Il Monte Gomito


I denti della Vecchia

Il Monte Gomito (m. 1892) è conosciuto soprattutto da coloro che si recano sull’Appennino tosco-emiliano nel periodo invernale per sciare, ma qui si parlerà di come raggiungere la vetta di questa montagna a piedi e non servendosi degli impianti di risalita: questa escursione trova il suo punto di partenza dalla Val di Luce e il suo punto di arrivo all’Abetone per cui è necessario effettuarla con due autovetture, lasciandone una all’Abetone e proseguendo con l’altra verso la Val di Luce per recuperarla poi alla fine della camminata; comunque per chi la effettuerà con una sola auto basta semplicemente fare il percorso inverso una volta raggiunta la vetta del monte. Come fo sempre, prima di descrivere una escursione ritengo doveroso far conoscere la storia dei luoghi che andremo ad attraversare: la Val di Luce (che fino agli anni sessanta si chiamava Valle delle Pozze) fu teatro, nel periodo antecedente l’inizio della seconda guerra mondiale, del tentativo di crearvi una stazione residenziale, alberghiera e ricreativa da contrapporre al vicino Abetone.


La Val di Luce

L’artefice di questa operazione fu l’ingegnere fiorentino Lapo Farinata degli Uberti. Ma prima di parlare di questa grandiosa impresa è bene spendere qualche parola sulla storia della Valle delle Pozze (nome usato fino a quaranta anni fa): la valle, la cui forma ad “U” ne rivela la indiscutibile origine glaciale, è orientata da sud a nord lungo l’asse Alpe delle Tre Potenze – Ponte Picchiasassi (si chiama così un ponte posto sulla statale del Brennero in località Faidello) e la testata, compresa tra l’Alpe delle Tre Potenze e il Monte Femminamorta, presenta la forma di un ampio circo glaciale: particolarmente evidente è la nicchia glaciale che di apre ai piedi del versante nord delle Tre Potenze con ripide pareti rocciose e che ospita, nel suo fondo, la conca del Lago Piatto situato a quota 1823 e che presenta un perimetro di circa 300 m. ma con acque scarsamente profonde (il nome stesso lo evidenzia).


Veduta del Rondinaio e del Giovo

E’ interessante segnalare il tratto roccioso che il sentiero CAI n. 505 incontra nel suo inizio e che presenta piccoli esempi di “marmitte dei giganti” (buche dalla forma circolare scavate nel corso dei millenni dall’azione congiunta di acqua e pietre sul letto roccioso dei torrenti). La Valle delle Pozze è stata per secoli regno incontrastato di boscaioli e pastori ed era conosciuta fino a tutto il XVII° sec. come Valle del Rio Piagnose o Piagnese ma deve la sua notorietà agli anni trenta del XX° sec. quando l’ingegnere Lapo Farinata degli Uberti, discendente di una nobile famiglia fiorentina, progettò la costruzione di alberghi, ristoranti, piste da sci, impianti di risalita, piste da bob, piscine (l’energia elettrica necessaria per far andare tutto questo sarebbe stata ricavata da un bacino artificiale la cui acqua sarebbe dovuto pervenire addirittura dal Lago Santo tramite un condotto sotterraneo che sarebbe dovuto passare anche sotto la Femminamorta) e la costruzione di una gigantesca torre sulla vetta dell’Alpe delle Tre Potenze, torre dotata di un grande faro che con la sua luce avrebbe dovuto fare pubblicità alla nuova stazione sciistica.


