Parchi più protetti e meno costosi

«Il 10% della superficie della Toscana, oltre 225.000 ettari, è protetta» spiega l’assessore Marco Betti, nel corso del convegno di Legambiente che si è svolto il 5 dicembre 2008 al parco di San Rossore a Pisa e dedicato alla normativa sui parchi. «Oltre duecentomila ettari sono una porzione rilevante di territorio – prosegue – Stiamo lavorando alla nuova legge e il nostro intento è soprattutto quello di fare sempre più sistema del complesso dei parchi e delle aree protette della Toscana. Per le aree naturali protette di interesse locale (Anpil) prevediamo l’obbligatorietà dei regolamenti di gestione, strumenti che ne specifichino bene finalità e obiettivi, anche perché non vogliamo aree che protette lo siano solo sulla carta.

Stiamo infine predisponendo una forte riduzione del numero di componenti dei direttivi dei parchi regionali». L’assessore ai parchi richia ma il piano d’azione della giunta regionale. «In Toscana – precisa Betti – abbiamo 3 parchi nazionali, 3 regionali e altrettanti provinciali, 41 riserve naturali e 52 aree naturali protette di interesse locale, cioè un sistema che ci ha permesso di conservare e valorizzare la biodiversità.

Non stiamo parlando di un museo, ma di uno vero e proprio libro a cielo aperto, che ci mantiene a contatto con la natura. Nelle aree naturali protette di interesse locale gli aspetti turistici ed economici sono importanti, ma la tutela deve essere centrale. Pensiamo quindi a requisiti strutturali minimi, regolamentando anche la questione della caccia. Oggi, a tredici anni di distanza dalla legge regionale 49 del 1995 sulle aree protette, abbiamo la necessità di aggiornarla, per mantenerla all’altezza dei buoni risultati che ci ha permesso di raggiungere fin qui».

La nuova disciplina regionale tende a precisare nuove regole per la gestione e l’ampliamento del sistema regionale delle aree protette. Vuole snellire le procedure e produrre un risparmio economico nella conduzione dei parchi. Infine mira a introdurre un nuovo sistema di divieti (come quello di apertura di cave, di realizzazione di nuove infrastrutture non necessarie) che ne tuteli gli interessi naturalistici, favorendo il ricorso alla bioarchitettura, alle fonti di energia rinnovabile, all’ingegneria naturalistica. Ogni anno la Regione destina 4 milioni di euro alla gestione dei tre parchi regionali, mentre per l’intero sistema delle aree protette la cifra complessiva annua finalizzata agli investimenti per la tutela e la riqualificazione ambientale è di 2 milioni di euro.