Il Monte Cimone

 
La vetta del Cimone

Il Monte Cimone (m. 2165) è il più alto di tutta la catena dell’appennino tosco-emiliano e lo si può raggiungere da diversi posti:questo itinerario trova il suo punto di partenza dal Lago della Ninfa, grazioso lago posto a m. 1497 s.l.m. circondato da faggi e larici i cui tronchi sono di colore azzurrognolo perché coperti di licheni e meta turistica frequentatissima in quanto raggiungibile facilmente per una comoda strada asfaltata. Il lago, un tempo chiamato “Budalone”, cui si perviene da Sestola con una comoda deviazione della strada che collega Pian del Falco al Passo del Lupo, è sempre stato apprezzato per la bellezza e limpidezza delle sue acque ma qualche anno fa aveva iniziato ad “ammalarsi” e a evidenziare una scarsità d’acqua preoccupante:nei primi anni ’90 sono stati eseguiti interventi atti a farlo ritornare all’aspetto consueto iniziando dalla pulitura del fondo, all’impermeabilizzazione e facendocelo ammirare di nuovo nella sua splendida scenografia che raggiunge il massimo durante il periodo autunnale quando il giallo dei larici si riflette nelle sue acque.

 
Verso la vetta

L’itinerario ha inizio poco prima del lago quando sulla destra della strada di notano i segnali del sentiero Cai n. 449 che ci introducono in un bosco di abeti: in pochi minuti incontriamo il Rifugio Forestale della Ninfa (m. 1535) con adiacente una bella fontana in pietra; dal rifugio continuiamo a procedere sempre lungo il sentiero segnato in una zona che prende il nome di “Belladonna” e, quindi, con un ripido e breve tratto di percorso, arriviamo a monte di alcuni impianti di risaliti fuori dalla vegetazione del bosco. Ora i monti ci cominciano ad apparire allo sguardo: il sentiero CAI n. 449 procede lungo una pista forestale passando al di sotto dei rilievi della Cresta del Gallo e del Salto della Capra e si inoltra in un grande vallone conosciuto come “Pianone” costeggiando un laghetto stagionale passando per i prati sottostanti la funivia che sale dal Passo del Lupo.

 
Il Cimone all’orizzonte

Giungiamo così ad incrociare la strada di servizio dell’Aeronautica Militare che dal Lago della Ninfa porta alla splendida distesa verde di Pian Cavallaio posta a quota 1850: è trascorsa circa 1h e ¼ da quando abbiamo iniziato l’escursione; percorriamo per un tratto la strada asfaltata, avendo sempre di fronte l’immagine del Cimone, che abbandoniamo poi per riprendere il sentiero 449 che con un’erta salita ci conduce, prima verso sud-est e poi verso sud-ovest, su un sentiero a scalette erbose che costeggia un reticolato al di sotto del quale sono ben visibili gli impianti del Cimoncino. Dopo aver superato un impianto radio perveniamo alla sella posta tra il Cimone (m. 2165) e il Cimoncino (m. 2118): da qui a destra in breve tempo raggiungiamo la vetta del monte; sono trascorse 2h da quando abbiamo iniziato l’escursione. Il Cimone, che come detto è la cima più alta dell’appennino tosco-emiliano con i suoi 2165 m., è un punto trigonometrico per eccellenza e sul suo pianoro sommitale si trovano molte costruzioni dell’Aeronautica Militare (forse anche troppe!) che ospitano impianti adibiti alla circolazione aerea, all’analisi atmosferica e alle previsioni del tempo: vi si trovano anche l’Oratorio della Madonna della Neve, costruito nel 1900 e poi restaurato nel 1990, e una piazzola di atterraggio per elicotteri.