Scendendo il dente della Vecchia

I lavori ebbero inizio nell’estate del 1935 e procedettero spediti per alcuni anni: inizialmente la strada che si fermava a Casa Coppi fu prolungata fino a Pian d’Asprella, là dove attualmente si trova il grande parcheggio di servizio per gli impianti di risalita, e furono costruiti tre grossi edifici in “pietra a vista” ancora oggi visibili; nel 1942, a causa della guerra, i lavori furono sospesi e le costruzioni che erano state erette furono depredate e tutto il lavoro abbandonato. L’ingegnere Farinata degli Uberti morì durante il periodo bellico e gli eredi, terminata la guerra, vendettero la Valle a un commerciante di legnami che a sua volta, dopo qualche anno, la passò ad una Società a capitale privato: questa società, agli inizi degli anni sessanta, lanciò la Valle delle Pozze come importante stazione sciistica mutandone il nome in Val di Luce, toponimo con la quale è attualmente conosciuta.


Sul sentiero Gomito Selletta

Credo sia inutile stare a spiegare come raggiungere la Val di Luce (perché non lo sapesse la si raggiunge girando a sinistra lungo la statale del Brennero in località Faidello pochi km. oltre il Passo dell’Abetone): l’escursione ha inizio a Pian d’Asprella (quota 1500 m.), immenso piazzale di servizio per gli impianti di risalita del comprensorio. Il nome Pian d’Asprella trae origine da una pianta erbacea perenne dai piccoli fiori di colore rosa: l’Aspenula odorata, appartenente alla famiglia delle Rubiacee e assai diffusa nella valle. Si prende quindi lungo l’erto sentiero CAI n. 505 che coincide con una pista da sci e dopo circa 40 minuti di aspra salita arriviamo ad un bivio: noi dobbiamo andare a sinistra ma dato che abbiamo il Lago Piatto a pochi minuti di cammino sulla nostra destra vale senz’altro la pena di andare a dare un’occhiata a questo laghetto d’alta quota.


Verso la stazione di arrivo dell’ovovia

Tornati al bivio questa volta andiamo decisamente a sinistra verso il Passo della Fariola m. 1780 (dove arriva un impianto di risalita) situato fra l’Alpe Fariola, m. 1894, (prolungamento del Monte Gomito), e i Denti della Vecchia, cresta dentata la cui traversata è molto pericolosa: dal Passo della Fariola volendo si può salire a destra fino alla base dei Denti della Vecchia per dare un’occhiata da questa panoramica posizione dalla quale si domina tutta la Val di Luce e la Valle del Sestaione con il Lago Nero. Tornati al Passo della Fariola incontriamo il sentiero CAI n. 00 che seguiamo a sinistra traversando i pendii dell’Alpe Fariola in direzione della stazione di arrivo degli impianti del Gomito dove giungiamo in circa 45 minuti: da qui prendiamo a sinistra e ci dirigiamo verso la grande croce di ferro che segnala il punto più alto del Monte Gomito (m.1892) dal quale possiamo ammirare un panorama a 360° avendo di fronte l’immensa mole del Giovo: sono trascorse 2 h. dalla partenza dalla Val di Luce.


Ancora la Val di Luce

Dopo aver sostato qualche minuto accanto alla croce dobbiamo fare ritorno alla stazione di arrivo degli impianti del Gomito e da qui seguire a sinistra il sentiero 00 che percorriamo fino ad arrivare al Rifugio Selletta (m. 1711) dove giunge una funivia con base di partenza all’Abetone: per giungere fino qui dalla grande croce del Gomito occorre circa 1h. Per scendere dalla Selletta all’Abetone possiamo percorrere sia lo 00 sia seguire il percorso della pista da sci: in entrambi i casi impiegheremo circa 1 h. di cammino; sono trascorse circa 4 h. da quando abbiamo lasciato la Val di Luce. Per tutti coloro che si recheranno a fare questa escursione con una sola auto l’itinerario può essere affrontato sia dalla Val di Luce, ritornando poi per il percorso fatto all’andata, sia dall’Abetone, magari in questo caso si può fare il percorso di andata alla vetta del Gomito seguendo il sentiero CAI n. 00 ed effettuare quello di ritorno quando siamo alla Selletta abbandonando lo 00 per seguire la pista da sci.


I denti della Vecchia e Tre Potenze