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marco21.
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12 Aprile 2015 alle 00:40 #21657
alebiffi86
PartecipanteIeri con Davide siamo andati a ripetere questo storico itinerario (dimenticato ormai..) sulla bella Guglia di Piastra Marina; si tratta della via Montagna-Campora del 1959 che sale l’evidente ed estetico spigolo sud; per quanto riguarda la roccia, nonostante siano presenti numerosi terrazzi detritici davvero scabrosi, nei tratti più impegnativi e verticali và sempre da discreta a buona presentando talvolta dei bei passaggi dove addirittura è davvero affidabile e compatta; diciamo che in una scala da 1 a 10 siamo sul 6 – 6,5…forse nel complesso un pelo meglio della bastrenta al contrario; chissà perchè invece quasi tutti hanno dei pregiudizi su certi itinerari e danno per scontato che si tratti di robe infernali dalle quali è meglio stare alla larga..in Apuane vale sempre la pena di andare a verificare con i propri occhi; provo a fare una breve descrizione, anche se le relazioni non sono mai il mio forte: si parte da Resceto,ci s’incammina sulla via vandelli per poi abbandonarla al primo bivio a sinistra imboccando la lizza Magnani (credo..); giunti in prossimità della guglia s’inizia a risalire lungo il primo evidente canale di raccolta delle acque che interseca la lizza e lo si segue sino allo zoccolo erboso posto alla base della torre (passaggi di II/III-); si risale il ripido paleo tenendo leggermente la destra (viso a monte) in modo tale da non raggiungere lo spigolo esattamente alla sua origine ma piuttosto una ventina di metri più in alto alla base di una evidente cengia obliqua; qui si sosta e comincia il primo tiro: superare un passaggio di III+ che dà accesso alla cengia, percorrerla fino al suo margine destro (rinviati esili alberelli) ed alzarsi in direzione dello strapiombino; questo è già il tratto chiave della via, si tratta infatti di vincere una pancia strapiombante che sulla guida Nerli è data A1. Non salire la pancia direttamente (roccia orribile) ma tenere leggermente la destra dove questa forma un poco marcato diedrino di roccia molto compatta; l’artificiale và attrezzato, io ho infisso numerosi chiodi (tutti tolti) che con una staffa mi hanno permesso di alzarmi sino ad una fondamentale e vecchissima lametta arrugginita sulla quale staffare mi è costato un intero pacco di pannoloni!
(però avevo qualche chiodo buono sotto i piedi…); si esce con difficoltà a sinistra raggiungendo un comodo terrazzino alla base di un diedro; vincere la faccia destra del diedro con bel passaggio sostenuto (V), uscire facilmente sullo spigolo e dopo pochi metri trovare la sosta su due chiodi, 35 metri, A1, V; il secondo tiro è un po’ meno ingaggioso ma per nulla banale: si sale la placca fessurata obliquando a sinistra, appena ci si alza un poco si trova un buon chiodo al vertice di un blocco liscio per nulla facile da vincere (v+); da sopra al blocco si continua per fessure tendezialmente a destra (roccia discreta ma qualche masso instabile) fino a guadagnare un terrazzino alla base di un altra placca fessurata (IV); non seguire le due evidenti fessure frontalmente ma spostarsi decisamente a sinistra sino ad intravedere un chiodo; questo è l’altro passo chiave riportato sulla Nerli: si tratta di vincere una liscia placca di V superata la quale le difficoltà calano; ci sono due possibilità, una è sfruttare la bella fessura a sinistra e tenendo i piedi in aderenza con faticosa dulfer alzarsi per poi ritraversare leggermente a destra, l’altra è staffare sul primo chiodo, aggiungere un friend e guadagnare l’altro chiodo che consente di uscire (io purtroppo ho optato per la seconda.. :( ); a questo punto si raggiunge la base di un facile diedrino, se ne esce direttamente e con qualche facile metro lungo il filo si guadagna la base di un altra placca (fatta sosta su bel chiodo a lametta presente più uno aggiunto), 50 metri V+, IV; ora bisogna evitare di farsi fuorviare dai chiodi che salgono la placca direttamente, si tratta infatti di una variante forse più recente..l’originale,come da relazione, traversa a sinistra su di una cengia gradonata in discreta esposizione (trovato un chiodo); giunti alla fine della cengia se ne esce con un passo di quarto e si arriva così su un vasto terrazzo con albero chiuso in alto a sinistra da un diedro strapiombante; con difficoltà si guadagna l’alberino, lo si rinvia e si punta leggermente a destra verso dei grossi blocchi fessurati; ci si protegge con un friend grande nella spaccatura e con passo atletico su roccia pressochè ottima si guadagna nuovamente il filo dello spigolo; FARE ATTENZIONE: qui giunge la via Mapo ed infatti si trova una sosta che noi abbiamo utilizzato per poi ridiscendere! (molto utile); proseguire facilmente fino alla vetta dove si trova un ottimo spit inox(45/50 metri,IV+) e la bellissima campana che abbiamo suonato con gioia! praticamente erano anni che volevo salire lassù con l’idea di trovarla e fino all’ultimo è stata un incognita perchè mi era stato detto che il vento l’aveva spazzata via…; dalla esile vetta calarsi tramite lo spit fino alla sopracitata sosta di mapo, da lì con due doppie si torna alla base della guglia ed in breve (tramite costone alberato) alla lizza; attenzione alle doppie su mapo: pericolo d’incastro e scariche, (tra l’altro non dev’essere male come via!); bella giornata, ambiente selvaggio ed itinerario storico da non sottovalutare, secondo me non deluderebbe neanche i meno “amatori” delle apuane, certo non bisogna essere dei palati troppo fini; complimenti a Davide che nonostante abbia seguito da secondo (su certi terreni gli necessità ancora un po’ di pratica) si è smazzato tutti i tiri in libera, proponendo per il tiro di artificiale una difficoltà di 6b+; a breve foto..