 
Altra immagine del Cimone

La vetta di questo monte offre vedute incomparabili su tutte le cime dell’appennino, sulle Apuane, sulle Alpi e su tante zone del territorio italiano (addirittura i 4/10 dell’intera Italia, comprese grandi città come Roma e Milano) tanto che per ricordarle tutte toccherebbe fare un elenco lunghissimo: pertanto allegata a questa escursione troverete una immagine che descrive tutto ciò che si può vedere (tempo e foschia permettendo) dal Cimone ricordando che il panorama termina a nord con le Alpi Bernesi, a ovest con il Monviso, a est con il Monte Nevoso dell’Istria, a sud con il Terminillo e a sud-ovest con il Monte Quercitella in Corsica. Altrettanto importanti sono poi gli aspetti naturalistici che si possono osservare con questa escursione accessibile a tutti, dal Lago della Ninfa e dal bel lariceto che lo circonda, alle piante e ai fiori di rilevante importanza presenti nella bella distesa di Pian Cavallaio e sul Monte Cimone: la “Soldanella pusilla”, grazioso fiorellino campanulato di colore rosa violetto, “l’Alchemilla alpina” con i suoi minuscoli fiorellini, la “Viola biflora”, minuscola viola di colore giallo intenso, la minuscola “Silene acaulis” tipico esempio di pianta priva di fusto simile al muschio, la “Draba aizoides” con i suoi piccoli fiorellini gialli, la “Gentiana Kochiana”, elegante genziana ed, infine, le due piante più rare di tutto il comprensorio, la “Gentiana Nivalis”, genziana delle nevi di cui sono rimasti pochi esemplari a quota 2130 m. e il “Geranium argenteum” geranio argenteo, con i suoi meravigliosi fiori di color rosa pallido.

 
Ricordo della salita

Non si può, però, lasciare il Cimone senza menzionare le vicende storiche che lo hanno accompagnato. Per le antiche genti del Frignano era la “Dea Madre” e “Montagna Simbolo”, imponente e solenne, massiccio e numerosi sono stati nei secoli i toponimi con il quale è stato identificato: dal più antico “Alpe de Nona” (con riferimento alla latina “Ora nona” cioè le tre del pomeriggio) al successivo “Alpe de Lona”, chiara modifica del nome precedente che ha dato origine ad un torrente detto “Rio de Alpe de Lona o Lonata” che ha poi dato il nome al paese di Riolunato; E’ stato poi chiamato “Monte Orientale”, ”Cimone di Fanano”, ”Cimon dell’Alpi”, ”Alpone” e, infine, Cimone. Numerosi reperti romani rinvenuti a Pian Cavallaro testimoniano che la montagna fosse abitata fin dall’antichità e per la sua posizione strategica costituì una mèta obbligata per regnanti, militari, geografi, topografi e scienziati, fra i quali va ricordato senz’altro Geminiano Montanari, venutoci nel 1671 e ricordato per essere stato il primo in Italia ad applicare il barometro all’altimetria, il Vallisneri, nel 1709, lo Spallanzani, nel 1788, il Brioschi, nel 1817.

 
Panorama dal Cimone

Da allora la montagna fu molto frequentata per rilevazioni inerenti la cartografia scientifica e nel 1887 venne eretta sulla cima una torre ottagonale alta 14 m.(dedicata a Geminiano Montanari) da adibirsi ad Osservatorio e Rifugio: questa torre servì per importanti studi sulle radiazioni solari, sui parafulmini e sulle scariche elettriche; fu poi abbandonata tanto da essere abbattuta negli anni Venti. Nel 1936 il Ministero dell’Aeronautica fece costruire sulla vetta una piccola costruzione che ospitava apparecchiature per rilevazioni meteorologiche e assistenza al volo, nel giugno 1939 fu inaugurato un rifugio dedicato all’ufficiale alpino modenese Gino Romualdi ma fu distrutto durante la guerra e, quindi, dopo essere stato ricostruito nel 1947, venne requisito dall’Aeronautica Militare che lo inglobò nelle sue strutture che si ampliarono fino a raggiungere le odierne dimensioni. Prima di lasciare il Cimone per fare ritorno all’autovettura, impiegando ancora sulle 2h per un totale di 4h dell’intera escursione, è opportuno ricordare un fenomeno ottico noto come “Spettro di Brocken” che si verifica sulla montagna in particolari condizioni di illuminazione e nebulosità: la sagoma della persona che si trova sulla vetta può essere proiettata e osservata sulle nubi circostanti!!!


La carta degli orizzonti