|
Devo dire che ho conosciuto abbastanza tardi le Apuane. Noi, gente di mare (anzi di scoglio…), abbiamo sempre guardato la montagna con un pizzico di diffidenza. Sarà che le mia città d’origine (Piombino) ha vicino solo modeste colline e viene spesso fin troppo naturale assumere a ombellico del mondo il proprio ambiente e le proprie cose, tralasciando ciò che si allontana in maniera così assoluta. Tutto questo finché le vicende della vita non mi portano a Pisa, ed un giorno un amico mi chiede: "andiamo in Pania?". Io non avevo neanche idea di che cosa fosse la Pania (o il Pania) al che gli rispondo "Ok, va bene, ma ci si mangia bene almeno?". L’ amico sorride e mi chiarisce l’ equivoco. Un monte? Andare a piedi in cima ad un monte alto più di 1800 metri? mah…. "ma ne sarò capace?" "ma non sarà pericoloso?" Ed invece ne sono stato capace, ed è stata solo la prima di tante altre esperienze stupende che mi hanno portato a conoscere sempre più queste straordinarie montagne e ad apprezzarle, facendone quasi una terra d’ adozione, meta di tante gite ed escursioni. Quindi il mio interesse per le Apuane nasce innanzitutto come escursionismo, come amore per questo pezzo di dolomiti che il buon Dio ha voluto porre non nel nord est Italia, ma lungo la costa tirrenica, fra Versilia, fiume Serchio e Lunigiana. E poi viene la moto. Perché le Apuane in motocicletta? Che differenza c’è fra un viaggio in auto ed uno in moto? |
|
Qualunque motociclista, specie se anche "mototurista", sa la risposta. La macchina è solo un mezzo, uno strumento per raggiungere una meta. Può essere veloce, confortevole, accessoriato, ma è solo uno strumento che ci deve trasferire da un luogo ad un altro. La moto no, nella moto mezzo e fine si mischiano e si confondono: il piacere di raggiungere un luogo non è inferiore al modo con cui lo si raggiunge. Questo perchè le due ruote sono più coinvolgenti, perchè il rapporto con l’ ambiente circostante è più diretto ed immediato, con l’aria, con la luce e con gli odori, anche con la pioggia e col freddo (qualche volta…). Ecco perchè l’escursione in moto diventa un qualcosa di avvicinabile all’escursione a piedi. Ecco perchè non conta la strada più veloce e comoda, ma quella più divertente da percorrere, con panorami più belli, con scenari più suggestivi da attraversare. Adesso sarà chiaro perchè le Apuane in moto. Questa viabilità ormai datata, queste statali così ricche di curve, questo aprirsi e chiudersi continuo di scenari e panorami stupendi, questa marea di verde che domina tutto sono un terreno ideale per il mototurista, che poi ha minori problemi di parcheggio dell’ automobilista ed ha un mezzo che, se usato con il cervello, offre anche un minor impatto ambientale dell’ auto: minori consumi quindi minor inquinamento, minor spazio in parcheggio quindi minor affollamento. Ecco quindi il dato che mi interessa sottolineare: un uso intelligente di questo mezzo e quindi alcune precisazioni e raccomandazioni. La moto è un mezzo stupendo, ma può diventare un arma pericolosissima per se e per gli altri, perchè è più veloce e instabile delle auto. Quindi il motociclista intelligente non usa la strada come un circuito da velocità, il sentiero sterrato come una pista da motocross, ma anzi, è ancora più prudente dell’ automobilista è fa del rispetto per la propria vita e per quella degli altri la regola numero uno della propria condotta. I veri motociclisti, quando si incrociano per strada, anche se non si conoscono, si salutano con la mano; se un motociclista è in panne, è normale per chi incrocia, fermarsi per dare una mano; ma non sono questi atteggiamenti normali anche fra gli escursionisti che si incrociano sui sentieri? Ecco quindi che certe regole sono sempre importanti e fondamentali: prudenza, consapevolezza dei propri limiti, rispetto dell’ ambiente, disponibilità nei confronti del prossimo (in montagna come in moto,…come nella vita…). |