12 Aprile 2015 alle 13:01 #21668alebiffi86
Partecipanteil tiro di artificiale
secondo tiro
davide sullo spigolo
sempre sul secondo tiro
inizio del terzo tiro(da notare la roccia straordinariamente compatta in questo tratto):
Davide suona la campana
In calata dalla via Mapo
12 Aprile 2015 alle 13:40 #2166912 Aprile 2015 alle 20:54 #21670fabrizio
Amministratore del forumGrande Biffi…sempre il n°1 ;)
complimenti a Davide che si è fatto tutto in libera…mica facile… :blink:12 Aprile 2015 alle 21:44 #21671guido
Partecipantetanta roba biffi ora provo a legger bene la relazione :laugh:
13 Aprile 2015 alle 12:42 #21672Cima
Partecipanteè bello vedere che itinerari di questo tipo vengono ancora ripetuti! complimenti Ale! l’avventura è l’anima dell’alpinismo!! ;)
13 Aprile 2015 alle 16:16 #21673alberto
Partecipantebravi Ale e Davide. Bello ripercorrere questi itinerari e sopratutto uscire fuori dal coro.
La qualità della roccia, chiodatura e gestualità non sono le sole variabili che contano nella scelta di salire un’itinerario.13 Aprile 2015 alle 22:16 #21675alebiffi86
Partecipante[quote=”bonatti” post=24244]
La qualità della roccia, chiodatura e gestualità non solo le sole variabili che contano nella scelta di salire un’itinerario.[/quote]Sono daccordo Albè! infatti,a me personalmente, più che questi fattori mi ha sempre attirato l’estetica; io vedo delle strutture e ne sono fortemente attratto..non mi pongo tanto il problema della bellezza dell’arrampicata ma semplicemente provo il desiderio si salire su di un campanile, torre o parete che sia; sarà un concetto romantico, superato ma per me è questa la molla che scatta :)
14 Aprile 2015 alle 00:35 #21676Ceragioli
PartecipanteBello ragazzi,complimenti. ;)
14 Aprile 2015 alle 10:19 #21677alberto
Partecipanteoltre all’estetica io aggiungerei altri fattori: l’ambiente circostante, la storia/storie legate ad un certo itinerario, la montagna e la parete su cui l’itinerario si svolge, l’avventura che un certo itinerario può regalare, la possibilità che ti può regalare un itinerario di conoscere chi l’ha pensato e aperto, quindi la suo stile.
Ti faccio un esempio: la via Nerli al pilastro sud dell’ Altissimo non è certo il massimo della bellezza dell’arrampicata, roccia rotta ed erba quindi piuttosto infida. Ma e me ha dato grande soddisfazione salirla perchè non avevo mai fatto una via sulla parete sud dell’Altissimo, l’ambiente in cui si svolge la via è di grande bellezza, è una via dimenticata e questo per me è motivo di curiosità.
Inoltre c’è il fattore che non è una via preconfezionata e te la devi cercare.14 Aprile 2015 alle 14:59 #21679alebiffi86
Partecipantesi,certo..anche l’aspetto storico e l’ambiente sono da tenere in grande considerazione! La Nerli all’altissimo è uno dei miei prossimi obbiettivi
14 Aprile 2015 alle 16:36 #21681alberto
Partecipantealtro esempio.
non avevo mai fatto una via di Lorenzo Massarotto, mi interessava molto il personaggio e il suo modo di concepire l’alpinismo, l’arrampicata.
Così mi sono andato a cercare e a fare la “Raffaele Conedera” una sua via alla Prima Torre del Camp nel gruppo della Moiazza in Dolomiti.
Dallo stile della via si capisce benissimo quello dell’autore !!23 Gennaio 2022 alle 00:28 #52506marco21
PartecipanteRipetuta oggi con la compagna, bellissima salita!! Dopo aver visto la linea da lontano abbiamo deciso che dovevamo andarci..
Grazie dell’utile relazione
Abbiamo salito varianti dirette tentati dalla bellezza della roccia, sulle fessure parallele a metà del secondo tiro (VI+, ben proteggibile a friend) e la placca iniziale del terzo tiro (V+, due vecchi chiodi, nei primi metri utile camalot 3).
Il primo tiro salito in libera, mettendo un chiodo all’inizio (tolto) e un nut, potrebbe esser sul VI+In cima nella sosta di calata c’era una corda incastrata (in modo strano), se il proprietario leggesse l’abbiamo presa
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