potrebbe assicurare il secondo con la piastrina gigi/reverso? cioè, attaccandosi la piastrina all’imbrago tramite ghiera e passandoci la corda che va al compare come se il primo fosse “la sosta”; grazie al contrappeso,alla posizione seduta ma soprattutto all’attrito della corda sul pendio in caso di volo del secondo secondo me è impossibile che il primo venga trascinato via; cosa ne pensate? metto un orribile disegno fatto con paint per rendere meglio l’idea..
ovviamente intendevo che la piastrina debba essere messa in maniere autobloccante in modo tale che sia solo il peso del secondo (e l’attrito) a far funzionare tutto e non la forza delle braccia;
Attachments:22 Marzo 2017 alle 12:24 #25820AnonimoOspiteCiao Ale…non conosco altri metodi alternativi all’assicurazione a spalla per questi casi…pero se tu fossi su neve potresti provare ad allestire una sosta con qualche materiale a tua disposizione (picche,zaino,sacchetti di plastica) qualcosa che aumenti l’attrito e soprattutto per scaricare il peso del compagno in modo da poterlo recuperare con la piastrina o qualsiasi altro metodo…
in alternativa se proprio devi a spalla potresti usare la corda per farti un ‘imbragatura alta(nodo bulino doppio con bretelle) e da li potresti provare a recuperarlo con piastrina all’imbrago. (l’imbragatura alta ti servirebbe secondo me solo per evitare di caricare il peso del compagno solo al bacino,rischiando di farti male anche te).
sono solo mie supposizioni non ho avuto modo di verificarle ma potrebbero funzionare.
22 Marzo 2017 alle 16:12 #25821alebiffi86Partecipante[quote=”Ale_Climber” post=27373] se tu fossi su neve potresti provare ad allestire una sosta con qualche materiale a tua disposizione (picche,zaino,sacchetti di plastica) qualcosa che aumenti l’attrito e soprattutto per scaricare il peso del compagno in modo da poterlo recuperare con la piastrina o qualsiasi altro metodo…
[/quote]si, in realtà mi riferivo ad un alternativa sia alla sicura a spalla sia ai classici corpi morti,fittoni,zaini sotterrati nella neve,ecc.. che francamente non mi danno mai grande fiducia, specialmente se il tiro è duro;
22 Marzo 2017 alle 19:42 #25822albertoPartecipantesecondo me l’uso del corpo morto, fatto con la piccozza, oppure con il badiletto con tanto di cavetto già predisposto, non è da escludere a priori.
Sopratutto in situazioni di neve brutta è una valida e buona soluzione.22 Marzo 2017 alle 21:58 #25825morefirePartecipanteCiao Alessandro, capisco bene a che tipo si situazioni ti riferisci…
La soluzione da te pensata, a mio avviso, è facilmente criticabile. Ovviamente anche lassicurazione a spalla non è il massimo, e va effettuata con molta attenzione (sfruttando un posto comodo e attriti vari come dicevi tu) stando sempre pronti a trattenere una caduta. Tuttavia una piastrina in posizione di recupero attaccata direttamente all’imbrago, oltre che difficilmente manovrabile, è un elemento bloccante che annulla ogni dissipazione, fattore fondamentale e presente quando si assicura a spalla, che potrebbe causare uno strappo eccessivo in caso di volo del secondo.
A mio avviso la dotazione migliore in assenza di roccia fessurata o ghiaccio buono è costituita da un corpo morto e due protezioni da terra: il primo nel caso di qualsiasi tipo di neve abbondante, altrimenti si libera un po di terreno e si mettono snarg o facoceri. Assicurazione a spalla solo se non si può fare altrimenti, ma meglio se dietro una roccia o cresta, in posizione abbassata oltre la cresta, o facendo passare la corda dietro uno spuntone per creare un buon attrito.22 Marzo 2017 alle 23:31 #25826alebiffi86Partecipante[quote=”morefire” post=27377]Ciao Alessandro, capisco bene a che tipo si situazioni ti riferisci…
La soluzione da te pensata, a mio avviso, è facilmente criticabile. Ovviamente anche lassicurazione a spalla non è il massimo, e va effettuata con molta attenzione (sfruttando un posto comodo e attriti vari come dicevi tu) stando sempre pronti a trattenere una caduta. Tuttavia una piastrina in posizione di recupero attaccata direttamente all’imbrago, oltre che difficilmente manovrabile, è un elemento bloccante che annulla ogni dissipazione, fattore fondamentale e presente quando si assicura a spalla, che potrebbe causare uno strappo eccessivo in caso di volo del secondo.
