Andar per grotte

Un nuovo modo di fare del turismo avventuroso, nelle viscere delle terre Apuane, fra le circa 200 caverne presenti nella zona.


Le grotte del vento

Un nuovo tipo di turismo-escursione per tutti ma soprattutto per giovani in cerca di sensazioni forti, negli antri della terra. Numerose sono le caverne sparse nel territorio della Toscana, di queste numerose si concentrano nella zona delle Alpi Apuane. La prima notizia di un’esplorazione speleologica nella zona delle Apuane risale al ‘700 con la scoperta della grotta del Vento, ma il boom della Speleologia si registra attorno agli anni 20 del ‘900, dopo la nascita del gruppo speleologico Fiorentino. Solo nella zona delle Apuane e dintorni ne sono catastate circa 200, alcune, come la grotta del vento, l’Antro del Corchia, l’Abisso di Revel sono famose in tutto il mondo, richiamando migliaia di visitatori ogni anno. Attualmente la grotta del Vento è una delle mète più frequentate, in tutte le stagioni: è situata tra Vergemoli e Fornovolasco, nel gruppo delle Panie, a quota 627 metri s.l.m., è lunga 750 m. con uno sviluppo complessivo di circa 3.500 m. d’itinerario percorribile sotterraneo.


Ingresso di una grotta

La temperatura si mantiene sempre stabile attorno ai 10 gradi centigradi, le cavità offrono splendidi scenari che possiamo ammirare grazie all’illuminazione artificiale presente: quali sale, pozzi, un fiume sotterraneo d’eccezionale limpidezza, drappeggi di calcare, cascate, stalattiti e stalagmiti. Un’altra caverna con una diffusa fama è l’Antro di Corchia, nell’alta Versilia, nei pressi di Levigliani, ad una quota di 1150 m.. Si può camminare per due chilometri, con un dislivello interno di 541 m. tra spettacoli di straordinaria bellezza: laghetti, saloni, gallerie, pinnacoli e strettoie. L’Antro ricco di cunicoli affacciati su strapiombi, può accogliere 25 turisti l’ora. Fu scoperto nel 1840 da un imprenditore dei marmi, Emilio Simi, è stato oggetto, negli ultimi anni, di lavori di consolidamento e ricostruzione ed è stato riaperto nell’estate scorsa, con tanto del rituale taglio del nastro e banda musicale. L’abisso Enrico Revel è un’altra attrazione geologica: un pozzo a salto unico di 316 m., il più profondo conosciuto al mondo.


Altro ingresso in muratura

Si trova tra la Garfagnana e l’alta Versilia, nell’altopiano carsico della Vetricia, è ad una quota di 1453 m. e fu esplorato nel 1931 dal Gruppo Speleologico Fiorentino. Altra caverna importante sulle Apuane è la Tecchia di Equi, lunga 35 m., preziosa dal punto di vista paleontologico. Vi sono state trovate numerose ossa di Orso Speleo e Leone Speleo. La grotta è vicina al paese di Equi, nella catena del Sagro. Sempre nella catena del Sagro c’è il Tanone di Torano, ha un’estensione di centinaia di metri ed è una delle grotte frequentate delle Apuane. Citiamo poi la buca della Miniera Alta, la buca del Cane del Canal delle Veghe, la Tana dell’orso Selvatico, la Buca Larga, la grotta all’Onda, in quest’ultima sul monte Matanna, sono state rinvenute ossa di animali del Paleolitico antico, come la iena ed il leopardo. Insomma, anche la Versilia, la Garfagnana, la Lunigiana, e le Apuane offrono agli speleo-turisti ed escursionisti, straordinari spettacoli sotterranei, a centinaia di metri dentro e sotto le montagne.


Un’affascinate grande passione: le grotte

I corsi degli esperti del CAI
Sempre più numerose sono le persone che scoprono il mondo sotterraneo. Tanto e vero, che sempre più i vari gruppi speleologici sparsi sulle Alpi Apuane, organizzano, con grande successo corsi di speleologia per neofiti. Un recapito utile è quello del gruppo speleo-archeologico del CAI di Massa (347 5616782). Le lezioni pratiche si svolgono nelle cavità naturali delle Apuane. Queste montagne sono formate in gran parte da rocce calcaree, in esse l’acqua è potuta penetrare, incidendo un’estesa rete di cavità Carsiche. Goccia dopo goccia, millennio dopo millennio, è arrivato fino a noi questo patrimonio di grotte, in gran parte ancora sconosciuto e inesplorato. Le grotte Apuane sono del tipo "Abissi", Ossia caverne a sviluppo verticale che penetrano in profondità, per centinaia di metri nella montagna. In esse non si trovano solo scenari sotterranei di acqua e rocce, ma anche particolarissime forme di vita, come l’hydromantes ambrosii, splendido geotritone.