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Equi Terme, m. 250, è il paese più importante posto nella Valle del Lucido, torrente che è un affluente di sinistra del fiume Aulella: Equi è un borgo molto caratteristico, antico e deve il suo nome e le sue fortune alla sorgenti termali conosciute fin dall’antichità e, attualmente, sfruttate da uno stabilimento termale che sorge al monte del paese. Per arrivarci è necessario percorrere l’autostrada Firenze – Mare (A11) fino a Viareggio, quindi l’autostrada Genova – Rosignano fino a Sarzana e qui occorre prendere l’Autostra della Cisa, Parma-La Spezia, per uscire al casello di Aulla: da qui si entra nella valle dell’Aulella e per giungere ad Equi si seguono le indicazioni stradali. |
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Equi Terme, oltre che dal Lucido, è attraversato anche dal torrente Fagli, dal corso breve e tumultuoso e che, prima di entrare in paese, è sovrastato da una alta rupe alla cui base si apre la "Tecchia di Equi", la caverna più famosa delle Apuane, abitata dall’uomo preistorico del Paleolitico Medio, cacciatore dell’orso speleo: infatti grandi quantità di scheletri di questo animale sono state rinvenute all’interno fra le quali anche lo scheletro di un’orsa morta di parto insieme al suo piccolo; gran parte dei reperti rinvenuti nella grotta si trovano esposti nel Museo Archeologico dell’Alta Val Aulella di Casola in Lunigiana. Proprio sotto la Tecchia di Equi si apre un’altra caverna, la Buca di Equi e, inoltrandoci nel torrente Lucido, un km. |
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Oltre il paese incontriamo una stretta gola detta Solco di Equi che termina sotto la maestosa parete nord del Pizzo d’Uccello. Io inizierei questo itinerario da Vinca anziché da Equi, in modo da percorrerlo in discesa invece che in salita: Vinca, 808 m. slm, è l’unico centro abitato della omonima valle ed è purtroppo conosciuto perché nell’estate del 1944 vi fu perpetrato un eccidio dalle SS naziste che trucidarono 174 persone, la maggior parte delle quali donne e bambini. A Vinca si giunge da Ponte di Monzone, frazione di Monzone, quest’ultimo posto a m. 277 su un’altura che domina la valle: giunti a Vinca, prima di entrare in paese, sulla sinistra, proprio sotto al cimitero, parte il sentiero CAI n. 39 che entra subito nel bosco per percorrere, quindi, il fianco del monte sempre a mezzacosta con bellissime visioni sul gruppo del Sagro (m. 1748). |
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Dopo circa ½ h. di cammino incontriamo i resti di Casa San Giorgio posta in posizione molto panoramica e dalla quale parte un sentiero che, lasciando il CAI 39, conduce ai resti dell’eremo Maestà di Vinca, posta sul fianco di un canale roccioso. Tornati al sentiero n. 39 proseguiamo in discesa fino a che poco dopo incontriamo, appena a sinistra del sentiero, i resti del Castellaccio, antica fortificazione che dominava la vallata e del quale si conservano un torrione e le mura ma, purtroppo, completamente soffocate dalla vegetazione tanto che per vedere la valle è necessario salire un po’ avventurosamente sulle mura: il Castellaccio era sicuramente un bell’edificio e conserva ancora il fascino che aveva ai suoi bei tempi, ma che ora si intravede appena fra le piante: andrebbe senz’altro restaurato. |
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Lasciati i ruderi torniamo sul sentiero e camminando dopo circa ½ h troviamo a quota 340 un piccolo e caratteristico borgo, Aiola, formato da case che portano ancora inciso sul portale l’anno della loro costruzione: Aiola è un piccolo borgo veramente caratteristico ed è da ricordare anche perché nel 1686 i Medici tentarono di aprirvi una miniera di rame. Visitato il paese procediamo in discesa sul sentiero CAI n. 39 lungo una mulattiera acciottolata che attraversa un bel castagneto fino a riportare ad Equi Terme: sono trascorse 2 h. dalla partenza da Vinca. Vorrei ricordare che per compiere questo itinerario, visto che non si tratta di un percorso che riconduca al punto di partenza, occorre portare due automobili oppure, così come ho fatto io, chiedere un passaggio a qualche automobilista che dal Ponte di Monzone vada in direzione di Vinca. |