A mio avviso la dotazione migliore in assenza di roccia fessurata o ghiaccio buono è costituita da un corpo morto e due protezioni da terra: il primo nel caso di qualsiasi tipo di neve abbondante, altrimenti si libera un po di terreno e si mettono snarg o facoceri. Assicurazione a spalla solo se non si può fare altrimenti, ma meglio se dietro una roccia o cresta, in posizione abbassata oltre la cresta, o facendo passare la corda dietro uno spuntone per creare un buon attrito.[/quote]Ciao; quest’anno è capitato di attrezzare una sosta sul pianoro sommitale proprio all’uscita di ghiaccio ad ogni costo; come accennavi tu davide ha piazzato protezioni da terra che si sono rivelate puttosto affidabili; io chiaramente parlo di una situazione dove fare questo non sia possibile e la scelta rimanga tra corpo morto e spalla; a mio avviso dovendo assicurare un secondo che sale con corda sempre ben tesa il volo che quest’ultimo potrebbe fare si limiterebbe all’allungamento della corda; credo che con un primo di cordata che recuperi seduto dall’altra parte del versante ed in posizione seduta (con gambe puntate contro la neve) la soluzione che ho pensato non sia così assurda anche perchè l’attrito sviluppato sarebbe notevole; per quanto riguarda la manovrabilità della piastrina da quella posizione ho provato a casa e i movimenti non sono tanto dissimili dal recuperare un secondo su di un monotiro;
23 Marzo 2017 alle 11:10 #25827albertoPartecipanteper la mia esperienza posso dire che non esiste una regola precisa. Occorre invece fare delle scelte che si adattano alla situazione del momento. Da qui la necessità di conoscere si le varie tecniche da manuale ma anche e sopratutto una buona capacità di adattamento e manualità nel fare le cose sul terreno .
L’assicurazione a spalla secondo me va conosciuta, in diverse situazioni può essere utile e veloce. Come andrebbe conosciuta anche la tecnica di calata a corda doppia solamente con la corda, senza usare il discensore e l’ imbraco.Su terreno innevato non è sempre facile fare delle buone, nel senso sicure, soste . Da qui la necessità di possedere un buono spirito di adattamento e fiuto nel saper leggere il terreno.
Oltre al posizionamento di un corpo morto si può costruire anche un fungo.Poi c’è anche da dire che in certe situazioni è VIETATO CADERE !!
23 Marzo 2017 alle 15:10 #25828AnonimoOspitesecondo me Ale se usi una delle svariate soluzioni per i corpi morti e lo sai fare a regola d’arte non è cosi male. Provato un semplice zaino ben sotterrato con l’angolo di inclinazione di uscita del cordino dalla neve abbastanza corretto, tre persone che tiravano…risultato lo zaino non si è mosso.
Ho anche provato il famigerato fungo l’anno scorso, con i vari nodi che fanno attrito,un bel solco e il diametro del fungo ampio, beh anche questa soluzione la puoi adottare. forse piu limitativa se non hai un bello spazio per fare un fungo grande…si sà piu il fungo è grosso e più regala soddisfazioni…hahahah
23 Marzo 2017 alle 15:12 #25829alebiffi86PartecipanteLa tecnica di discesa alla Piaz la imparai da bambino calandomi da un terrazzino condominiale alto 6/7 metri con corda comprata dal ferramenta ed ancorata al cardine di una porta! il risultato fu un ustione di secondo grado nella parte posteriore della coscia ed una bella cazziata di parte di mio nonno che mi trovò appeso a mezz’aria! :laugh: comunque in effetti sarebbe meglio conoscere un po’ di tutto e sapersela cavare con minor materiale possibile;
23 Marzo 2017 alle 19:28 #25830albertoPartecipante[quote=”alebiffi86″ post=27381]La tecnica di discesa alla Piaz la imparai da bambino calandomi da un terrazzino condominiale alto 6/7 metri con corda comprata dal ferramenta ed ancorata al cardine di una porta! il risultato fu un ustione di secondo grado nella parte posteriore della coscia ed una bella cazziata di parte di mio nonno che mi trovò appeso a mezz’aria! :laugh: comunque in effetti sarebbe meglio conoscere un po’ di tutto e sapersela cavare con minor materiale possibile;[/quote]
L’ultima volta che l’ho usata è più o meno un mese fa, il giorno dopo che siamo andati al Pisanino. Sono andato da solo a fare la traversata della crestina. Avevo solamente la corda e niente imbraco.
Sono sceso dalla paretina sopra il sasso Appoggiato facendo la doppia come si usava una volta. Questa vecchia tecnica di discesa in corda doppia l’ho usata tante volte. Nei primi anni di arrampicata si faceva sempre la doppia in questo modo, senza usare imbraco e discensore.Per evitare il doloroso attrito fra le gambe basta usare un cordino/fettuccia e un moschettone con il quale ci si costruisce una specie di sedile. La corda invece di passare tra le gambe passa nel moschettone agganciato al cordino/fettuccia e poi sulla spalla.
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